IRA . Lettere dall'Ira
TIEGARDENSTRASSE 4, BERLINO
In 5 Marzo 2021 da Chiara MenardoOre 7.00 – sveglia.
Ore 7.30 – colazione, rassetto della branda. Due chiacchiere con le compagne di camerata mentre ci si pettina.
Ore 8.00 – tutte in cortile per un’ora di passeggiata all’aria aperta prima di salire sul pulmino che ci porta in ufficio.
Ore 9.00 – partenza.
Ore 9.30 – seduta alla scrivania, comincio la giornata.
Prendere due fogli di carta dal secondo cassetto. Infilare tra l’uno e l’altro la carta carbone.
Con attenzione, posizionare i due fogli nel rullo della macchina da scrivere: non ci devono essere pieghe, la carta è preziosa. Più di quanto ci sarà scritto sopra, penso. Fosse per me, non li avviserei nemmeno: nessuno è innocente, loro meno che mai. Li hanno messi al mondo loro, bestie tarate all’origine.
In alto a sinistra, scrivere: Bernburg, lì…
Due spazi.
Carissimi Signor e Signora Wurtz,
è con grande dispiacere che vi informiamo che vostra figlia Hanne è deceduta in seguito a un attacco di peritonite. I nostri dottori si sono prodigati con ogni mezzo ma, purtroppo, ogni sforzo è stato vano…
Una copia in archivio, numerata. Cassetta a destra.
… il trasferimento presso la struttura di Bernburg è stato reso necessario per il peggiorare delle condizioni del paziente. Il piccolo Kurt, nonostante le cure attente e amorevoli, purtroppo è deceduto nel sonno.
Una copia pronta per la spedizione alla famiglia. Cassetta a sinistra.
Per ragioni di salute pubblica, dovute alle misure di contenimento dell’epidemia in corso, il corpo della deceduta è stato immediatamente cremato, come da disposizioni della polizia locale…
Dalle nove di mattina alle 12.30.
Vi chiediamo di farci sapere se avete un cimitero di preferenza al quale inviare le spoglie mortali del vostro congiunto…
Pranzo: una zuppa, verdura bollita, a volte un uovo. Una volta alla settimana, la carne. Una mela. Alle 13.30 si riprende.
… in tal caso vi chiediamo di comunicarci il nome esatto di suddetto cimitero e l’indirizzo corretto, così da permetterci di procedere al trasferimento…
Fino alle 18.30, una lettera dopo l’altra.
Se non avete preferenze per il luogo di sepoltura, o se non riceveremo risposta entro un mese, seppelliremo l’urna nel nostro cimitero: in questo caso, non vi sarà addebitata alcuna spesa.”
Fai attenzione a cambiare un po’ il testo, mi hanno detto. Non devono essere tutte uguali, se no alla lunga se ne accorgono.
Gli effetti personali del defunto sono stati bruciati, come misura cautelare per evitare il diffondersi dell’epidemia.
Quattro stracci in croce, avevano quei mostriciattoli. Cosa vuoi rendere alle famiglie?
Includiamo alla presente due copie del certificato di morte, che conserverete con cura, consultabili in qualsiasi momento su richiesta dell’autorità competente.
Ogni mostro trattato è denaro risparmiato.
Ogni mostro trattato è sangue che si purifica.
Ogni mostro trattato è un passo in più verso la gloria della Nazione.
Ogni mostro trattato è un passo in più verso la mia gloria: appartengo alla Germania.
Ogni mostro trattato…
HEIL HITLER.
Non sono bambini, sono mostri. Lo ha detto Lui. Lo ha scritto, il primo settembre 1939.
Il Reichsleiter Bouhler e il Dr. Med. Brandt sono incaricati, sotto la propria responsabilità, di estendere le competenze di alcuni medici da loro nominati, autorizzandoli a concedere la morte per grazia ai malati considerati incurabili secondo l’umano giudizio, previa valutazione critica del loro stato di malattia.
Ogni mostro trattato è un passo in più verso il progresso. Pelle, denti, ossa, fegato, cuore, capelli, vene, ovaie, vesciche, cuori, budella, polmoni, reni, cervelli. A disposizione della gloria, della scienza del Reich.
Morti per grazia: un atto di pietà del nostro Fuhrer.
Per ordine di.
Firmato: Dr. Meyer
Siamo tante. Due stanze piene, solo qui a Berlino. Ho sentito che ce ne sono altre, di noi, sparse un po’ qui e un po’ là.
Venti minuti per ogni lettera. Nove ore di lavoro, cinquecentoquaranta minuti, ventisette lettere al giorno. Sei giorni la settimana, centosessantadue lettere. Seicentoquarantotto lettere al mese. Settemilasettecentosettantasei lettere l’anno.
Il lavoro non manca mai, c’è un nuovo elenco ogni giorno.
Per la gloria del Reich. Perché ci sono vite non degne di essere vissute. Perché lo ha detto Lui.
18.40 – rientro.
Ore 19.00 – cena.
Ore 20.00 – tempo libero nella sala comune. Giochiamo a carte, fumiamo, parliamo dei fidanzati al fronte, di vestiti, di storie d’amore.
Ore 21.30 – ci prepariamo per la notte.
Ore 22.00 – si spengono le luci. Guten nacht, Komfortsekretärin.
Heil Hitler.
Ricordare oggi è un gesto di educazione, una sfida personale alla dittatura del presente che ci fa tutti informati e distratti, condannati all’oblio repentino.
Ricordare oggi ci fa più solidi in un mondo liquido.
Ricordatevi di Grafeneck, la prima a cominciare, novemilaottocentotrentanove vite trattate.
Ricordatevi di Brandenburg, la prigione, novemilasettecentosettantadue vite trattate.
Ricordatevi di Hartheim, diciottomiladuecentosessantanove vite trattate.
Ricordatevi di Sonnestein, tredicimilasettecentoventi vite trattate.
Ricordatevi di Bernburg, ottomilaseicentouno vite trattate.
Ricordatevi di Hadamar, diecimilasettantadue vite trattate.
Trattate male.
Note: Marco Paolini, Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute, 2012
http://nuremberg.law.harvard.edu/documents/1987-letters-sent-to-the-relatives?q=euthanasia#p.1
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