LUSSURIA . Une Chanson en Enfer
La bambina dell’inferno
In 19 Marzo 2022 da Manuela CapotomboloISPIRATA A BAD CHILD DI TONES AND I
Il respiro è lo stesso. Il groppo alla gola. La fatica. Il sudore. Il cuore che batte, e schizza dal petto. E i gemiti. C’è una differenza. Tra il sesso e questa corsa. Non esiste orgasmo. Né fine. Mai. Le narici masticano nastri di calore. E la bocca si riempie di fuoco. Ingoio l’istinto. Come dondolarsi su un corpo senza averne il controllo. Le briglie sono sciolte. Continuo a salire. Le scale. Continuo a correre. Il campo visivo sobbalza. Lingue verdi leccano intonaco-mucosa. Sono porte. Che mi lascio dietro. Corro. L’orlo della gonna si impiglia nel tacco. Uno strappo. Il cotone svolazza tipo rosso-farfalla oltre la balaustra. Io cado. Il corpo diventa un costante singhiozzo, giù, lungo la rampa. Gradino dopo gradino. Apro la bocca. L’urlo sa di primo vagito.
Soffia un vento sottile, fischia nelle orecchie, trascina con sé odori. E suoni. Cipolla e maiale arrosto. L’ululare. Delle grida. Bambini. Forse. Sollevo la gonna fino alle caviglie. Avanzo di qualche passo. Procedo. Lenta. Il campo visivo si riempie a poco a poco. Lastre. File e file di lastre piantate a terra. Mi fermo. Poco più avanti. I boccoli. La schiena. Le gambette piegate. Il viso rivolto verso la lastra. Mi avvicino. Osservo la carne della mano, tenera e paffuta. Le dita piccole che stringono un pennello. Gli occhi mi bruciano. Deglutisco. La voce che screpola un Sei qui?
La bimba non risponde. Muove il pennello. Ricalca lettere. Lettere incise sulla lastra. Mi abbasso, la abbraccio, le bacio la testolina, un profumo di shampoo alla fragola. Fermati, le sussurro, ti prego, basta! Lei continua a ricalcare. Lettera dopo lettera. Fermati, insisto. La bimba si volta, verso di me.
«Devo imparare a scrivere il mio nome!».
La canzone:
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