
Le storie superbe . SUPERBIA
Una monetina risparmiata
In 11 Ottobre 2015 da Viviana Gabrini“Dai, Pirelli, vieni a prendere il caffè con noi”. Il ragionier Pirelli rispose al collega Tozzi con un sorrisetto tirato, prendendo tempo per inventare una scusa che rendesse plausibile il suo diniego.
“Dai Pirelli, insistette Tozzi, che poi arriva il capo con la pratica Arcimboldi e non ne usciamo fino a sera”. Pirelli dovette riconoscere che il collega aveva ragione e, mestamente, si accodò a Tozzi e a Liciardi, direzione distributore bevande. Il trucco, si disse, era rimanere almeno tre passi indietro rispetto a loro e aspettare che entrambi si fossero serviti, oppure fingere di aver scordato la tessera prepagata sulla scrivania e tornare indietro. Il ragionier Pirelli odiava con tutte le sue forze il rito collettivo del caffè alla macchinetta e soprattutto l’abitudine, dura a morire, di offrire a turno a tutti i presenti. “Smaniate dalla voglia di dar fondo a tutti i vostri averi offrendo colazioni a tutto l’ufficio?” pensava Pirelli con livore “beh, accomodatevi, ma non pretendete che io faccia lo stesso”.
Quando si accorse che il collega Tozzi stava pagando per tutti con la sua tessera, Pirelli si rilassò: una monetina risparmiata è una monetina guadagnata, era il suo motto.
La giornata filò via veloce: Pirelli non aveva amici fra i colleghi e, al di là di poche banalità, aveva sempre poco da dire con chi gli stava attorno.
Sapeva benissimo quello che dicevano di lui alle sua spalle: che era rigido e maniacale e soprattutto infinitamente spilorcio.
Lui invece preferiva vedersi tutto d’ un pezzo, preciso e soprattutto oculato e parsimonioso.
Immerso nelle sue riflessioni, Pirelli raggiunse l’uscita e prese a vagare con lo sguardo alla ricerca della collega Tuppia.
“Scusa, Tozzi, hai visto Tuppia?”
“Uscita mezz’ora prima. Dentista”.
Pirelli represse un moto di stizza e si avviò verso la fermata dell’autobus. Fra lui e Tuppia non c’era nessun tipo di accordo, ma lui si era accorto che la donna abitava nella sua zona e con una piccola deviazione che a lei costava solo dieci minuti di percorso in più, lui si risparmiava 45 minuti di corse sugli autobus. E un euro e trenta centesimi di biglietto.
“Ma che ci farai con tutti i soldi che guadagni?” lo aveva canzonato una volta Tozzi. Lui aveva ritenuto la domanda troppo volgare per meritare una risposta.
Tre quarti d’ora dopo, l’autobus lo scodellava a due passi dal suo lindo, pulito e ordinatissimo appartamento.
Due giri di chiave, interruttore della luce, giaccone sull’appendiabiti a destra, scarpe nel ripostiglio a sinistra, pantofole. Tutti i giorni, gli stessi gesti.
Fu proprio davanti al ripostiglio che Pirelli raccolse dal pavimento una moneta da un euro. Strano. Forse c’era un buco nella fodera delle tasche e da lì gli era caduta la moneta. Non c’erano altre spiegazioni. Perplesso, si accorse un secondo dopo che anche davanti alla porta del bagno c’era una moneta da un centesimo.
Impossibile. Lui non era disordinato. Lui non era uomo da perdere denaro dalle tasche. Che qualcuno fosse entrato in casa sua?
Sciocchezze, si disse. I ladri rubano, non seminano monete sul pavimento. Si chinò per raccogliere anche la seconda moneta e nel farlo si rese conto che ai suoi piedi c’erano almeno dieci monete. Incredulo e soprattutto incapace di darsi una spiegazione, Pirelli si ritrovò carponi a raccogliere monete che fiorivano dal pavimento come margherite a primavera e cascavano dal soffitto come grandine ad agosto.
Fu solo dopo una settimana di assenza ingiustificata che i colleghi decisero di cercarlo a casa. I vicini allora si resero conto di non incrociarlo dal lunedì e allertarono l’amministratore del condominio, che a sua volta chiamò un fabbro per scardinare la serratura. Quando finalmente riuscirono ad aprire la porta, un fiume di monetine invase il pianerottolo. Ci vollero due giorni prima che riuscissero a trovare il corpo del ragioniere, oramai senza vita. Stava tra la camera da letto e il bagno. Nella mano destra teneva ancora stretta una moneta da cinque centesimi.
Viviana Gabrini è scrittrice. Recita e fotografa per passione, e le piace fare la blogger. Ha pubblicato il libro I fili di Arianna per Primula Editore.
Immagine tratta dal dipinto dell’autore Marinus Van Reymerswaele. Se l’immagine viola copyright si prega di segnalarlo a blog@sevenblog.it
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Tristemente surreale, per questo vero.
Grande Viv che scruta il cuore buio degli uomini, alla luce dell’ironia…
troppo buona ^^
si legge d’un fiato, perchè ti sembra di conoscerlo…dove l’ho già visto? Bello, brava Viviana!!!!