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Dualismo
In 10 Aprile 2022 da Caterina LevatoSon luce e ombra; angelica
farfalla o verme immondo,
sono un caduto chèrubo
dannato a errar sul mondo,
o un demone che sale
affaticando l’ale,
verso un lontano ciel.
Ecco perché nell’intime
cogitazioni io sento
la bestemmia dell’angelo
che irride al suo tormento,
o l’umile orazione
dell’esule dimone
che riede a Dio, fedel.
[…]
O creature fragili
dal genio onnipossente!
forse noi siam l’homunculus
d’un chimico demente,
forse di fango e foco
per ozïoso gioco
un buio Iddio ci fé
E ci scagliò sull’umida
gleba che c’incatena,
poi dal suo ciel guatandoci
rise alla pazza scena,
e un dì a distrar la noia
della sua lunga gioia
ci schiaccerà col piè.
[…]
Questa è la vita! l’ebete
vita che c’immanora,
lenta che pare un secolo
breve che pare un’ora;
un agitarsi alterno
tra paradiso e inferno
che non s’accheta più!
Come istrïon, su cupida
plebe di rischio ingorda,
fa pompa d’equilibrio
sovra una tesa corda,
tale è l’uman librato
fra un sogno di peccato
e un sogno di virtù.
Nota: Arrigo Boito nasce a Padova nel 1842, musicista e librettista, in età giovanile si accosta alla Scapigliatura. Il testo poetico Dualismo, inserito ne Il libro dei versi, costituisce una delle sue liriche più famose. Il rifiuto della morale borghese, protesa verso l’utile, spinge il poeta ad abbracciare una visione della vita lacerata tra due inconciliabili opposti: la sublimazione dell’ideale e la caduta nel vizio e nel male. Il baratro che si apre non è altro che prefigurazione di un abisso in cui l’uomo non può non precipitare: un’umida gleba in cui un Dio annoiato lo ha scagliato per puro divertimento. Il sogno dell’umanità si brucia in questa eterna tensione e ad ogni essere creato non resta altro che mantenersi in precario equilibrio su di una immaginaria corda tesa tra un sogno di virtù ed uno di peccato.
Arrigo Boito: Il libro dei versi | Editore: Mucchi Editore | Anno edizione: 2014
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