Gli occhiali di Allen cavalcavano una strana creatura. Un dromedario con narici innestate ai lati. La gobba del naso sudava e faceva scivolare il ponte in basso. Nonostante l’aria condizionata, Allen sudava. Aveva rotto il culo a uno, un attimo prima. Rotto il culo, letteralmente. Spappolato il culo. E l’attimo dopo si trovava a pranzare al Mc. E Allen, tra un morso e l’altro, tra una stupida parola e l’altra, tirava su gli occhiali, premendo il polpastrello contro la lente.
Sally, seduta di fronte, inquadrava l’impronta digitale di Allen lasciata sul vetro. Unta, grassa, schifosa. Questo pensava lei, con il gomito puntato sul tavolo, il palmo aperto come una piscina, metà del mento affondato lì dentro. L’altra mano, invece, ciondolava sotto il tavolo, ci strusciava contro. Il suono non era di pelle contro il compensato. Il suono era provocato da qualcosa di più duro contro il compensato.
Stridio.
Allen sentiva, ma non chiedeva. Perché non la metti via, sorella? No, no, era tutto okay, tutto tranquillo, erano una famiglia. Anche se tra le cosce di Sally c’era una Heckler & Koch, tutto funzionava. Allen che continuava a mangiare il panino.
Le narici di Sally tremolavano tipo il bianco delle uova quando le fai in camicia. L’odore del McChicken di Allen era un nastro srotolato attorno a lei. E le faceva schifo. Come accadeva in questi casi, Sally attivava un meccanismo di difesa. Rattrappiva. Tutta. Si chiudeva, contraeva, irrigidiva. Mente e corpo diventavano un bar a fuoco con dentro molte Sally che si versavano da bere un centinaio di Fallo-adesso-ora-in-questo-istante!
«Mi fai schifo!».
«Scusa?». Allen che aveva alzato lo sguardo dal panino, il polpastrello contro la lente per tirare su gli occhiali.
«Fai schifo anche a Mae». La mano della ragazza che era sgusciata via da sotto il tavolo.
Gli occhi di Allen avevano appena messo a fuoco una cosa nera puntata contro di lui.
«Ehi, ehi, che cazzo fai!».
«Mae dice che devo proseguire da sola!».
«Che?». Allen che scansionava la sala. Possibile che nessuno vedeva?
«Non ci provare!». Sally che aveva alzato il cane.
«A fare che?». Le pupille di Allen guizzavano come pesci dentro due acquari.
«Io vado avanti da sola!». L’impugnatura che era tenuta saldamente.
«Perché?». Allen che risucchiava con lo sguardo ogni donna, uomo, lì dentro. Nessuno reagiva.
«So tutto!». Un ghigno sulla bocca di Sally. Il ferro, poggiato sopra il dromedario di Allen, gli alzava il ponte. Gli occhiali, scossi, gli segavano per obliquo la fronte.
Allen aveva le mani sollevate in gesto di resa, il McChicken era finito a terra.
«Hai capito?».
Per un attimo una Crew, la Heckler & Koch e Allen si incrociarono. Poi la Crew era scivolata via dalla scena.
«Perdio, sono tuo fratello!». Allen c’era arrivato. Sally l’aveva portato al Mc. Tutti erano corrotti. Mae aveva visto la borsa piena di soldi, si voleva pappare il bottino da sola.
«Razza di cagne!».
Lo sparo aveva creato un Allen che tutti quelli del Mc avrebbero ricordato a vita. L’uomo veniva risucchiato in un vortice di vibrazioni. Metà testa che schizzava via, che trascinava con sé il resto del corpo, e il fantoccio che era finito sul tavolo interattivo, e Pacman sotto la pozza di sangue, sotto i filamenti di cervella.
«A scoparla sono più brava di te!».
Sally, davanti alla porta, aveva abbassato lo sguardo.
Non per dolore, non per umiltà o pentimento, né per preghiera. Un po’ di McChicken le era finito sotto la suola.
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Lascia un commento