
Le opinioni superbe . SUPERBIA
La Citroën Méhari di Saverio Lamanna
Le sette automobili degli investigatori italiani della TV
In 27 Ottobre 2024 da Fabio MuzzioI grandi investigatori siano essi Commissari, Ispettori, Vice Questori, giornalisti o scrittori guidano un’auto che li ha caratterizzati e per cui li ricordiamo: di queste ne ho selezionate sette, tutte provenienti da produzioni italiane e presenti in serie entrate nella storia della televisione.
Come sempre la scelta si contraddistingue per essere tanto personale quanto opinabile.
L’immagine di copertina è realizzata con Ideogram, quindi con Intelligenza artificiale.
La Fiat Tipo DGT del Commissario Salvo Montalbano
Il successo del Commissario Montalbano è mondiale e rappresenta uno di quei casi che rendono una scrittore e il suo personaggio unici e indimenticabili. Il nostro Andrea Camilleri ne ha costruito uno nella sua Sicilia, profondo, umano sia nelle debolezze che nei punti di forza; gli ha creato un commissariato frutto della fantasia, Vigata, e una vista mare dove abitare, Marinella, che nella realtà si trova a Punta Secca, frazione marinara di Santa Croce di Camerina in provincia di Ragusa e diventata nel tempo luogo di “pellegrinaggio” dei fan.
Quindici stagioni e 37 episodi, iniziate nel 1999 e probabilmente terminate nel 2021, rappresentano un arco temporale lunghissimo a testimonianza del successo di pubblico oltre che di critica. A queste si sono aggiunte quelle su Il giovane Montalbano, il prequel che riporta le indagini agli anni Novanta e all’inizio della carriera del commissario ancora riccioluto. Se in quest’ultimo caso è stato scelto Michele Riondino, che ha intepretato in due stagioni (tra il 2015 e il 2018) dodici episodi, il personaggio di Livia Burlando è stato affidato a Sarah Felberbaum. Al gran completo e tutti più giovani gli altri personaggi storici.

Il Commissario Montalbano, (A.A.V.V.), (Fonte YouTube)
Veniamo alla prima serie: vi devo veramente raccontare di Catanella, Mimì Augello, Fazio, il Dottor Pasquano, Livia, che dalla sua Boccadasse scende in Sicilia per stare con l’amato Salvo? Oppure di Ingrid, la seducente amica svedese libertina e che ama la velocità? Oppure Adelina, la preziosa governante, o Nicolò Zito, il grande amico giornalista oppure, ancora, Enzo il ristoratore di fiducia? Direi proprio di no: nelle numerose repliche, sempre foriere di ascolti altissimi è come se fossero tutti diventati di famiglia.
Luca Zingaretti, pur avendo una carriera di grande successo indipendentemente da questa produzione ha legato, indissolubilmente e inevitabilmente, la sua fisicità al Commissario dando la sua impronta a questo poliziotto severo, che sa muoversi nel mondo rischioso della mafia per risolvere delitti o traffici (questa sorta di collaborazione e contatto è un’altra analogia con il Commissario Maigret) avendo ben chiara la strategia del compromesso che può portare a un risultato; un uomo che cade nelle tentazioni sia della lussuria che della gola (detestando chiacchierare quando mangia prelibatezze) segnando, come altre volte è capitato, un pilastro fondamentale della storia della tv italiana targata RAI.
Ma devo continuare? Credo proprio di no e andiamo all’auto: Montalbano lo vediamo in entrambe le produzioni alla guida della FIAT Tipo DGT, che per diverse esigenze di produzione cambiano leggermente nelle versioni ma non di colore, così da “ingannare” l’occhio.
Vi porto quindi sul sedile destro del Commissario della prima FIAT Tipo DGT (o digit per la sua tecnologia dai vetri elettrici alla chiusura centralizzata dal contagiri al pannello di controllo del cruscotto): l’auto, che i più informati affermano abbia venduto quasi due milioni di esemplari, sostituiva nel 1988 un altro grande successo della casa un tempo di Torino, la Ritmo e cederà nel 1995 il testimone alla Bravo e alla Brava.
La prima versione montava un motore che ha fatto la fortuna della casa automobilista e frutto del lavoro degli ingegneri: il Fire pensato, per esempio, anche per la UNO. La Fiat Tipo DGT 1.100 motore Fire che poi si evolverà fino al 2000 16 valvole, si proponeva una velocità di 150km orari ed è stata realizzato fino al 1990. Può essere che dalla prima stagione avessero dato al Commissario un’auto un po’ più performante (la 1600 già sfiorava in 180km orari) ma non ne abbiatene a male se ho scelto questa.
Usata l’ho trovata tra gli 800 euro e 4mila euro.
L’Alfa Romeo 145 1.9 Turbo diesel dell’Ispettore Coliandro
Nei romanzi di Carlo Lucarelli l’Ispettore Coliandro si chiama Marco mentre nella trasposizione televisiva dei Manneti Bros., che si contraddistingue per la grande azione e i toni fumettistici, non viene mai esplicitato. Impegnato per le strade di Bologna, Coliandro ha la rara attitudine nel trovarsi nel posto sbagliato e nel momento sbagliato. Razzista per luoghi comuni ma “punito” in questo da gaffe clamorose ha nell’Ispettore Callaghan il suo mito. Costantemente chiama Sandokan il negoziante pakistano sotto casa (che a propria volta gli ricorda giustamente che Kabir Bedi è indiano) il tutto mentre acquista la poca spesa e la solita pizza surgelata come cena.

