Appunti di viaggio . IRA
Perché viaggiamo?
In 24 Novembre 2023 da Matteo Rosiello - Matt RossL’umanità nasce come piccole comunità nomadi di persone che si spostavano per cercare cibo e sopravvivenza. Con l’avvento dell’allevamento e dell’agricoltura trova motivo per fermarsi. Così a trovare motivo di viaggiare rimangono solamente commercianti (e poche altre figure).
Con il passare dei secoli le case sono diventate sempre più comode e i mestieri si sono evoluti, ne sono nati di nuovi e abbiamo trovato sempre meno stimoli ad uscire dalle nostre abitazioni confortevoli.
Nel tempo sono venute fuori delle figure quasi mitologiche, eroiche, che hanno sfidato le asperità della terra per affrontare l’ignoto: gli esploratori. E così i vari Cristoforo Colombo, Amerigo Vespucci, Marco Polo, David Livingstone e tanti altri si sono succeduti fino a completare quell’oggetto che molti di noi hanno avuto nella propria cameretta o nell’aula di scuola: il Mappamondo.
Certo, l’avvento della tecnologia ha ridimensionato il romanticismo dietro a queste figure: le immagini che ci arrivano quotidianamente dai satelliti non lasciano quasi più spazio all’immaginazione. Dalla scoperta dell’America alla metà del XX secolo, quasi cinque secoli di avventure sono state improvvisamente soppiantate dall’arrivo di questa ferraglia avanzata che fluttua nello spazio attorno al nostro pianeta.
Così se in un batter d’occhio vogliamo saltare in… Papua Nuova Guinea, basta prendere il nostro smartphone e digitare su una qualsivoglia app il nome della destinazione per avere foto, video, itinerari, prezzi, voli, hotel… insomma, sembra quasi di esserci già stati ancor prima di partire!
E allora, a maggior ragione, si ripropone a questo punto la domanda iniziale. Perché viaggiamo? Perché viaggiare non è una somma matematica. Direi piuttosto una somma umana. Se sommiamo 1 persona e 1 persona, il risultato non sarà mai 2 persone. Ma forse 3, forse 2 e tanto amore, forse idee geniali, un’amicizia, una collaborazione e tante emozioni imprevedibili.
Allo stesso modo il viaggio non è solo il realizzarsi di un preventivo, un aereo, un hotel, un museo e così via. Ma è il moltiplicarsi di immagini nuove che si pongono di fronte ai nostri occhi, profumi sconosciuti che inebriano o sapori da scoprire. E in mezzo a questo turbinio di sensi, può succedere di tutto: l’incontro con le persone del posto, imparare alcune parole di una nuova lingua e gestualità per entrare in sintonia con un’altra popolazione, vedere occhi dubbiosi, ma poi sorrisi che si allargano davanti ai nostri tentativi; scambiare la propria esperienza con quella dei nuovi conosciuti, apprendere riti e tradizioni, fino ad interiorizzarli e a riportarli con sé alla fine del viaggio; coltivare nuove amicizie, scrivere un messaggio o una lettera ad una persona incrociata in un ristorante con cui si è condiviso anche solo un frammento di avventura.
E se sommiamo quanto scritto sopra cosa otteniamo? Sempre 2? No. Otteniamo ricchezza, una nuova visione del mondo, un’apertura che non si impara sui libri o davanti allo schermo del proprio PC.
Il viaggio oggi, così come lo è stato per i grandi esploratori di ieri, rimane una continua scoperta. Magari non più di qualche territorio inesplorato o di chissà quale mare, ma di noi stessi. È un percorso interiore che comincia con il sogno di un nuovo itinerario e finisce solamente quando termina la nostra curiosità: speriamo questo non accada mai!
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