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Un motivo per svegliarsi al mattino
In 6 Giugno 2019 da Mary EmpatikaC’è sempre un motivo che ci sprona a svegliarci al mattino. Può essere un obiettivo da concretizzare, un sogno capace di solleticare le corde della nostra anima, un desiderio che rende le nostre notti insonni. Questo motivo ci mantiene svegli e vitali perché dà un senso alle nostre giornate frenetiche, anche quelle che sembrano non cominciare nel verso giusto.
E’ che vuoi o non vuoi abbiamo bisogno di crearci un valore da attribuire a quello che facciamo, sentiamo o semplicemente siamo. Se ciò non accadesse ci sentiremmo inutili, vuoti, privi di stimoli e imput creativi. Questo motivo che ogni giorno bussa alla nostra porta e ci arma di forza e coraggio, entusiasmo, vitalità nella filosofia giapponese si chiama Ikigai.
Nasce dalla fusione di due parole: l’“Ikiru” che significa “vita” e la parola “kai” che designa la “realizzazione di ciò che si spera, di ciò che desideriamo”. L’Ikigai si ciba di senso e significato. È la continua ricerca di sé stessi. È il motivo per il quale ogni giorno ci sentiamo carichi e vitali per poter affrontare al meglio le nostre giornate. Ognuno di noi ne ha uno ed è connesso al proprio talento e le proprie capacità personali. Riuscire a trovarlo richiede un continuo lavoro di ricerca ed introspezione.
Moltissima gente ignora la sua esistenza o la svalorizza. Dovremmo invece darne la giusta importanza che merita ma, soprattutto dovremmo imparare a difenderlo, riconoscerlo quando le circostanze della vita tendono ad inabissarci.
Per poter riconoscere efficacemente il proprio Ikigai bisogna porsi delle preziose domande alle quali solo noi possiamo rispondere. Le risposte riguardano noi stessi, quelli che siamo veramente al di là delle etichette, dei giudizi della gente, delle maschere che spesso e volentieri si indossano in determinati contesti. Le risposte a queste domande utili riguardano le nostre passioni, i sogni, il talento, quello che sappiamo fare e vogliamo.
Ecco cosa bisogna fare per riconoscere il proprio Ikigai e dare un senso appropriato alla nostra esistenza:
- Chiarire ciò che amiamo: chiedetevi cosa vi piace veramente fare. Occorre capire qual è il vero motivo della propria esistenza. “Quali sono i vostri veri desideri?”. Nella ricerca della risposta a questa domanda siate sinceri e non lasciatevi influenzare dai doveri, le responsabilità e gli obblighi morali che spesso e volentieri ci limitano e condizionano nel nostro agire;
- Credere nelle proprie capacità: la seconda domanda che dovete porvi è la seguente: “In cosa sono effettivamente bravo?”. Tramite la risposta a questa domanda riuscirete a far emergere la vostra vera vocazione. Non sabotate la vostra parte più vera e spontanea che si ciba di sogni, passioni che fanno la differenza. Essi vi donano un’inedita armonia e voglia di fare. Fidatevi del vostro istinto e del talento che sgorga dentro voi stessi. Non metteteli a tacere, non accantonateli, Date loro la possibilità di esprimersi pienamente, senza limiti e regole. Vi saranno d’aiuto anche nella quotidianità e nello svolgimento del vostro lavoro;
- Definire la propria “missione” nel mondo: “cosa vuole il mondo da me?” è la domanda più difficile. Si tratta di capire quanto i nostri compiti e il nostro agire siano d’aiuto per gli altri e il mondo che ci circonda. È importante e soddisfacente sentirsi utili per gli altri. Con le nostre azioni, il nostro “saper fare” possiamo contribuire anche a far star bene gli altri. Le nostre energie, i nostri sacrifici e le attività possono arricchire umanamente il mondo che ci circonda. È creativo e benefico creare connessioni significative che si cibano di confronto, dialogo, emozioni ed esperienze condivise;
- Definire la propria professione: la domanda più pratica è “Qual è la mia professione?”. Non accontentatevi, fate ciò che è in coerenza con quello che siete. Non sono i soldi che fanno la vostra felicità ma è la qualità della vita che vi arricchisce davvero e dona serenità e benessere. Lottate per realizzare i vostri sogni e non arrendetevi di fronte a nessun tipo di difficoltà. I sacrifici col tempo saranno ripagati. Ci vuole pazienza, coraggio e perseveranza!
C’è sempre un motivo che ci sprona a svegliarci al mattino. Può essere un obiettivo da concretizzare, un sogno capace di solleticare le corde della nostra anima, un desiderio che rende le nostre notti insonni. Questo motivo ci mantiene svegli e vitali perché dà un senso alle nostre giornate frenetiche, anche quelle che sembrano non cominciare nel verso giusto.
E’ che vuoi o non vuoi abbiamo bisogno di crearci un valore da attribuire a quello che facciamo, sentiamo o semplicemente siamo. Se ciò non accadesse ci sentiremmo inutili, vuoti, privi di stimoli e imput creativi. Questo motivo che ogni giorno bussa alla nostra porta e ci arma di forza e coraggio, entusiasmo, vitalità nella filosofia giapponese si chiama Ikigai.