L’Ispettore Coliandro, A.A.V.V. (Fonte YouTube)
In realtà è un buono e pronto ad aiutare soprattutto la “bella” di turno che finisce quasi sempre, tra un “tranquilla bambina” e uno “scopabile” (giudizio di merito per non far capire agli altri quanto sia “gnocca” la ragazza, cosa che in realtà pensa) tra le sue braccia. Memorabili sono i suoi pensieri che giudicano sia il mondo che lo circonda che se stesso; oscilla tra la certezza di essere un eroe al fatto di aver sbagliato “Che figura di merda…“.

L’Ispettore Coliandro, A.A.V.V. (Fonte YouTube)
Il gruppo della Questura che gli ruota attorno, cito i più frequenti, vanno dal capo De Zan, alla giudice Longhi, dal collega “Gambero” Gamberini, a Berta detta “Bertuccia”, da Borromini dell’ufficio immigrazione a Gargiulo, nerd e trekkies per vocazione che lo vede come un mito e finisce per essere la sua vittima predestinata essendo l’unico che gli dà veramente credito; Gargiulo se ne sta all’ufficio logistico e le indagini difficilmente le vive in prima persona, a meno di non essere coinvolto proprio da Coliandro. Ah, non dimentico nemmeno la mamma di Gargiulo, che prepara la famosa pasta al forno a sette strati.
Giampolo Morelli veste i panni dell’Ispettore Coliandro dal 2006, per ora fino al 2021 per un totale di 8 stagioni e 34 episodi. Una precisazione: Coliandro, piace e molto alle donne e molto spesso riescono a far emergere il suo lato migliore: sia chiaro, questo poliziotto, alla fine, tra botte prese e risoluzione suo malgrado dei casi, è un personaggio positivo, un buono che si fa amare dal pubblico.
Giubbotto di pelle, t-shirt, occhiali ray-ban a goccia, jeans e Adidas rappresentano il look abituale di Coliandro, perché pattuglia in borghese per le strade di Bologna alla guida di un’Alfa Romeo: le auto si cambiano e anche una produzione che copre un arco temporale così ampio ha deciso di adeguarsi fornendo all’Ispettore modelli anche molto potenti. Se la prima auto è una Alfa Romeo 145 1.9 Turbo diesel quasi subito si mette al volante di una 156 passando poi a due modelli di Giulietta: la MY2014 e una MY2016 l’ultima per ora che gli abbiamo visto utilizzare.

