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A cena con… Refusi di viaggio – Intervista a Carmen Talarico
In 12 Marzo 2023 da Debora Borgognoni“Refusi di viaggio” è un racconto di Carmen Talarico, pubblicato da Libeccio Edizioni nel 2022 (postfazione di Renato Raimo e illustrazioni di Renata Otfinowska).
A SevenBlog vorremmo saperne di più, si sa che siamo curiosi, e abbiamo deciso di fare un gioco chiamando in causa il peccato della Gola (uno dei nostri preferiti!).
Accendiamo le candele, sediamoci al nostro tavolo del peccato e prepariamoci a gustare la cena di Ada e Otto.
L’Amuse-Bouche. Ci viene in mente che siamo sì curiosi ma ci piace addentrarci a poco a poco nelle cose. Vorremmo piccoli assaggi del libro: come lo descriverebbe in tre parole?
Mi piace tanto giocare, sono molto curiosa e ancor più golosa e quindi… partiamo con la degustazione!
Su una raffinata mise en place di arte, letteratura, musica e teatro, la cena di Ada e Otto ha il sapore di tre ingredienti: incontro, imprevisto, attesa.
L’antipasto. Due personaggi e una città: finzione e concretezza, ideale e descrizione quasi scientifica, come una composizione agrodolce. Ci spiega questo contrasto?
In realtà, il contrasto tra finzione e concretezza è solo apparente, mentre è reale il sapore agrodolce nella degustazione narrativa. Il racconto ha quei sapori che nelle mie esperienze di vita vissuta hanno lasciato il gusto della gratitudine, della bellezza e dello stupore. Il luogo delle vicende narrate è Pisa. Sono tanto grata alla città di Pisa: si è presa cura dei miei studi universitari con i maestri del diritto, mi ha donato stupore abbracciandomi quotidianamente con bellezze naturali e storiche, ha alimentato la mia creatività ed è stata testimone di amicizie giovanili importanti. I personaggi, Ada e Otto, seppur frutto di fantasia, indossano abiti concreti. Ada è un’archivista storica e nel racconto ha preso vita a seguito di una mia visita presso gli archivi storici della Biblioteca della Scuola Normale dove rimasi tanto incuriosita dalla cura dei libri contabili che contenevano intrecci amorosi e storie familiari. Otto è un critico d’arte e nella vicenda narrativa è arrivato dopo la mostra di Chagall al Palazzo Blu; la pittura di Chagall ricca di metafore e di amore per la moglie, la famiglia e la sua terra è in piena sintonia con la mia narrativa poetica.
Il primo piatto. Nulla è più sincero di un piatto di pasta. La sincerità è una condizione necessaria per uno scrittore, che si toglie di dosso strati e strati di esperienze personali per universalizzare le idee a beneficio del pubblico. Ci parli del significato dell’essere scrittore oggi.
Posso condividere il sentire della mia scrittura d’anima, fonte dei miei scritti. Come tutti i bambini, a sei anni conobbi l’alfabeto. Lì ritrovai la mia identità! Dapprima scrivere fu un gioco, poi una danza con le parole. Nel corso del tempo la scrittura ha avuto varie sfumature: la scrittura della mente, nata con la mia formazione giuridica, la scrittura del cuore, nata con i miei studi socio-psico-pedagogici e le amicizie giovanili, la scrittura d’anima, nata con la musica classica e le opere d’arte. Se le prime due hanno tempi e contenuti da me scelti, la terza è imprevedibile! La scrittura d’anima ha una sua personale bussola e sceglie in autonomia la mappa di navigazione e l’approdo! La scrittura d’anima rappresenta me stessa nella mia interezza.
Il secondo piatto. “Refusi” e “viaggio”: queste due parole danno il titolo al libro, e dovrebbero quindi rappresentare l’essenza della narrazione. Come lo fanno?
L’archivista storica Ada e il critico d’arte Otto fanno un “viaggio” nelle viuzze interiori ed esteriori attraverso incontri in cui apparecchiano conversazioni ricche di arte, letteratura e musica, imprevisti e attese che si fondono con il fluire della natura. Al contempo, la loro relazione io-tu è ricca di inciampi e imprevisti. La scelta del titolo “Refusi di viaggio” nasce da un reale errore di viaggio: chi mi doveva accompagnare verso la meta indicata in realtà per errore mi condusse dalla parte opposta.
Il dessert. Il finale aperto, l’idea di un seguito, di una vita dei personaggi oltre il racconto, una vita che noi non possiamo conoscere fintantoché l’autrice, unica ereditiera di quelle coscienze, ne narrerà le sorti. Cosa ne pensa?
Penso che anche l’autrice, come i lettori, resteranno in attesa che la scrittura d’anima si sveli. A me, come autrice, il compito di nutrirla con la lettura di libri, mostre d’arte, spettacoli teatrali, viaggi, dialoghi, incontri. Per ora, a lume di candela, continuiamo a sognare a cena con Ada e Otto…
La mise en place. L’atmosfera sembra avvolta da una malinconia quasi medusea. Riflette la nostra epoca o il nostro intimo?
Dipende dove si volge lo sguardo. Mi piace rispondere con il linguaggio dell’arte. C’è un dipinto a olio su tela del pittore tedesco Friedrich che amo molto, “Il viandante nel mare di nebbia”. Il dipinto da una parte esalta le imperfezioni del tempo presente, dall’altra parte dà voce all’infinito rappresentato dal mare di nebbia che fa emergere la vista del paesaggio sottostante che è la vita. Il viaggiatore si perde di fronte al baratro nebbioso e indaga, nella sua nudità, la propria anima, con tutte le sue insicurezze, i suoi errori, i suoi dubbi e certezze.
La degustazione dei vini. È l’immancabile accompagnamento a una buona cena, e qui abbiamo sentito una musica di sottofondo, che è l’andamento poetico. Cosa ci racconta?
La mia è una narrativa poetica, perché affonda le salde radici nella poesia, cui sono tanto grata perché, per dirla con le parole dello scrittore e poeta francese di recente scomparso Christian Bobin, mi fa “abitare poeticamente il mondo, in altre parole abitare umanamente il mondo”. La cura dello sguardo e della parola restituiscono alla cena di Ada e Otto delicatezza e una leggerezza calviniana. Buona degustazione narrativa!
Note: Carmen Talarico è una scrittrice e poetessa di origini calabresi e d’adozione toscana. Esordisce nelle vesti di scrittrice con Fluire. Taccuino del viaggio (2020), lo seguono Ordini e disordini (2020), Il vento nuovo (2020) e Ricamo d’anima. Tessiture generatrici (2021). Ama la musica, soprattutto quella classica, leggere libri, le stelle, i tramonti e il mare. Abitare la possibilità, la cura della parola e dello sguardo sono la sua rivoluzione gentile.
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