LUSSURIA . Une Chanson en Enfer
Sweet Dreams (no exit)
In 11 Settembre 2021 da F.G. SimonISPIRATA A SWEET DREAMS DI EMILY BROWNING
Malattia
Ore 3.00. Il materasso rosicchiato. Topi. Dai buchi, paglia secca. Punto i gomiti. Mi sollevo. Crepitio. Dietro la nuca. Pelle arrossata. E la mezzaluna tatuata. Eccole. Mi stanno di fronte. Inginocchiate su un tappeto persiano. Quella anziana ha un velo. L’altra, corpo raggrumato di grasso e un principio di calvizie. Le loro lingue, intrecciate come serpi in amore. E non si curano di me.
E non ho la forza di gridare.
Dono
Tendo la mano. Irrigidisco le dita. Provo a dilatare una forza che mi scorre sotto la pelle. Nessuno me l’ha insegnato. Nessuno. Mai. Eppure lo faccio. C’è un piccolo corno di ottone sul comodino. Lo attiro a me.
Maledizione
Il suono è gelatinoso. Scivola nelle orecchie. Come bava. Il corpo oscilla. Fluttua. Nell’aria. In alto. Arrivo fino al soffitto. Tiro fuori la lingua. E lecco una striscia d’intonaco. Sa di umidità. E argilla. Rimango sospesa. E non è divertente.
D’un tratto. Le spalle sono ghiacciate come se un getto d’aria mi si scagliasse contro. Poi. Sotto di me. Dei passi. E un profumo di rosa. E labbra sottili. Una figura che si sfila il cappuccio. Solleva il volto. E mi inchioda. Con occhi gialli.
«Prima o poi ti arriva addosso quello che sei».
Labirinto
Scappo. Un corridoio lungo. E stretto. Il buio. Il tempo che è un velo da sposa. Con tutto lo strascico. E i frammenti di risate, e il tintinnio delle coppe di cristallo, nell’altra sala. E una Chesterfield accesa, dietro il tendone. Corro. Corro. Arrivo in fondo a una navata. Riesco a vederla. La dama. Sull’altare. Che è una terribile promessa, e odora di temporale.
Malattia
All’improvviso. Lo sento. Un pugno che mi attraversa. Buca. Lo stomaco. I polmoni. L’intestino. E mi contorco. Senza respiro. E le gambe cedono. Rimango carponi. Poi scivolo. La faccia è schiacciata contro il pavimento. Intanto. Qualcosa prova a uscire dal mio corpo. Sono aggrovigliata. Come un verme. Come una litania. Dolore e movimenti. Finirà. Finirà. Ecco. Dal centro della schiena. Schizzo un liquido assurdo. Acido. Apro la bocca. Vorrei gridare. Arrivano solo rantolii. Che risucchiano. L’anima. E viene. Fuori da me. Che si allunga. Lei. È all’altezza del mio campo visivo. La faccia. E mi sputa. Midollo. E sangue. Sono io.
«Prima o poi ti arriva addosso quello che sei».
La canzone:
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