L’Ispettore Coliandro, A.A.V.V. (Fonte YouTube)
Due cose rimangono costanti: il colore rosso e il fatto che, sotto casa nel posteggio della sua abitazione, i ragazzi e le ragazze si appoggiano alla sua macchina. Il fatto che siano cinesi gli permette di aggiungere considerazioni su involtini primavera e altri luoghi comuni: pare giusto aggiungere che dal gruppo le richieste dell’Ispettore non vengono nemmeno prese in cosiderazione.
Per questo post ho scelto la primissima con cui l’abbiamo conosciuto: la 145, prodotta dal 1994 al 2001 che sostituiva la 33 e cedeva il testimone alla 147. Con i suoi oltre 200mila esemplari venduti dalla casa automobilistica Anonima Lombarda Fabbrica Automobili fondata nel 1910 e poi entrata nel nel Gruppo FIAT nel 1986 e oggi all’interno di Stellantis ha conseguito un indubbio successo commerciale.
La prima auto di Coliandro, quindi, è precisamente una 145 1.9 Turbo diesel rossa a tre porte, costruita dal 1994 al 1999: 66Kw di potenza 1929 di cilindrata è in grado di sfiorare i 180km orari si può trovare ancora intorno ai 4mila euro.
La Peugeot 504 di Bruno Palmieri
La mia ammirazione per Gigi Proietti è stata pari al dispiacere per la sua scomparsa il 2 novembre 2020 proprio nel giorno del suo ottantesimo compleanno.

Una pallottola nel cuore, Luca Manfredi (2014-2018) (Fonte YouTube)
Una vita artistica da protagonista sulle tavole del palcoscenico e sul grande schermo, nella musica e sul piccolo schermo, fiction comprese. E proprio una di queste ci riporta al tema del post dedicato alle auto: sto parlando di Una pallottola nel cuore che ha vissuto tre stagioni realizzate nel 2014, 2016 e 2018 con quattoridici episodi complessivi (4+4+6). Seppur il ruolo più da investigatore lo abbia incarnato nelle cinque stagioni nella divisa del Maresciallo Giovanni Rocca, Proietti, da giornalista de Il Messaggero, si cala nel ruolo del cronista di nera Bruno Palmieri, ormai in pensione ma ancora attivo in redazione per i cosidetti “cold case”, quei casi che, grazie alla sua esperienza e caparbietà, vengono definitivamente risolti.
Non mi dilungo sul raccontarvi le vicende spesso offerte in replica su Rai Premium oppure caricate sulla piattaforma Rai Play vi segnalo solo la spalla investigativa e di peccati di gola, il fotografo di redazione Umberto Fiocchi interpretato da Marco Marzocca. Le inchieste/indagini si svolgono quasi esclusivamente a Roma e nella città eterna di oggi vediamo Bruno alla guida (e Umberto al suo fianco) su una Peugeot 504.

Una pallottola nel cuore, Luca Manfredi (2014-2018) (Fonte YouTube)
L’auto è stata prodotta dalla casa francese del leone, oggi del Gruppo Stellantis, dal 1968 al 2005, sostituendo la 404 e cedendo il testimone alla 505.
La versione che guida Palmieri è una Peugeot 504 cabriolet del 1971, 104cv ed è stata disegnata da Pininfarina. In grado di superare i 170km orari potete trovarla intorno ai 40mila euro.
La Subaru Forester 2.0 Turbo del Sostituto Procuratore Imma Tataranni
In questi anni RAI non ha mai abbandonato produzioni dedicate al mondo dell’investigazione e attraverso i romanzi della materana Mariolina Venezia ha proposto il personaggio di Immacolata “Imma” Tataranni, sostituto procuratore proprio nella città dei “sassi” con la loro storia che ci riporta così indietro nel tempo e che nel 2004, grazie a La passione di Cristo di Mel Gibson, avevano ottenuto la ribalta mondiale.
Come capita queste produzioni diventano occasione di proficuo marketing territoriale e la serie, composta per ora di tre stagioni e 18 episodi, è stata rilasciata in prima visione nel 2019 in concomitanza di Matera capitale europea della cultura.
Imma Tataranni ha temperamento forte, modi bruschi e abbigliamento che non passa inosservato e ha trovato in Vanessa Scalera una perfetta interprete; le vicende ci raccontano una terra dove malavita organizzata, traffici di rifiuti, omicidi che nascono da regolamento di conti si aggiungono ai reati delittuosi o meno che possiamo leggere dalla cronaca quotidiana.
Se avete visto la serie Imma Tataranni – Sostituto procuratore conoscerete la figura di Pietro (Massimiliano Gallo), marito affettuoso, paziente e remissivo, che deve bilanciare la coppia ed essere anche rifugio di una moglie dal carattere così forte e talvolta fumantino; c’è una figlia, Valentina (Alice Azzariti), e la madre Brunella (Lucia Zotti) e non può mancare una suocera, Filomena (Dora Romano), invadente e dal rapporto non idilliaco.
Andiamo avanti con i personaggi. Diana (Barbara Ronchi) è l’amica di liceo, la cancelliera sognatrice e che sopporta una capa talvolta non facile. Il Dottor Taccardi, Carlo de Ruggieri, è il medico legale perennemente in lotta dialettica con il sostituo Procuratore (i livelli tra Montalbano e il dottor Pasquano sono inarrivabili). In lotta perenne, con stima reciproca, troviamo il Capo della Procura Alessandro Vitali (Carlo Buccirosso) e non si può dimenticare il cattivo Saverio Romanello (Cesare Bocci). E poi c’è lui, il bel Brigadiere Ippazio Calogiuri (Alessio Repice), che l’aiuta nelle indagini e guida anche la macchina della Procura, con il quale c’è un innamoramento reciproco, argomento costante e filo conduttore della serie.

