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Shadowhunters – se #maiunagioia fosse una serie tv
In 29 Febbraio 2016 da Francesca ChiarelloDopo un film disastroso uscito nel 2013, la Clare ripropone un’altra volta la sua opera letteraria Shadowhunters: City of Bones, questa volta per il piccolo schermo. Un disastro dietro l’altro, mai fantasy fu più distrutto. Ma dico, non le è bastato quella calamità naturale del film? Al cinema tremavano fin le luci quando è stato proiettato.
Sarò sincera, all’inizio pensavo che la colpa del primo flop fosse da attribuire tutta a Marlene King – già sceneggiatrice di Pretty Little Liars – notoriamente incapace di scrivere qualcosa che abbia un senso o, almeno, una trama seria. All’epoca era stata affiancata dalla stessa autrice che riuscì solo a fare in modo che i personaggi non venissero totalmente stravolti. L’unica cosa riuscita.
Da fan della saga ho odiato profondamente la trasposizione cinematografica.
Ora mi ritrovo ad amarla; dopo aver visto la serie non potrei fare altro. Quella sì che è veramente pessima. La ABC Family non è riuscita dove la Costantine Film aveva fallito… Anzi.
La serie parla di una ragazza di diciotto anni, Clary, che il giorno del suo compleanno scopre di essere metà umana e metà angelo. Scopre di essere una Shadowhunter, esseri dalle sembianze umane che combattono contro i demoni dall’inizio dei secoli. Capelli rossi, occhi verdi, studentessa d’arte, combattiva di natura ed estremamente ostinata. L’unica differenza con la Clary del libro è nell’età, infatti il personaggio letterario non supera i sedici anni.
Nella storia poi si aggiungono altri personaggi, più o meno principali. Simon, il migliore amico di Clary, eternamente friendzonato e che diventa un vampiro – ancora questi vampiri? E basta! Jace, il bello della storia, quello che poi sarà il compagno di Clary. Alec ed Isabelle, fratello e sorella e migliori amici e compagni di battaglia di Jace.
Premetto che sono tutti personaggi amabili e simpatici nel libro e che hanno una storia ben precisa alle loro spalle; nella serie, invece, vi assicuro che potreste odiarli tutti. Dal primo all’ultimo.
Clary è una ragazzina viziata che pensa solo al proprio benessere e a quello della madre, tanto che rischia di far uccidere qualcuno in tutti gli episodi. Gatta morta di professione, vocino da attrice di film hard e faccia… No, la faccia la lascio perdere. L’attrice che porta in vita Clary non poteva essere più sbagliata e meno professionale. Doveva continuare a fare la ballerina classica – almeno non avrebbe dovuto parlare.
Jace, che era l’unico che avrebbe dovuto essere mostrato come freddo e arrogante, invece sembra un agnellino da sacrificare nella notte di Pasqua. Nel libro è descritto come il ragazzo più bello della terra; se nel film mi ero lamentata che l’attore non gli dava giustizia, nella serie tv dico che resta fin senza avvocato.
Simon non lo prendo neanche in considerazione, forse è stato il personaggio che più è stato stravolto. Il rapporto tra lui e Clary è stato snaturato, non si capisce la sua profondità e lui finisce per essere il classico cagnolino da compagnia, innamorato da sempre della ragazza che lo tiene a guinzaglio ma che si dimentica di farlo uscire per i bisognini quando ne trova un altro.
Poi i due fratelli. Alec è molto, ma molto, più bello di Jace e anche più stronzo. Il contrario del personaggio originale. Omossessuale, innamorato di Jace, ormoni in subbuglio – peggio di una donna nella settimana rossa. Emotivamente instabile, incapace di ragionare da solo. Isabelle, d’altro canto, attiva sia sul campo di battaglia che nel letto, è forse l’unico personaggio che si salva – attenzione, è salva per miracolo, giusto perché non c’è limite al peggio.
La prima stagione è già arrivata a metà della sua programmazione. Gli episodi saranno 13 e andranno a concludere l’arco narrativo del primo libro, per ora ancora non si sa se la serie sarà rinnovata per portare sullo schermo anche il secondo libro.
Io consiglierei a Cassandra Clare di fermare tutto con un bel colpo di spada angelica. Zac, puf, demone seriale a tappeto. Ormai dovrebbe aver capito che i libri potrebbero anche essere una bomba, ma che valgono solo su carta stampata.
Insomma, mi dispiace ma queste serie non san da fare. L’unica cosa che i poveri fan potrebbero dire è #maiunagioia.
(O maigioioso, Accademia della Crusca, beccati questa!)
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