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Once upon a time – e se Capuccetto Rosso fosse dark?
In 21 Marzo 2016 da Francesca ChiarelloQuante volte, quando eravamo piccoli, abbiamo desiderato che le nostre fiabe preferite diventassero realtà? Quando avevo otto anni avrei voluto farmi un giro per il villaggio con Belle e poi cambiare le pile a Tockins (entrambi personaggi de La Bella e la Bestia), crescendo invece avrei voluto incontrare il principe azzurro de La Bella Addormentata, Filippo – poco importa se poi nella realtà il principe si trasforma nel lupo cattivo e i rospi sono talmente viscidi che il solo pensiero di baciarli ci fa correre in bagno.
Adam Horowitz, nel 2010, ha deciso di far felici i lettori e spettatori Disney di mezzo mondo portando in vita i personaggi più celebri delle favole e trasformandoli in una serie tv di successo prodotta dall’ABC – proprietà della stessa Disney, strano vero?
La serie è ambientata in una cittadina del Maine, Storybrooke, creata da una maledizione scagliata dalla Regina Cattiva per potersi vendicare della bella Biancaneve – una Biancaneve molto diversa da come l’abbiamo sempre immaginata. Si chiama Mary Margaret e fa l’insegnate nella piccola scuola di Storybrooke, dove tutti hanno perso la memoria a causa della maledizione, non si ricordano né chi siano veramente né la vita trascorsa nella Foresta Incantata.
Le favole così come le conosciamo sono state rivoltate come dei calzini e le vicende dei personaggi sono state mischiate e, almeno in parte, stravolte. Nella serie la Regina Cattiva (semplicemente chiamata Regina) è nata buona e diventata cattiva per colpa di Biancaneve, che invece da piccola non sapeva mantenere nessun segreto – peggio della peggior vicina di casa pettegola. A causa della sua lingua lunga mette nei guai Regina con la madre Cora, che strappa il cuore al fidanzato segreto della figlia. Da quel momento in avanti nasce la Cattiva delle cattive, quella con la c maiuscola. Biancaneve invece è un abile arciere, cresciuta in un castello fino a dieci anni e poi scappata nella foresta per nascondersi da Regina, sempre più in cerca di vendetta per il povero Daniel, ormai sepolto. Indipendente, forte, arrogante e fortunata nel trovare sulla sua strada Charming (poi chiamato David), il principe azzurro per eccellenza – se volete ha anche un gemello cattivo, perché si sa che a noi donne generalmente piacciono stronzetti.
Insomma, i due combattono insieme contro Regina e hanno una figlia, Emma, che si vedono costretti ad affidare al tronco di un albero – sì, molto lontano dalla classica balia – per proteggerla dalla maledizione che incombe sul regno e che la porterà nel mondo reale con loro, seppur in un’altra città.
Ed ecco la protagonista assoluta delle cinque stagioni: Emma Swan. Biondina, investigatore privato, passato tormentato e un figlio dato in adozione dieci anni prima. La classica principessina che è effettivamente stata sul pisello, insomma – la sfigata che riesce a rialzarsi e diventare un eroe da e vissero tutti felici e contenti.
No, troppo facile così. Il figlio Henry torna a cercarla scappando da Storybrooke e dalla madre adottiva Regina – mi sembra politicamente corretto il ragionamento dei sadici sceneggiatori di affidarlo propio a lei – portando con sé il libro che racconta la storia delle loro origini. Emma però non crede a una parola sull’incantesimo, non crede nelle favole, ma lo segue e viene a conoscenza del fatto che lei è l’unica in grado di spezzare la maledizione. Deve solo credere nel lieto fine, al potere del bacio del vero amore e al fatto che Mary e David siano i suoi genitori, anche se si ritrovano che hanno la stessa età.
Ci riesce, se siete curiosi. Peccato che poi in ogni stagione ci sia qualcosa che vada storto e di completamente assurdo che rende la vita di Emma un completo inferno. Bene o male chiunque abbia il privilegio di farsi amare dal frutto del vero amore, poi muore. Morti crudeli, se permettete, ideate solo per far piangere noi poveri spettatori che vorremmo il meglio per quella sfortunata di Emma.
È una bellissima serie, tirata troppo a lungo per i capelli. Forse avrebbero dovuto fermarsi alle terza stagione per evitare inutili forzature – come la parentela tra Tremotino, Peter Pan e Neal (ipotetico figlio di Tremotino) – e delle semi storie come quella che vede coinvolte Malefica, Ursola e Crudelia. Biancaneve poi è fastidiosa, nonostante l’attrice sia magnifica, la caratterizzazione del personaggio fa a pugni con la mia videocasetta della Disney.
Nelle ultime due serie è il marketing a far da padrone, sono infatti stati inseriti personaggi come quello di Merida (Brave) e di Anna ed Elsa (Frozen) – del tutto fuori contesto.
Sarò sincera, c’è stato un personaggio in particolare che mi ha bloccato la crescita: Cappuccetto Rosso. L’hanno chiamata Ruby ed è tra una darkona e una pin-up fatta male. Alta, magrissima, tacchi vertiginosi, scollature da paura, labbra rosso fuoco, lunghi capelli neri e barista. Farebbe scappare pure un lupo – quello a quattro zampe, l’animale, perché quelli a due andrebbero a bersi uno scotch alla Locanda della Nonna.
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