Imma Tataranni – Sostituto procuratore, A.A.V.V. (Fonte YouTube)
Segnalo il cameo, nella puntata Un mondo migliore di questo, quarto episodio della seconda stagione 8 novembre 2021, di Chiara Civello che interpreta all’inaugurazione del locale di Pietro la canzone Perdiamoci, tema della colonna sonora.
Qualche personaggio l’ho ovviamente tralasciato per non dilungarmi troppo e arriviamo al nocciolo del post, che si lega all’auto utilizzata dalla “Sceriffa di Matera” come è stata ribattezzata dalla stampa: si tratta della Subaru Forester di colore blu che, a dire il vero, compare con il marchio coperto evidentemente per non aggiungere product placement.

Imma Tataranni – Sostituto procuratore, A.A.V.V. (Fonte YouTube)
La Subaru Forester 2.0 Turbo S è la prima serie di SUV progettati dalla casa giapponese dal 1997 al 2022; l’auto, per un certo periodo viene guidata anche la poliziotta Jessica Matarazzo (Ester Pantano) che sostituisce Calogiuri. Auto a benzina, 1994 di cilindrata, 198km orari l’ho trovata tra i 4mila e 12mila euro in base al chilometraggio.
La Bianchina trasformabile del Vice Questore Lolita Lobosco
Lolita Lo Bosco torna nella sua Bari da Legnano con il dolore irrisolto del rapporto con il padre Nicola detto “Petresine” e con una famiglia vivace: Nunzia, la madre, che vive nel ricordo del marito morto in incidente stradale, una sorella, Carmela, con due figli e un marito un po’ farfallone che gestiscono una pensione per i turisti dimenticandosi spesso di emettere fattura.
A Bari ritrova il collega e compagno di scuola da sempre innamorato di lei Antonio Forte e una squadra di poliziotti, in particolare, Lello Esposito che la aiutano nelle indagini. Non rinuncia al tacco (nei romanzi si citano le Laboutin) e la sua bellezza non passa inosservata, talvolta fonte di battute poco gradite che trovano risposte adeguate. Il Vice Questore ama la corsa, è stata giovane atleta e lo jogging è spesso in compagnia con l’amica e punto di riferimento la procuratrice Marietta Carrozza, sempre pronta a buttarsi in una nuova storia con l’amante di turno.

Le indagini di Lolita Lobosco, A.A.V.V. (Fonte YiouTube)
Non posso raccontarvi tutto de Le indagini di Lolita Lobosco iniziate nel 2021, aggiungo Trifone il fruttivendolo, ex contrabbandiere e amico del padre Nicola e che da sempre ha una cotta per Nunzia, e la casa in centro a Bari i cui luoghi diventano anche un altro esempio di prodotto che coniuga storie tratte dai libri di Gabriella Genisi (che gioca nella sua città) e il marketing territoriale per far da vetrina alla Puglia e in particolare al capoluogo regionale.
I ricordi, i fantasmi, gli amici vecchi e quelli nuovi, i problemi e i litigi familiari, l’amore che complica la vita di una procace (lo dice lei stessa nell’introduzione che nel Sud, se non hai una quinta, passi inosservata) poliziotta a cui spesso cade l’intimo steso sul balcone provocando invidia e pettegolezzo delle vicine.

