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Una carrucola in angolo d’orto
In 26 Novembre 2019 da Diego BelloUna carrucola in angolo d’orto
cigola d’ombra. La ruggine sembra
memoria postuma di sole, membra
battute al tendere d’un tempo torto.
Conserva il pozzo d’acqua sorta intatte
stille che s’alimentano di luna
e l’odore di muschio che t’aduna
la notte avanza dal muro di latte.
La lingua di basilico e di menta
dura s’è fatta dolce, lastricato
lo sterro, il ferro dell’aratro stenta
dietro l’asfalto, ottone lucidato
che brilla senza fuoco e ti rammenta
nostalgiche scintille di passato.
NOTA:
Sonetto ABBA CDDC EFE FEF. Osservando un’antica carrucola in un orto si immagina il suo pianto, come un cigolio d’ombra, per essere stata dimenticata, accantonata, abbandonata in un angolo. L’unica sua funzione è quella estetica, l’unico suo prodotto la ruggine, che come un’opera d’arte ingloba nel suo disegno un’eredità di sole, un intreccio di memoria e di tempo, di giornate piene di vita. Ha acquisito un senso estetico solo dopo che ha perso la propria funzionalità pratica. Anche se potrebbe ancora vivere, perché il pozzo d’acqua sorgiva continua a riempirsi di stille alimentate dalla luna, potrebbe continuare ad elargire purezza e odore di muschio, che cresce dove c’è l’acqua, per allietare magiche notti d’estate.
Tutto questo accade anche a molti dei paesi del sud, dove finalmente è chiara la necessità e l’opportunità di valorizzare ciò che li caratterizza. Le strade sterrate sono state lastricate, quindi rese più piacevoli a vedersi e a percorrerle; l’aratro e tutti i vecchi strumenti per coltivare la terra non sono più utilizzati per quello che servono (stentano dietro l’asfalto) e sono ormai relegati a compiere solo una funzione estetica e storica: non sono più sporchi di terra, ma lucidati a specchio e custoditi dentro una teca museale bene illuminata. E in tutto questo brillare sembra non esserci più fuoco, sembra paradossalmente si sia subita una perdita d’identità, proprio nel momento di massima valorizzazione. Questa contraddizione fa sgorgare una struggente nostalgia per il passato che non può più tornare.
La foto è stata scattata in un giardino di Presicce nella sera di apertura delle case.
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Diego Bello ha una marcia poetica sopra la media. Molto bella.