Happy BDays . IRA
Hiromi Kawakami
In 1 Aprile 2022 da Debora Borgognoni«Le mele nella cesta posata accanto al mio cuscino fanno un buon odore. Nell’aria fredda dell’inverno, il profumo è più intenso del solito. Io sbuccio sempre le mele tagliandole prima in quattro, ma mia madre – ricordo ora nella mia mente offuscata – con il coltello toglie prima la buccia tutt’intorno. Una volta, a un mio fidanzato, ho sbucciato una mela. Ai fornelli non valgo granché, tanto per cominciare, ma anche se fossi brava, non sono il tipo da preparare il bentō a un uomo, da andare a casa sua a fargli da mangiare o invitarlo a cena da me per servirgli manicaretti. Ho sempre temuto di restare intrappolata, se mi fossi comportata così. E non mi andava nemmeno che fosse lui a provare la sensazione di venire incastrato. Cioè, se sentirsi in trappola era inevitabile, in realtà bastava non dare alla cosa troppa importanza, ma non riuscivo ad abituarmi a quell’idea».
Allo scrittore si chiede sempre se il tal personaggio sia autobiografico, chi si celi dietro quell’altro, chi ricorda l’altro ancora. Deve essere sempre preso tutto in prestito dalla realtà, fatto di per sé innegabile e persino carico di magia, a dirla tutta. Ma, a volte, una quarantenne sola che incontra dopo anni il proprio professore delle scuole superiori e con lui mangia, beve, discute della vita, ognuno mettendo in gioco le proprie malinconie, risulta più simile a chi legge che a chi l’ha ideata. E ogni riferimento non è affatto casuale.
Nata a Tokyo il primo aprile 1958, la scrittrice giapponese Hiromi Kawakami è considerata tra le più talentuose viventi della sua patria per aver ottenuto premi prestigiosi quali il Premio Akutagawa (il maggior premio giapponese per autori esordienti), e il Premio Tanizaki (insieme all’Akutagawa è il premio più prestigioso, che conferisce anche una somma rilevante, un milione di yen, circa diecimila euro).
Ma, al di là dei premi, quello che ci sorprende tra le pagine di Hiromi Kawakami è un femminismo sotteso e mai forzato; un amore delicato e rispettoso, privo di sentimentalismo; il difficile progredire dell’uomo e delle stagioni, con l’eterna difficoltà dell’uno di stare al passo della natura e di acquisirne pragmatismo.
L’Italia ha visto la pubblicazioni di soli tre titoli: La cartella del professore, da cui Jiro Taniguchi ha tratto la graphic novel intitolata Gli anni dolci (Einaudi, 2011), Le donne del signor Nakano (2014) e I dieci amori di Nishino (2018).
HappyBDay, Hiromi Kawakami, per i tuoi 64 anni!
Citazioni:
Già, ma che cos’è l’amore? Si ha il diritto di amare, non quello di essere ricambiati. Amavo Nishino, ma non per questo lui era tenuto ad amare me. Lo sapevo benissimo, eppure soffrivo del fatto che non fosse innamorato di me quanto io di lui. E più soffrivo e più lo amavo.
(Hiromi Kawakami, I dieci amori di Nishino (Nishino Yukihiko no koi to bōken, 2003), Torino, Einaudi, 2018 traduzione di Antonietta Pastore)
Il nostro era un mondo strano, in cui tutto ciò che era nuovo, pulito e ordinato perdeva di valore.
(Hiromi Kawakami, Le donne del signor Nakano (Furudōgu nakano shōten, 2005), Torino, Einaudi, 2014 traduzione di Antonietta Pastore)
Ormai non mi seccano più dicendo che dovrei sposarmi e lasciare il lavoro. Sono anni che non mi mettono più in imbarazzo con questo genere di osservazioni. Semplicemente con loro non mi sento a mio agio. È come quando scelgo diversi vestiti della mia taglia, poi, quando li provo, constato sorpresa che alcuni sono troppo corti e altri troppo lunghi. Però quando li tolgo, appoggiandomeli addosso non posso fare a meno di pensare che la taglia è quella giusta. La sensazione che provo coi miei è un po’ questa.
(Hiromi Kawakami, La cartella del professore (Sensei no kaban, 2000), Torino, Einaudi, 2011 traduzione di Antonietta Pastore)
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