Le indagini di Lolita Lobosco, A.A.V.V. (Fonte YiouTube)
Luisa Ranieri “risponde” al marito Luca Zingaretti (o a “Zingaro” come lo chiama nei video pubblicati nei Social) produttore di questa serie RAI, i cui romanzi, a detta della Genisi sono la “risposta” a Salvo Montalbano che compare nei libri ma non nella serie televisiva, e si cala nei panni di chi combatte la malavita con fiuto e sempre pronta a sfidare il pericolo.
Nel momento in cui costruisco questa raccolta di auto la produzione è arrivata alla terza stagione con 14 episodi (4+6+4) e la prospettiva di proseguire.
Arriviamo all’auto, davvero particolare: una Bianchina trasformabile rossa e bianca. Non è il modello di Bianchina più famoso, perché quella bianca a quattro porte del Ragionier Ugo Fantozzi rimane inavvicinabile ma questa è davvero particolare: l’auto che nelle differenti versioni dell’Autobianchi, la casa automobilistica rimasta sul mercato per quarant’anni fino al 1995 realizzando, per esempio, l’A112 e la Y10, ha proposto tra il 1957 e il 1969 vendendo oltre 300mila esemplari, nasceva dalla creatività di Dante Giacosa; venne proposta subito in versione trasformabile in tre serie (dal 1957 al 1959, dal 1959 al 1960 e dal 1960 al 1962) con altrettante motorizzazioni di 479,5 e poi 499,5 di cilindrata con 15 – 16,5 e 17,5 cavalli.

Le indagini di Lolita Lobosco, A.A.V.V. (Fonte YiouTube)
Difficile stabilire tra queste tre quale sia la serie, molto probabilmente l’ultima.
Omologata per due posti e con una velocità dichiarata di 95 km orari è provvista da tettuccio apribile e lunotto in plexiglass.
Curiosamente, ma forse non troppo, è la stessa auto con lo stesso colore presente in un film non particolarmente conosciuto: La Sposina, un film erotico non particolarmente riuscito, diretto da Sergio Bergonzelli nel 1976.
Abbastanza rara da trovare, da qui il “sospetto” che sia la stessa del film, può arrivare anche a 25mila euro.
La Citroën Méhari di Saverio Lamanna
Makàri, tratto dai romanzi di Gaetano Savatteri, è diventata fiction televisiva dal 2021 (al momento siamo alla terza stagione suddivisa in 4+3+4 episodi) nella quale il protagonista è Saverio Lamanna, giornalista e portavoce del Ministro degli Interni: un incauto messaggio durante una festa troppo alcolica lo portano al licenziamento, all’abbandono di Roma e a ricostruirsi una nuova vita in Sicilia, anzi nella casa delle vacanze di Makàri dove, anni prima, la madre si era suicidata. Il dolore mai sopito, le difficoltà di ricostruirsi come scrittore di gialli, una grande abilità investigativa lo portano a risolvere casi apparentemente complessi. Claudio Gioè, protagonista di diversi film, cito solo I cento passi, dove interpreta Salvo Vitale, l’amico più stretto di Peppino Impastato, ha spesso interpretato fiction negli ultimi anni.

Makàri, A.A.V.V., 2021-2024 (Fonte YouTube)
Femminaro, per dirla alla siciliana, ironico e disincantato trova nella più giovane e futura architetta Suleima, Ester Pantano, la donna che sa riportarlo alla vita e nell’amico tuttofare Giuseppe “Peppe” Piccionello (Domenico Centamore) la spalla per le indagini e nella vita di tutti i giorni. Piccionello resta il personaggio cardine della serie e che è maggiormente emerso dalla produzione: infradito costanti, magliette con declinazione siciliana e appetito perenne.
Non aggiungo molto altro perché vale quanto già detto in precedenza per Una pallottola nel cuore: le frequenti repliche e la presenza sulla piattaforma Rai permettono, nel caso, una possibilità di recupero per chi ne fosse curioso.

