Appunti di viaggio . IRA
Lo sbarco di Anzio dal vivo
In 19 Aprile 2024 da Matteo Rosiello - Matt RossImmaginate di essere nel 1944. La sera del 21 gennaio non riuscite a prendere sonno, magari perché preoccupati dall’andamento della guerra che sembra non finire più, magari perché vostro padre, vostro fratello, vostro marito o chi volete non torna a casa e non ne avete notizie da mesi. Siete sul lungomare di Anzio e in preda ai vostri pensieri malinconici passeggiate, tra camionette di truppe naziste e ronde di ricognizione.
Ecco, se foste stati proprio lì, in quel preciso giorno… non avreste passato bei momenti.
Allo scoccare della mezzanotte sareste rimasti invischiati in quello che verrà ricordato come uno dei giorni che ha cambiato le sorti dell’Europa intera, dando il La alla risalita delle truppe Alleate lungo lo stivale.
Lo sbarco di Anzio viene ricordato il 22 gennaio 1944, ma in verità i combattimenti durarono mesi e mesi con la liberazione di Roma, che avverrà solamente a primavera inoltrata. Il fine di questo sbarco non fu solamente la presa della Capitale italiana, ma anche l’aggiramento della linea Gustav, che impediva l’avanzata delle truppe, all’altezza di Cassino.
A distanza di 80 anni si festeggia come liberatorio uno dei teatri più sanguinosi della Seconda Guerra Mondiale. In passato abbiamo già visitato i memoriali ed i relativi cimiteri di guerra dell’una e dell’altra fazione ad Anzio, Nettuno e Pomezia. A Nettuno, in occasione di questo anniversario, si è tenuta una rievocazione storica che ha coinvolto volontari, figuranti, appassionati e tanti visitatori. Le divise, gli armamenti, le motorizzazioni a due e quattro ruote che abbiamo potuto vedere dal vivo permettono di entrare un po’ di più in questa pagina recente della storia.
I racconti degli appassionati di varie associazioni partecipanti a questa rievocazione permettono di non far dimenticare alle persone più anziane e, allo stesso tempo, di far conoscere a bambini anche molto piccoli gli eventi di cui questo territorio si è reso partecipe, spettatore involontario.
Così abbiamo visitato le prime linee in spiaggia, trincerati dietro sacchetti di sabbia; siamo saliti su vecchie camionette e sidecar; abbiamo raccolto le caramelle lanciate dagli americani alla popolazione liberata e abbiamo ascoltato le note provenienti dalle cornamuse scozzesi.
Devo confessare che l’aver visto poco tempo prima un film come “Dunkirk” (che narra di un altro sbarco, quello di Normandia) ci ha aiutato ad entrare nella finzione ricostruttiva.
E, ancora una volta, rimaniamo speranzosi che eventi come questo si possano moltiplicare per ricordare guerre passate e mai più future.
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