Appunti di viaggio . IRA
La piccola Repubblica che dominò il Mediterraneo
In 27 Gennaio 2023 da Matteo Rosiello - Matt RossSia che si arrivi via terra, percorrendo la strada statale 163, sia che si approdi con un traghetto o qualche altro tipo di imbarcazione, purché piccola, qui la storia si inizia a respirare già avvicinandosi. Non c’è bisogno di sbarcare o di entrare nel paese per immaginarsi l’eco delle grida dei marinai di ritorno dall’oriente con navi cariche di ogni bene allora immaginabile. Siamo nell’XI secolo e il fiorire di rotte commerciali che attraversavano la Persia e si spingevano fino alla Cina portavano in dono conoscenze e grandi quantità di beni, mai visti finora.
Certo, bisognava essere grandi marinai. E difatti le leggende narrano che proprio qui nacque la bussola: ad Amalfi. A tale Flavio Gioia si deve questa invenzione, che nei secoli a seguire hanno cambiato il modo di navigare. Da studi più recenti sembra che non sia stata inventata qui, ma che gli amalfitani siano stati però i primi ad utilizzarla con dovizia di precisione.
La storia non è l’unico profumo che si sente appropinquandosi. C’è il mare. Il profumo della salsedine, le onde che si infrangono sugli scogli, le goccioline che arrivano sul viso ed emanano quel sapore inconfondibile. Il mare è stato la fortuna di Amalfi. L’autostrada per la ricchezza. Ma ne ha causato anche il rapido declino. Questo perché, dopo essere assurta come una delle quattro Repubbliche Marinare padrone del Mare Nostrum, assieme a Venezia, Pisa e Genova, proprio dal mare arrivò la sconfitta per mano dei Normanni; successivamente la duplice invasione dei pisani ed infine il maremoto che pose fine allo splendore che fu, oltre a portare in mare gran parte della città.
Certo, il mare non fu l’unica ricchezza: con l’invenzione della stampa sorsero cartiere di notevole pregio che fornivano la carta necessaria al fiorire dei libri. Ne rimangono tuttora alcuni esempi nella valle delle Ferriere. Inoltre con la scoperta del turismo di massa iniziato dal XX secolo con il Gran Tour, Amalfi vide una nuova rinascita dettata dalla bellezza della penisola su cui sorge e dal blu delle acque in cui si specchia.
A riconferma del successo internazionale avuto nell’ultimo secolo (e non solo), dal 1997 Amalfi certifica ufficialmente la bellezza e l’importanza storica dell’intera Costiera con il titolo di Patrimonio dell’Umanità, rilasciato dall’UNESCO.
Ma andiamo con ordine. A meno che non si percorrano sentieri escursionistici, non si arriva mai dall’entroterra. Tappa forzata è piazza Flavio Gioia. Qui si approda o si lascia il proprio veicolo a motore. Il resto del percorso a questo punto lo si completa a piedi.
Qui si può prendere un buon caffè fronte mare e, a seconda della stagione, godersi un po’ di sole e farsi un tuffo in mare.
Altrimenti si attraversa la vecchia cinta muraria e si prosegue il cammino all’interno. Entrando, ci si rende conto subito di come sia un armonico pugno di case. Infatti la popolazione non raggiunge nemmeno le 5000 unità. A maggior ragione, l’impatto è grandissimo. Con enorme sorpresa si viene avvolti dalla maestosità di Piazza Duomo. Con le sue linee così sobrie non manca di nobiltà. Vi si affacciano i palazzi più importanti e le sedi di banche e hotel di lusso. Volendo far caso ai dettagli poi, non mancano targhe commemorative, una fontana settecentesca e una meridiana sulla facciata di un palazzo decorato a strisce orizzontali in pietra bianca e nera: motivo che richiama il più fastoso e celebre dei monumenti amalfitani, che dà anche il nome alla piazza in cui siamo, il Duomo.
Lo si vede quasi in un angolo, ma a sorvegliare dall’alto i fasti andati…e il viavai dei turisti che quotidianamente accorrono. Dedicato a Sant’Andrea, ha una facciata moderna del tutto peculiare alla cui vista si accede percorrendo una scalinata molto ripida. La ricchezza decorativa esplode nel frontone policromo, ma soprattutto dorato e si notano un mix di stili gotico e moresco, nell’impianto di colonnine intrecciate su più ordini. Soprattutto lo stile arabeggiante lo si ritrova anche nel campanile, sulla sinistra.
La storia di questo luogo di culto è bizzarra. Vedendolo ora, non la si capirebbe mai. In origine vi era una Basilica. Con l’ingrandirsi della cittadina la popolazione aumentava così ne costruirono una più grande di fianco. Entrambe erano a tre navate. Nel XIII secolo avvenne l’unificazione in un’unica costruzione a cinque navate. Di fianco all’attuale Duomo, ma in posizione arretrata e nascosta, si trova il Chiostro del Paradiso. Venne costruito come luogo di sepoltura per i nobili amalfitani in stile arabo-normanno, retto da colonne finissime. Da qui avviene l’entrata nel complesso del Duomo.
L’interno di quest’ultimo è barocco, ma non mancano opere gotiche e rinascimentali. Sul soffitto viene raccontata la vita di Sant’Andrea, che ritroviamo anche in altri affreschi e di cui viene conservata una reliquia.
Dopo aver dedicato un’oretta alla visita immancabile di questo luogo, bisogna scendere la scalinata e girare a destra, in via Lorenzo D’Amalfi. È il corso principale e vi si affacciano ancora botteghe di artigiani in cui effettuare gli acquisti di souvenir o per fermarsi a mangiare qualcosa di gustoso.
Passando fuori le gelaterie e le pasticcerie si viene avvolti dal profumo dei dolci al limone. Quello di Amalfi è un limone unico nel suo genere. Lo si trova solamente qui. Vale la pena assaggiare una semplice limonata o una delizia, un gelato o una granita.
Se invece si punta al pasto grande, la scelta non è da meno. Di sicuro il pescato del giorno è sempre un’ottima scelta. Ma volendo rimanere “a terra”, un’opzione da considerare sono gli Scialatielli: un tipo di pasta fresca lunga tipica della Costiera. Per chiudere il pranzo ovviamente, un buon bicchierino di limoncello.
L’inverno è la stagione in cui più facilmente si riesce ad arrivare (e a parcheggiare) ad Amalfi. Non di rado d’estate si creano file infinite di macchine che rendono impossibile il solo raggiungere la meta ambita. Il turismo della stagione fredda è minore e si riescono ad apprezzare le bellezze della città senza la calca: con un po’ di fortuna, un po’ di sole scalda anche la giornata.
Se però si vuole visitare Amalfi nella stagione più calda, è bene farlo a giugno: il 26 e il 27 vi si festeggia il patrono; ogni quattro anni vi si svolge la Regata delle Antiche Repubbliche Marine, una manifestazione sportiva e un corteo in costumi storici che rievoca l’antica rivalità delle quattro città.
Al prossimo racconto!
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