The river’s tent is broken; the last fingers of leaf
Clutch and sink into the wet bank. The wind
Crosses the browen land, unheard, The nymphs are departed.
Sweet Thames, run softly, till I end my song.
The river bears no empty bottles, sandwich papers,
Silk handkerciefs, cardboard boxes, cigarette ends
Or other testimony of summer nights. The nymphs are departed.
And their friends, the loitering heirs of City directors;
Departed, have left no addresses.
By the waters of Leman I sat down and wept…
Sweet Thames, run softly till I end my song,
Sweet Thames, run softly, for I speak not loud or long.
(Traduzione: La tenda del fiume si è rotta: le ultime dita delle foglie | si aggrappano e affondano dentro la riva umida. Il vento | attraversa la terra scura, non udibile. Le Ninfe son partite. | Dolce Tamigi, scorri lievemente, finché dura il mio canto. | Il fiume non porta bottiglie vuote, carte da salumaio | fazzoletti di seta, scatole di cartone, mozziconi di sigarette |o altre testimonianze delle notti estive. Le Ninfe son partite. | E i loro amici eredi sfaccendati di direttori di compagnie della City; | partiti senza lasciare indirizzo. Presso le acque del Lemano | mi sedetti e piansi. Dolce Tamigi, scorri dolcemente | finché dura il mio canto. Dolce Tamigi, scorri dolcemente | perché il mio canto non è alto né lungo.)
The Waste Land, parte III, vv.173/184
Nota:
La terra desolata (The Waste Land) è un classico della letteratura modernista; il poemetto, diviso in cinque sezioni, fu composto da T. S. Eliot (Saint Louis, 26 settembre 1888 – Londra, 4 gennaio 1965) nel 1921. La solitudine interiore e il viaggio dell’io del poeta si confrontano con la trasformazione industriale e urbana che, subito dopo la fine della Gande Guerra, sconvolge la società europea. Il temadell’aridità, e, quindi, dell’infertilità, percorre tutta l’opera, sebbene a esso si contrappongano riferimenti ai miti di trasformazione e di rinascita, quindi propiziatori e catartici. Nell’opera il linguaggio discorsivo è soppresso e la parola è data a immagini e a frammenti apparentemente giustapposti.
I versi citati appartengono alla terza sezione del poemetto, denominata Il sermone del fuoco. Eliot stesso suggerisce come chiave di lettura, il Prothalamion di Edmund Spenser (1552-1599). La serenità del mondo naturale e la celebrazione festosa delle nozze, lungo le rive del Tamigi, descritte da Spencer, vengono capovolte da Eliot in un mondo infecondo, fatto di foglie che sprofondano nella terra scura, di un fiume ormai abbandonato dalle Ninfe, quelle stesse Ninfe che, al contrario, con la loro presenza, allietavano il paesaggio del Prothalamion. Il senso di disorientamento e di cupa disperazione è accentuato dal pianto del poeta, presso il lago Lemano.
Il leit motiv che accomuna i due testi è rappresentato dalla speculare presenza, in Eliot e in Spenser, del dolce scorrere del Tamigi. Il canto di Eliot, però, per sua stessa affermazione, non è né alto e né lungo. Negando, quindi, eternità alla propria poesia, il poeta Eliot si sottrae al ruolo di poeta-vate, guida della società.
Titolo, traduttore, anno, editore della nostra edizione: T.S.Eliot, La terra desolata. Quattro quartetti, traduzione dall’inglese di Angelo Tonelli, Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano, 2019 (prima edizione 1995)
Edizione originale: T.S.Eliot, The Waste Land, Boni & Liveright, 1922
The Waste Land
In 3 Gennaio 2021 da Caterina LevatoLa terra desolata (The Waste Land) è un classico della letteratura modernista; il poemetto, diviso in cinque sezioni, fu composto da T. S. Eliot (Saint Louis, 26 settembre 1888 – Londra, 4 gennaio 1965) nel 1921. La solitudine interiore e il viaggio dell’io del poeta si confrontano con la trasformazione industriale e urbana che, subito dopo la fine della Gande Guerra, sconvolge la società europea. Il tema dell’aridità, e, quindi, dell’infertilità, percorre tutta l’opera, sebbene a esso si contrappongano riferimenti ai miti di trasformazione e di rinascita, quindi propiziatori e catartici. Nell’opera il linguaggio discorsivo è soppresso e la parola è data a immagini e a frammenti apparentemente giustapposti.
I versi citati appartengono alla terza sezione del poemetto, denominata Il sermone del fuoco. Eliot stesso suggerisce come chiave di lettura, il Prothalamion di Edmund Spenser (1552-1599). La serenità del mondo naturale e la celebrazione festosa delle nozze, lungo le rive del Tamigi, descritte da Spencer, vengono capovolte da Eliot in un mondo infecondo, fatto di foglie che sprofondano nella terra scura, di un fiume ormai abbandonato dalle Ninfe, quelle stesse Ninfe che, al contrario, con la loro presenza, allietavano il paesaggio del Prothalamion. Il senso di disorientamento e di cupa disperazione è accentuato dal pianto del poeta, presso il lago Lemano.
Il leit motiv che accomuna i due testi è rappresentato dalla speculare presenza, in Eliot e in Spenser, del dolce scorrere del Tamigi. Il canto di Eliot, però, per sua stessa affermazione, non è né alto e né lungo. Negando, quindi, eternità alla propria poesia, il poeta Eliot si sottrae al ruolo di poeta-vate, guida della società.
Titolo, traduttore, anno, editore della nostra edizione: T.S.Eliot, La terra desolata. Quattro quartetti, traduzione dall’inglese di Angelo Tonelli, Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano, 2019 (prima edizione 1995)
Edizione originale: T.S.Eliot, The Waste Land, Boni & Liveright, 1922