Makàri, A.A.V.V., 2021-2024 (Fonte YouTube)
Come spesso accaduto negli ultimi anni sia le produzioni cinematografiche che quelle per il piccolo schermo diventano anche momenti di product placement, in questo caso declinato in marketing territoriale e turistico. Gli scenari trapanesi di Makàri (questa è la dicitura siciliana, perché in italiano è Macari) inducono a più di un pensiero di voglia di farci una capatina e i riscontri infatti non sono mancati.

Makàri, A.A.V.V., 2021-2024 (Fonte YouTube)
E l’auto? Come sempre occorre una caratterizzazione che dia al personaggio un’identità che passa dall’abbigliamento, dal carattere, dalla suoneria dello smartphone o dall’auto: in questo caso Saverio guida una Citroën Méhari, tipica, per esempio, anche di Lampedusa per la sua comodità di guida e di essere una macchina scoperta molto leggera essendo prodotta in un polimero, l’ABS o acrilonitrile-butadiene-stirene: per intenderci, l’ho trovato e non lo sapevo, è lo stesso materiale con cui venivano prodotti i mattoncini della Lego oppure i flauti dolci delle medie (che per qualcuno è stato una tortura durata per tre anni).
La narrazione ci dice che è la macchina della madre, un modo di affrontare anche il dolore e ritrovarla nei ricordi e in ciò che le era appartenuto, la memoria aggiunge che era la stessa macchina, colore beige Hoggar compreso, di Giancarlo Siani.
Prodotta dal 1968 al 1987, 600 di cilindrata, quattro marce benzina, circa 100km orari è stata prodotta in circa 145mila esemplari. La casa francese l’ha riproposta sul finire dello scorso decennio in versione ridisegnata ed elettrica (e-Méhari) ma dopo tre anni è uscita di produzione.

Makàri, A.A.V.V., 2021-2024 (Fonte YouTube)
La potete trovare usata tra i 10mila e 20mila euro dipende ovviamente dallo stato di conservazione e urilizzo.
La FIAT 1100/103 di Palitha
De Il clandestino mi sono già occupato quando vi ho proposto una ricetta: il wambatu cucinato da Gedara, quindi se cliccate non solo ci trovate come preparare questo piatto cingalese ma troverete anche qualche informazione su questo prodotto realizzato dalla RAI nel 2024.

Il clandestino, Rolando Ravello, 2024 (Fonte YouTube)
Le vicende di Luca Travaglia (Edoardo Leo) ex ispettore dell’antiterrorismo tormentato dai sensi di colpa per un’operazione di protezione finita in modo tragico e che da Roma si trasferisce a Milano dove finisce per trovare “casa” in una stanza attigua al’officina di Palitha (Hassani Shapi), ci portano nel capoluogo lombardo e le sue problematiche tra immigrazione, microcriminalità, traffici illeciti e disagio sociale.
Il sodalizio professionale tra Luca, restio a riciclarsi come investigatore privato e Palitha che, invece, crede molto in un’agenzia dove trovare anche una nuova vita e una nuova realizzazione, abbiamo anche un’automobile oramai cimelio e che viene utilizzata soprattutto come carro attrezzi e poi come macchina dell’agenzia di investigazione. Della La Fiat 1100/103E vi avevo già raccontato un po’ di curiosità avendola già inserita in quelle che ho scelto per il cinema: quella di Piede Amaro (Nino Manfredi) che la guida ne Audace colpo dei soliti ignoti. Modello che FIAT ha costruito in diverse versioni dal 1939 e per ben trent’anni a testimonianza del grande successo incontrato tra gli automobilisti.

Il clandestino, Rolando Ravello, 2024 (Fonte YouTube)
Nel caso de Il clandestino si tratta della 1100/103 del 1957 e convertita in carro attrezzi: nella fiction è di colore rosso con le scritte gialle ma è ovviamente una delle modifiche apportate. Cambio manuale, motore a benzina, 50cv di potenza l’ho ritrovata a 17000 euro: non passerete di certo inosservati.
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