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Fernand Léger
In 4 Febbraio 2022 da Debora Borgognoni«Questi nuovi mezzi [nel film moderno, 1920] ci hanno dato una nuova mentalità. Vogliamo vedere chiaramente, vogliamo capire meccanismi, funzioni, motori, fin nei minimi dettagli. Gli insiemi compositi non ci bastano più – vogliamo sentire e cogliere i dettagli di quegli insiemi – e ci rendiamo conto che questi dettagli, questi frammenti, se visti isolatamente, hanno una vita completa e particolare… I close-up nel cinema sono una consacrazione di questa nuova visione. Una scarpa bella come un quadro. Un’immagine bella come una macchina a raggi X».
Era un ragazzo degli anni Venti, Fernand. Aveva dipinto, aveva scioccato, era col suo gruppo di ribelli d’avanguardia – Delaunay, Gleizes, Le Fauconnier, Metzinger – e voleva far scoppiare quella cosa magnificamente orribile chiamata cubismo. A Parigi non ci si sconvolgeva per molto tempo, e allora l’avanguardia era essenziale, le menti dovevano aprirsi, i capricci dell’essere umano manifestarsi. Il cinema cambiava in sperimentazione costante, in viaggio nel cervello, e Freud ne alimentava la ricerca tra gli artisti.
E Fernand Léger lo era, a tuttotondo.
Il cinema d’avanguardia, il cinema cubista, si basa su quel piccolo immenso girato dal nome Ballet mécanique, partorito dal suo genio.
Tanti auguri, Fernand, ovunque tu sia nell’immensità dell’universo che per primo hai conosciuto per noi.
Nota: Fernand Léger nasce ad Argentan il 4 febbraio 1881 e muore a Gif-sur-Yvette il 17 agosto 1955. È stato pittore, illustratore, costumista, scenografo, regista.
Citazioni:
Le Ballet Mecanique 1924 - Fernand Léger, Georges Antheil, Dudley Murphy, Man Ray
Fernand Léger, Le ballet mécanique, 1924
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