Innamorato pazzo è stato il secondo film che ha visto sul grande schermo l’accoppiata Adriano Celentano e Ornella muti, in precedneza protagonisti de Il bisbetico domato. Il botteghino fu particolarmente generoso con Innamorato pazzo, tanto da risultare il film più visto nella stagione 1981-1982 superando Il tempo delle mele e Il marchese del Grillo grazie a un incasso superiore ai 21 miliardi di lire. La pellicola vanta pure un alto numero di passaggi televisivi, tanto che tutti gli anni è possibile rivederlo anche più di una volta. Come tutte le pellicole realizzate con Celentano protagonista e con l’accoppiata Castellano-Pipolo nella veste di sceneggiatori e registi, il copione è ricucito sulla mimica e la tipica comicità del molleggiato, che si è sempre trovato a proprio agio sia come cantante, sia come attore e poi come conduttore televisivo.
Innamorato pazzo, Castellano e Pipolo, 1981 (fonte YouTube)
Innamorato pazzo ha una trama esile che evidetemente ha funzionato per un pubblico che in sala ci andava molto più di oggi e che ricercava, pure in quegli anni, svago e qualche risata facile e magari non volgare. Ornella Muti non sprizza di simpatia in un ruolo stereotipato e un po’ annoiato più che ribelle ma la sua bellezza, ancora più ammirata in pellicole di maggiore spessore di anni precedenti, non tradisce di certo. Solo in tempi recenti si è avuta la conferma della relazione tra i due protagonisti, che non era quindi stata costruita per meglio pubblicizzare l’uscita nelle sale ma che vi era stata veramente. Del film, oltre alla barzelletta sul passero da 50kg sull’albero si ricorda l’esclamazione Chiribbio! che la principessa Cristina di Saint Tulipe non manca di escalamare a ogni piè sospinto alla luce delle avventure che l’autobussiere e conquistatore seriale di donne Barnaba mette in atto. Diciamo che il film era molto dedicato ai fan di entrambi, all’epoca davvero numerosi.
Innamorato pazzo, Castellano e Pipolo, 1981 (fonte YouTube)
Chi lo ha visto in quegli anni, a proposito Adolfo Celi nel ruolo del Re Gustavo mette un pizzico di malinconia a pensarlo in ben altri ruoli, non può che ripetere a memoria le battute e sorridere ripensando a quanto tempo sia trascorso. Oggi, credo, in pochi potrebbero rimanere colpiti dalle due performance. Con questo, Innamorato pazzo, rimane una commedia italiana a lieto fine e poco impegnativa da tutti i punti di vista, che per la casa regnante prende ispirazione dal Principato di Monaco e che può essere comunque vista come testimonianza dei decenni andati e con quel pizzico di spensieratezza che in quelle sequenze si voleva trovare. Dal film ho tratto una ricetta, quella dei supplì al telefono, l’unico cibo rimasto disponibile in trattoria da Mario, dove Barnaba porta la Principessa Cristina per continuare a corteggiarla e a convincerla a sposarlo. E il telefono con il filo rientra nella categoria “ma che ne sanno i…”.
Innamorato pazzo, Castellano e Pipolo, 1981 (fonte YouTube)
Ingredienti per 20 supplì:
Riso 400g
Carne macinata 200g
Mozzarella 200g
Pomodoro polpa 250ml
3 uova
Cipolla q.b.
Vino bianco
Brodo carne
Parmigiano 50g
Pangrattato q.b.
Olio E.V.O.
Olio di semi
Sale q.b.
Procedimento:
Partiamo dalla scelta del riso: ognuno ha le proprie preferenze, se posso esprimere un parere da bassaiolo che vive tra le risaie, opterei per il Carnaroli. Adesso puoi cominciare con il soffritto: se ti piace abbonda pure con la cipolla che farai imbiondire con un po’ di olio di oliva. Non appena è pronto metti la carne di manzo e falla rosolare per un minuto. Aggiungi il vino, anche se rosso se lo preferisci e fallo evaporare. Per completare il ragù aggiungi la passata di pomodoro, aggiusta di sale e cuoci a fuoco basso per almeno 30 minuti. Nel caso aggiungi un bicchiere di acqua tiepida. A questo punto aggiungi il riso, versa un paio di mestoli di brodo di carne che avrai preparato in precedenza oppure recuperato da un buon bollito, versa l’uovo che avrai sbattuto nel frattempo e mescola bene. Copri il tutto, gira il riso qualche volta e tieni a fiamma media. Il “risotto” dovrebbe essere pronto nei canonici 18 minuti ma segui le indicazioni della varietà che hai scelto. Non dimenticare, cinque minuti prima che sia pronto di aggiungere il parmigiano o, se vuoi rendere più capitolini i supplì il pecorino. Terminata questa cottura versa il tutto in un piatto abbastanza grande e lascia raffreddare.
Taglia la mozzarella a tocchetti, anche qui la mozzarella che preferisci.
Quando il riso sarà raffreddato inizia a prendere una quantità che può stare nella mano appiattendolo: metti i tocchetti di mozzarella su tutta la lunghezza e ricopri con altro riso sino a formare la classica forma ovale. Procedi fino a quando non avrai finito il tuo riso.
In una bacinella sbatti due uova e in un piatto versa il pangrattato. Passa i supplì nell’uovo e poi nel pane in modo che sia ben ricoperto e adagiali man mano nel piatto di portata. Quando avrai terminato anche questa operazione puoi friggerli nell’olio di semi. Adagiali nella padella usando una schiumarola. Uno dei consigli per ottenere il miglior risultato è che l’olio si abbondante per cui potresti optare per una pentola più alta. Quando la panatura sarà dorata colali e adagiali su un piatto di portata con carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso. Per ottenere l’effetto telefono, un po’ vintage nell’era del Wi-Fi, consumali caldi.
Innamorato pazzo, Castellano e Pipolo, 1981 (fonte YouTube)
Storia del supplì: non è difficile scoprire la storia dietro a questo prodotto della cucina romana che si trova nelle trattorie ed è considerato anche un tipico cibo da strada. La tradizione lo colloca come “soplis di riso” servito nel 1847 nella Trattoria della Lepre in via Condotti. Il nome deriverebbe dal francese surprise e nel corso degli anni, la supplì, come viene anche chiamata al femminile, oltre a inserire qualche variante (la carne macinata ha sostituito le rigaglie di pollo), ha aggiunto “al telefono” per la caratteristica conseguenze sulla mozzarella quando lo si spezza a metà, come evidenziano anche Cristina e Barnaba. Non è dato sapere quando è stata aggiunta questa evidenza in più, tuttavia il telefono non è arrivato molto tempo dopo, almeno come invenzione, rispetto alla nuova variante culinaria della cucina della nostra Capitale.
foto di Frederik Bianko, fonte Wikipedia
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2 commenti
Michele Micarelli
Salve, per caso conoscete il ristorante nel quale Celentano mangia i supplì? Esiste ancora la Location?
Grazie.
Michele
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Salve, per caso conoscete il ristorante nel quale Celentano mangia i supplì? Esiste ancora la Location?
Grazie.
Michele
Ciao, purtroppo non abbiamo trovato fonti nello specifico, mentre altri luoghi sono rintracciabili, dalla villa all’abitazione di Barnaba.