Nasce dalla fusione di due parole: l’“Ikiru” che significa “vita” e la parola “kai” che designa la “realizzazione di ciò che si spera, di ciò che desideriamo”. L’Ikigai si ciba di senso e significato. È la continua ricerca di sé stessi. È il motivo per il quale ogni giorno ci sentiamo carichi e vitali per poter affrontare al meglio le nostre giornate. Ognuno di noi ne ha uno ed è connesso al proprio talento e le proprie capacità personali. Riuscire a trovarlo richiede un continuo lavoro di ricerca ed introspezione.
Moltissima gente ignora la sua esistenza o la svalorizza. Dovremmo invece darne la giusta importanza che merita ma, soprattutto dovremmo imparare a difenderlo, riconoscerlo quando le circostanze della vita tendono ad inabissarci.
Per poter riconoscere efficacemente il proprio Ikigai bisogna porsi delle preziose domande alle quali solo noi possiamo rispondere. Le risposte riguardano noi stessi, quelli che siamo veramente al di là delle etichette, dei giudizi della gente, delle maschere che spesso e volentieri si indossano in determinati contesti. Le risposte a queste domande utili riguardano le nostre passioni, i sogni, il talento, quello che sappiamo fare e vogliamo.
Ecco cosa bisogna fare per riconoscere il proprio Ikigai e dare un senso appropriato alla nostra esistenza:
- Chiarire ciò che amiamo: chiedetevi cosa vi piace veramente fare. Occorre capire qual è il vero motivo della propria esistenza. “Quali sono i vostri veri desideri?”. Nella ricerca della risposta a questa domanda siate sinceri e non lasciatevi influenzare dai doveri, le responsabilità e gli obblighi morali che spesso e volentieri ci limitano e condizionano nel nostro agire;
- Credere nelle proprie capacità: la seconda domanda che dovete porvi è la seguente: “In cosa sono effettivamente bravo?”. Tramite la risposta a questa domanda riuscirete a far emergere la vostra vera vocazione. Non sabotate la vostra parte più vera e spontanea che si ciba di sogni, passioni che fanno la differenza. Essi vi donano un’inedita armonia e voglia di fare. Fidatevi del vostro istinto e del talento che sgorga dentro voi stessi. Non metteteli a tacere, non accantonateli, Date loro la possibilità di esprimersi pienamente, senza limiti e regole. Vi saranno d’aiuto anche nella quotidianità e nello svolgimento del vostro lavoro;
- Definire la propria “missione” nel mondo: “cosa vuole il mondo da me?” è la domanda più difficile. Si tratta di capire quanto i nostri compiti e il nostro agire siano d’aiuto per gli altri e il mondo che ci circonda. È importante e soddisfacente sentirsi utili per gli altri. Con le nostre azioni, il nostro “saper fare” possiamo contribuire anche a far star bene gli altri. Le nostre energie, i nostri sacrifici e le attività possono arricchire umanamente il mondo che ci circonda. È creativo e benefico creare connessioni significative che si cibano di confronto, dialogo, emozioni ed esperienze condivise;
- Definire la propria professione: la domanda più pratica è “Qual è la mia professione?”. Non accontentatevi, fate ciò che è in coerenza con quello che siete. Non sono i soldi che fanno la vostra felicità ma è la qualità della vita che vi arricchisce davvero e dona serenità e benessere. Lottate per realizzare i vostri sogni e non arrendetevi di fronte a nessun tipo di difficoltà. I sacrifici col tempo saranno ripagati. Ci vuole pazienza, coraggio e perseveranza!
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Simpatica Empatika,
ciò che dici è pertinente a qualunque essere vivente, bipede e non, tranne al poeta, che per definizione non c’ha meta!
Ascolta:
5) il poeta s’alza dal letto per osmosi o per difetto;
4) pienamente cosciente dell’inutilità del tutto, si pone sotto sotto l’obiettivo di restar vivo;
3) crede nelle proprie capacità quanto uno squalo tigre nella pietà;
2) svolge l’unica professione in cui ci paghi tu [perepè zunzù] se vuoi la tua pubblicazione (o, in casi rari in cui sei proprio bravo, resti in pari)
1) la sua dolce missione nel mondo degli umani è di dannarsi, libero e giocondo, a piene mani;
0) un ikigai? Ma ki l’ha visto mai! Kara Empatika, per il liriko è drammatika!
Buonanotte a tutti!
Credevo di alzarmi con delle cose da fare che avessero un senso, credevo che ogni nuovo giorno mi portasse opportunità e creatività, poi ho cercato di rispondere sinceramente a quelle domande.
Ora ho seri dubbi sul mio alzarmi mattutino: il mio Ikigai mi vuole convincere che sono tutte illusioni per vivere.
Io amo le illusioni, ma mi voglio illudere che non lo siano. Devo fare un discorsetto faccia a faccia con questo Ikigai, lo devo convincere che io sono molto meglio di quello che risulta dalle mie sincere risposte.