Le opinioni superbe . SUPERBIA
Buio. Introspezione e paranormale
In 18 Luglio 2016 da Francesca ChiarelloAurelio Andriani, nato ad Altamura nel 1971, è l’autore di Buio (selfpublishing, Amazon Kindle Direct Publishing), un racconto lungo che viaggia tra l’horror – anche se di questo genere si notano pochissime caratteristiche – e il paranormale.
Andriani mi stupisce fin da subito, quando noto che la citazione d’apertura del libro è una delle sue:
Quello che la mente umana può sognare ed immaginare, non viene attinto altro che dai propri incubi e dalle proprie paure.
Lasciandoli sfogare liberamente, tutto il nostro essere si rasserena e fa sì che le recondite inquietudini restino semplici macchie nere sulla carta immacolata.
La particolarità del racconto, secondo me, parte proprio da lì; l’introspezione che nasce fin dalla prima pagina, per creare un viaggio all’interno dell’oscurità che è presente in ognuno di noi e che l’autore ricalca durante tutta la narrazione.
Dave Ethan è il protagonista che viene perseguitato dal buio fin da quando era piccolo, l’oscurità è la sua paura più grande ma lo attira come una calamita, non riesce a starci lontano, come se si nutrisse del senso di inquietudine che ne deriva.
Nulla di strano circondava quella casa sperduta sulle montagne e fra i boschi, se non quel gruppetto di averi e pini le cui foglie, mosse dal vento e buttate nelle tenebre, provocavano quel suono stupendo e terribile allo stesso tempo. Sentiva l’alito della natura soffiargli sul collo ed attraversargli il cuore, gelandolo a fondo e stimolando la sua fervida fantasia.
Ethan torna a Dotter Hill dopo anni di lontananza e quando ormai non ha più nessuno che lo lega a quella terra. L’unica cosa che sembra aspettarlo sono le sue paure, tutte inglobate nel boschetto vicino a casa che teme da quando era piccolo. Tutto inizia e finisce in quel bosco, dove prendono vita anche quelle figure – quei fantasmi – che lo perseguitano ormai da tempo e che prendono la forma dei suoi affetti più cari.
Come ogni romanzo che si rispetti non manca la parte affettiva: Ethan ricorda con affetto la moglie e il legame che condivideva con lei. Pensa anche alla possibilità di trovare qualcun altro, tuttavia ha paura di soffrire. Vede la donna come un flagello, anche se ne sente la mancanza.
Se esistesse la donna che può farmi rivivere momenti dolci come quelli vissuti con Cathleen ed a cui posso dare tutto me stesso confidandole i miei più reconditi segreti, comunque non sarò io a portarla da me […]
L’horror non è così presente come si potrebbe immaginare anche se vengono usate delle locuzioni e delle espressioni che richiamano quel senso inquietudine e spaesamento tipico del genere, per esempio: velluto verde (che ricorda i vestiti d’epoca e si ritrova anche in Stoker), color ruggine, suono ovattato, crepitio nel caminetto, pensieri cupi, laboratori sotterranei, tana del buio, leggero sghignazzare…
È sicuramente un romanzo introspettivo, il viaggio di Ethan è talmente personale e, a tratti, privato che al lettore potrebbe sembrare di spiarlo dal buco della serratura. Ed è anche paranormale, l’ultimo capitolo lo dimostra portando la narrazione nel suo punto più alto, presentando le nove figure umanoidi che infestano l’anima del protagonista e che non si capisce se siano reali o meno.
Di tutti i romanzi di selfpublishing che ho letto, sicuramente questo è quello che è stato scritto meglio, quattro capitoli intesi che si leggono in modo scorrevole, che ti piaccia il genere o meno.
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Grazie per la profonda quanto precisa visione del primo fra i miei romanzi brevi.
Complimenti a Francesca Chiarello
Grazie, complimenti a lei. Le auguro una magnifica carriera.