Coccodrilli ad Artem . IRA
Carlo Emilio Gadda
In 21 Maggio 2021 da Il ViaggiatoreLa mia biografia è ricchissima di deliziose pre-conferme alle «analisi» degli specializzati e alle loro complesse sistemazioni dottrinali. Tanto che m’era venuta ad idea una possibile «collana» delle manìe del signor x.y.z. (che sarei poi io) descritte per modo da farle regredire ognuna alla rispettiva crisi infantile.
(Una tigre nel parco, in Saggi giornali favole e altri scritti, a cura di L. Orlando, C. Martignoni, D. Isella, I, 1991, p. 74).
Bene così, ci ha già messi a posto con poche parole. Come del resto ha fatto con i suoi romanzi. Era uno che ha frequentato il classico senza convinzione, uno che si è ribellato alla madre -per la quale, tra l’altro, provava un forte complesso di Edipo- laureandosi in Ingegneria Elettrotecnica, uno che poi ha fatto della sua vita una deliziosa dicotomia. Ingegnere scrittore: quanti ne esistono?
E Carlo Emilio Gadda, metodico dicotomico ingegnere-scrittore, fa del romanzo una compiuta analisi della vita e del mondo, e al contempo spiega come il romanzo stesso dev’essere, non più nella sostanza, ma nella forma. È chiaro anche a Italo Calvino, che nelle sue Lezioni Americane del 1985 scrive che «[Gadda] cercò per tutta la vita di rappresentare il mondo come un garbuglio, o groviglio, o gomitolo, di rappresentarlo senza attenuarne affatto l’inestricabile complessità, o per meglio dire la presenza simultanea degli elementi più eterogenei che concorrono a determinare ogni evento».
Il vero coccodrillo:
Muore oggi, 21 maggio 1973, a Roma, lo scrittore Carlo Emilio Gadda, una delle menti più brillanti e dalla penna prolifica del Novecento italiano. Sarà sepolto nel cimitero acattolico di Roma.
Una vita professionale divisa in due, tra l’essere ingegnere e il mestiere di scrittore, ha collaborato alla rivista fiorentina Solaria e all’interno di programmi culturali in RAI. Iscritto al partito fascista già dal 1921, si dissocerà spesso, all’interno dei suoi scritti, dall’ideologia. La sua opera più celebre, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, pubblicato nel 1957, mette in luce proprio la ferocia del fascismo.
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