LUSSURIA . Une Chanson en Enfer
Sotto il suono dell’ombra
In 21 Agosto 2021 da F.G. SimonISPIRATO A BROKEN BELLS DEI GRETA VAN FLEET
Gabriel piange di campane rotte,
alle porte del Fleet
il suono di una ballad
Gabriel, ora piangi di topi che hanno perso le code. E ora piangi di campane rotte.
Gabriel, legato al palo davanti alle porte del Fleet. L’aridità ti veste di carne secca. Dalle labbra, un rumore screpolato.
I ricordi sono petali di fuoco. I ricordi orlano ferite profonde e rosicchiano un cuore bruciato.
È stato mille anni fa. Avevi occhi inondati di mare. Avevi la bellezza dei riccioli biondi e l’eternità sfrontata nello sguardo. Non ti bastava l’arpa degli angeli. Non ti bastava il coro dei fiocchi di neve. Seguivi la scia delle nuvole nel tempo dei grandi temporali. Tu cercavi la sfida contro dio che t’ha inventato eterno. E dio ha placato la tua sete con la sete d’amore.
Volavi nella dolce vallata del Fleet. Sotto il suono dell’ombra, lei pizzicava una ballata di piume e tu le cantavi fragranze di pioggia. E poi c’erano i baci. Gli schiocchi e il succo della mela in treccia di lingue. E dio v’ha lasciato fare pensando di placare la tua sete con la sete d’amore.
Ma tu hai la natura dell’angelo. Non puoi amare davvero. E il desiderio consumato ha la consistenza del miele che si scioglie nell’acido. Piano piano. E il frutto è diventato maturo. Troppo maturo. E s’è riempito di vermi.
Il serpente ti sibilava dietro. Che la mela è troppo cotta, che va lasciata marcire, che dio si fotta nell’eterno.
Così un giorno lei t’ha visto. E le è crollato il paradiso. I tuoi piedi si sono staccati da terra. Di un solo centimetro, uno solo, le hai gridato, che vuoi che sia? E poi le sorridevi addosso amore finito, spalmandola di un sogno che non volevi più realizzare. Adesso sconti la pena dell’inganno. E legato a un palo non riesci a scacciare le mosche che danzano attorno alle tue infezioni. E piangi. E piangi.
I ricordi sono petali di fuoco. I ricordi orlano ferite profonde e rosicchiano un cuore bruciato.
Il serpente le suggerì di spalmarsi di resina d’acero per averti sempre accanto. Mentre dormivi, lei t’ha girato, e s’è incollata alla tua schiena, bloccando ali frementi. Così non volerai, disse.
Sotto il suono dell’ombra. Nella vallata del Fleet.
Ti sei svegliato. Me la pagherai, hai imprecato. Lei ha sbarrato gli occhi. Dio, che ho fatto? Gridava. Ma non c’era più tempo, né via di scampo. La rabbia ti aveva reso cieco. Mentre lei ti chiedeva scusa. Sentivi il suo seno incollato alle tue ali. E le piume intrise di rivoli di resina.
E lei doveva pagare per tutto.
Che dio si fotta nell’eterno, vero Gabriel?
Con uno scatto ti sei sollevato dal letto, lei non poteva muoversi appiccicata a te in quel modo, e tu eri più forte. E lei urlava. E tu hai preso la rincorsa. All’indietro. C’era una parete. E lei gridava. Perché aveva capito. Ma tu eri sordo. E cieco. E correvi all’indietro. Poi uno schianto.
Di colpo, dalla bocca della tua amata, un fiotto di sangue. E un altro. E il suo liquido scioglieva la resina. E tu potevi scollarti da lei.
Le ali erano rotte. Ma non ti importava più di volare. Piangevi di topi che hanno perso le code. E piangevi di campane rotte. E te ne sei andato, con i resti di lei tra le braccia.
E ora sei legato a un palo. Alle porte del Fleet. E le mosche danzano attorno alle tue infezioni. E piangi di topi che hanno perso le code. E di campane rotte. E sogni ancora di volare con lei sotto il suono dell’ombra. E piangi. E piangi. Alle porte del Fleet, la vallata-paradiso. Mentre il serpente sorride.
La canzone:
Greta Van Fleet - Broken Bells (Audio)
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