
Le storie superbe . SUPERBIA
L’ultima sigaretta
In 25 Settembre 2022 da Claudia Oliva
Claudia Oliva
Un’ultima sigaretta questa notte prima di andare a dormire.
Solo l’ultima, lo giuro. Me la godrò fino alla fine, lasciando che si consumi come un profumato incenso.
Abbandonerò le notti insonni guardando dentro i tuoi occhi, quando contavamo le stelle e sognavamo di conquistare tutte le spiagge e i tramonti che avremmo incontrato.
In quella costa, dove il vento tira forte e di notte eravamo le uniche intruse ad accarezzarci furtivamente.
Desideravi assaporare ogni colore di quelle sfumature perfette, che solo il sole, quando rinasce, ci regalava.
Cullate, sì, solo dal rumore dei frangenti. E noi, restavamo lì, viso contro viso, fin quando l’oscurità lasciava spazio alla luce.
La sigaretta continua a consumarsi e piano piano questa estate la saluterò. Non la saluteremo insieme.
Il tuo corpo abbronzato non dormirà più nel mio letto.
Non ti butterò più in mare, prendendoti dalle cosce.
Non ti porterò ancora in quella spiaggia fatta di minuscole pietre colorate, dove avevamo scelto le più graziose, l’una per donarla all’altra.
Non accarezzerò più il tuo corpo liscio tutta la notte, come se fosse il tesoro più bello da proteggere, o l’astro più luminosa che tu mi abbia mostrato.
Forse, nei tuoi occhi ancora socchiusi dalle fioche luci del mattino, dovevo vedere quello: tutte le stelle, i tramonti, le lune e le albe che mi avevi generosamente donato, nei tuoi piccoli grandi gesti.
Abbiamo affrontato un’estate rovente che c’ha fatto impazzire, ed io impazzivo per te, quando m’insegnavi che la luna cambia e diventa ancor più magica, quando calando riflette sulle barche del molo.
Con le braccia sul collo, le mani intrecciate, le labbra unite tra passione e dolci baci.
Forse non ho capito che quest’estate era la nostra.
E se ogni tuo gesto inusuale ha un valore singolare, ora ho capito che questa era la strada che ci avrebbe portato insieme nella stagione delle foglie che cadono.
E ti avrei visto e vissuto ancora, col cappotto di velluto in testa, la felpa col cappuccio, e il giubbotto in jeans col montone, quello sì.
E l’avrei chiuso io per te, per ripararti il collo e fondermi nel tuo lungo abbraccio, tanto grande quanto il desiderio di averti con me per le prossime stagioni.
Di stelle. Di lune. Di piogge. Di albe. Di tramonti .
D’amore.
La sigaretta si è spenta, e ora devo proprio andare a dormire. Saluto l’estate, e i tuoi occhi che non vedrò più.
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