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Le storie superbe . SUPERBIA
Neblina
In 1 Dicembre 2024 da Alexandra Romano![](https://www.sevenblog.it/wp-content/uploads/2024/12/AlexandraRomano2-3-300x300.jpeg)
Alexandra Xandra R.
Quando immetti la giusta pressione del tuo dito su un finestrino raffreddato di una macchina, ottieni una figura con un alone tutto intorno, come un strana nebbiolina che protegge la figura affinché si possa differenziare bene dal resto del piano. La parola giusta sarebbe neblina, in spagnolo, che è un po’ nebbia e un po’ fiato caldo nel gelo.
Pian piano, lo scudo protettivo svanisce, e rimane il nulla. Ma come un calco, come una firma di un documento che poi è stato stracciato, si rivedrà di nuovo solo quando il finestrino sarà un’altra volta alla temperatura giusta.
Così, quando presti attenzione a certi piccoli dettagli, che tutti notiamo ma che nessuno, o quasi nessuno, ha il coraggio di documentare, allo stesso modo e allo stesso tempo, un fruscio di luce e sangue e senso di appartenenza si strofina ai bordi interni delle tue braccia. E quasi lo puoi sentire, toccando la pelle e i pelli rizzati, se ci riesci.
Allo stesso modo e allo stesso tempo, una farfalla di particelle nulle e ideate intellettualmente continua e continua a sbattere le sue grosse e tozze ali davanti al viso creando una fastidiosa sensazione di piacere. La mente si schiude dal bocciolo di loto in cui era stata intrappolata e viene messa a nudo di fronte a tutti. Ma non c’è vergogna, non c’è disprezzo, non ci sono più quei sentimenti negativi e perpetui. Stanno giocando, ora. Si sono nascosti e aspettano di essere trovati.
Li ritroverai presto, ma per ora no. I lampi rossi, verdi e blu di quello che resta entrano nel tuo cranio sprofondando; solcandolo, ti provocano una risata per il solletico. A volte si chiedono se ti faranno mai del male, ma non è così. Non lo è mai.
Le gocce nere che infrangono le ciglia sono così indelicate, ma neanche quello ti dà fastidio.
Ti farà male, un giorno. Forse tra due anni. Forse domani. O forse anche tra cinque minuti. Potresti scomparire, esattamente come la neblina sul finestrino. E anche se fossi sempre lì, comunque ti farebbe paura.
Cosa penserebbero i mie cari di me? Come dovrebbero reagire posando i fiori vicino alla mia lapide? Cosa dovrebbero sussurrarmi, sperando e anche un po’ credendo che io sia in grado di sentirli?
Ma non lo sono.
È vero, ti fa paura, ma non adesso. Adesso no. Adesso vedi solo la felicità delle coppiette innamorate sulla ruota panoramica. Senti la loro sicurezza e le loro farfalle nello stomaco. Le stesse che ti svolazzano davanti. E anche se vorresti che smettessero, non riesci a non guardarle incantato con la bocca aperta.
Qualcuno ti ha toccato o parlato ma non puoi a far uso dei sensi. Loro si burlano di te. Ti confondono, apparendo e scomparendo in modi vigorosi e alquanto strambi. Ma neanche questo ti dà fastidio. Anzi, è tutto il contrario.
Solo allora la tua mente impacchetta le cose più importanti e butta via quelle da scartare. Ripone in casseforti i pensieri e le informazioni più preziose e fa piazza pulita.
Da lontano puoi sentire una diceria di sottofondo tra persone che eloquentemente si chiedono quale sia la ragione. Non tutti, però, cercano una risposta. Altri si limitano a beffeggiare scelte altrui solo per il fatto di averne sempre avuta una. Ma c’è chi non l’ha avuta.
Li senti. Non si sa come, ma li senti. Sarà un altro scherzo di quei simpaticoni dei tuoi sensi. Senti una parola: “Stupido”. La ascolti, la analizzi, la interpreti e la riformuli quasi come se fosse la parola più complicata al mondo. Ma appena sei verso la fine del processo e stai per capire effettivamente il senso della parola, te la dimentichi. E così non riesci a seguire il discorso.
Lasci perdere. Ma lo strano borbottio continua a crescere e ti torna a poco a poco in mente il ricordo della parola che hai immediatamente dimenticato. Quasi come il ricordo dell’impronta sul vetro. Ma questo è un po’ diverso. Cerchi di non farti influenzare troppo e di non dare a esso importanza.
E alla fine ci riesci. Solo in queste situazioni particolari riesci a farlo. Sembra quasi incredibile. Come cazzo ci sono riuscito?
Ma è così. Perché non importa niente di niente di niente di niente. Sei solo tu, un mondo vivibile e pieno. E non importa se le farfalle tra un po’ smetteranno di svolazzarti davanti. Non hai percezione né del passato, né del futuro. E neanche del presente. Sei solo una forza, una foschia di raggi e tentazioni neutre che esiste.
Almeno per ora.
Per questo ho preso un’altra dose. Perché, nonostante ogni volta potrebbe essere l’ultima, almeno per un breve istante anch’io sono felice.
(ADV)
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