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Zobeide
In 17 Febbraio 2022 da Giorgio BinnellaBenvenuto a Zobeide, la città degli illusi. Dove tutti ci somigliamo. Guarda come camminiamo. Come ci infiliamo negli anfratti bui per cercarla. Come ci fissiamo in cagnesco. Come digrigniamo i denti. Come affiliamo gli artigli. Guardaci, con la bava alla bocca, gli occhi iniettati di sangue, le costole sporgenti di predatori affamati. Siamo un branco di lupi che ha lasciato il branco. Ognuno a seguire la sua scia di odore. Pronti a saltarle al collo, bramosi del suo sangue. E tu sei come noi. Un altro di noi. Anche tu l’hai conosciuta, l’hai assaggiata, ti sei leccato le labbra e le dita che sapevamo di lei. Dei suoi segreti, delle sue voglie, del suo corpo, delle sue parole. Già! Le parole. Lo so bene cosa ti sussurrava. Perché il copione è sempre lo stesso. E anche la fine. Ti ha dato tutto, lo so. Ha soddisfatto ogni tuo desiderio. E poi è tornata nella sua tana. Dai suoi cuccioli. Perché è una madre premurosa, quando non va a caccia.
E tu sei rimasto così. Orfano di ogni passione. Come noi. Ma stai tranquillo. Il tempo passa e cura. E Zebeide è il posto giusto per guarire. Zebeide è il nostro girone infernale. Ricordarla è la nostra condanna. Ma, almeno, qui abbiamo uno scopo. Dopo tanto tempo, abbiamo uno scopo. Trovarla e ripagarla della sua stessa moneta. Perché lei è qua, da qualche parte, in qualche angolo buio, che ci osserva, che se la ride di noi. La senti? C’è il suo odore ovunque. Su ogni lenzuolo, su ogni divano, su ogni vestito. A volte capita, di notte, che ti sembra d’averla trovata. Scorgi un’ombra che si muove ritmicamente dietro un cassonetto o se ne sta seduta fra le macchine in demolizione, oppure ti sembra di distinguerla sulla terrazza di un palazzo. Allora, ti avvicini, silenzioso, assaporando già la tua vendetta. E invece scopri che è uno di noi. Che torna sui suoi passi, a leccare la polvere che un giorno ha calpestato insieme a lei, ma in un’altra città, in un altro parcheggio, sopra un’altra terrazza. Ti guarda, lo guardi. Uno dei due fa un gesto, piccolo, l’altro è pronto a squarciargli la gola. Di solito, tira fuori un pacchetto di sigarette e te ne offre una. E per un momento, il tempo di una sigaretta, ti trovi a sorridere, a pensare che, in fondo, non ne vale la pena. Ma poi, ecco! Un lamento di velluto riecheggia fra i muri, e torni a pensare a lei. E la caccia ricomincia.
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