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Vuoto vs pieno
In 7 Giugno 2018 da Mary Empatika
Ci dimentichiamo spesso che vuoto e pieno sono due dimensioni dipendenti l’una dall’altra perciò inseparabili. Non possiamo comprendere una dimensione di pienezza se prima non abbiamo avuto la percezione della mancanza e del vuoto. Per noi occidentali il termine Vuoto ha una valenza altamente negativa. Spesso quando vogliamo designare una persona sciocca, priva di personalità e carattere, diciamo che quella persona è Vuota.
Nietzsche sosteneva che il Vuoto è sinonimo di Nulla. Egli ha una visione del senso di vuoto abbastanza nichilista perché considera la condizione del Nulla, una condizione esistenziale in cui si perdono ideali, valori, obiettivi e il fine stesso della vita. Anche Sant’Agostino considerava il Vuoto uno stato mentale in cui l’essere si inabissa e dal quale è difficile riemergere. Aristotele, al contrario, si rese conto che la condizione del vuoto consente di raggiungere lo stato di pienezza per eccellenza perché solo quando ci si inabissa, si può riemergere, attingere a nuove risorse per rinascere, rinnovarsi. Egli aveva appreso dalle sue esperienze personali che quando in un luogo viene tolta la materia, nuova materia colma quel vuoto in un continuo ricambio. È la dimostrazione che tutto si rigenera e risplende in nuove forme e colori.
Noi occidentali valorizziamo solo la Pienezza. Accumuliamo oggetti, vestiti, cianfrusaglie (senza criterio e metodo!), contatti (spesso frivoli!), esperienze per paura di affrontare il Vuoto che dilaga in profondità, nell’Anima. Le nostre stanze sono stracolme di mobili, quadri, fotografie in maniera inversamente proporzionale alla ricchezza d’animo. Pensiamo all’estetica, al materiale e ci dimentichiamo dell’essenziale che come era raccontato nel libro Il Piccolo Principe’, è invisibile agli occhi. Il vuoto che sovrasta l’anima è fonte di numerose nevrosi, psicosi e frustrazioni. Si ha paura di affrontarlo perché il Niente spaventa, ci mette a tu per tu con la nostra anima e ci solleva nuovi dubbi ed interrogativi.
Nella filosofia orientale il Vuoto rappresenta l’abbondanza, la pienezza, la ricchezza, la disponibilità d’animo e di apprendimento, il “mettersi in gioco”. È la dimostrazione di quanto mentalmente (e non solo!) gli orientali stanno più avanti di noi. Gli orientali ci insegnano che la mente può essere ricettiva solo se si libera da preconcetti, pregiudizi, mania di controllo e potere. Solo se svuotiamo possiamo riempire e dopo svuotare un’altra volta e nuovamente riempire. È un ciclo infinito, è il cerchio della vita rappresentato dal simbolo del Tao, lo Yin e Yang. È un ciclo al quale dobbiamo lasciarci andare senza paure e riserve!
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