Happy BDays . IRA
HBDay, troppo tardi
In 26 Marzo 2021 da Fabio MuzzioCaro Leonard, mi sei venuto in mente quando scrivevo gli auguri a Bill. Tu, ai suoi 90 non ci sei arrivato. Ti sei fermato prima, a 84. Certo mica come il tuo Spock che da vulcaniano può vivere molto di più. Quindi, oggi, non posso dirti: buon compleanno!
Gli auguri, però, te li faccio comunque perché se il tuo e anche “nostro” Capitano è stato il mio primo eroe, anche tu lo eri. Il sopracciglio con Interesting o Fascinating a sottolineare il gesto paraverbale, il cuore dove noi abbiamo il fegato, il sangue verde a base di ferro, quel reprimere le emozioni che in età giovanile hai dovuto reprimere, ti sei tolto e hai vissuto solo fugacemente a volte pure a rischio per la tua incolumità. Ma non eri solo attore, che ho visto non solo in Star Trek, ma anche fotografo, cantante, voce narrante e pure regista e qui, anche per la nostra saga, quella che ti fece scrivere “Io non sono Spock” in un impeto di rifiuto, di recinto di popolarità perché ti sentivi altro e poi ce lo hai scritto “Io sono Spock” perché era venuto il momento di dirlo.
Quel personaggio così alieno da tutti i punti di vista, da un pianeta così caldo e dal nome emblematico, perennemente corteggiato da un’infermiera innamorata e sempre delusa, l’ho visto in altri momenti storici, in altri luoghi e pure nel reboot, il migliore dopo di te e lì, quello “della frangetta da strappare”, si è preso la più brava cadetta in xenolingusitica; ma tu rimani, come Bill, il mio preferito. Incarnare il secondo in comando non è facile, un po’ come essere quello che mette il piede sulla Luna per secondo ma quanto poi rappresenti il punto di riferimento in ruolo talvolta d’ombra, talvolta di intervento diretto e di abile consigliere.
Quella foto ricordo nel film che non hai potuto vedere è stato il nostro addio, di noi che ti abbiamo visto invecchiare nel tempo ma sempre protagonista, alla ricerca di un progetto ambizioso, sulle orme di un padre ingombrante e carismatico che poco ti perdonava. In fondo, ma non lo si era capito subito, eri il più ribelle sotto la divisa del più ligio al dovere e al rispetto delle regole. E, talvolta sfugge, l’unico personaggio che da quell’episodio pilota che sembrava essere unico per un progetto destinato a fallire, è rimasto come attore, nome e ruolo.
Caro Leonard, dietro a un obiettivo, davanti a un microfono, dietro a una macchina da ripresa o, soprattutto, davanti alla stessa, con colpevole ritardo ma sempre tanto affetto: auguri. Lunga vita e prosperità suonerebbe fuori luogo ma quel gesto con la mano, che avevi preso dalla tradizione ebraica, la tua di statunitense nato a Boston, mi è riuscito subito fin da bambino, come il sopracciglio alzato.
A me, vecchio fan, manchi sempre e rivederti nei vecchi film e negli episodi non mi basta.
(ADV)
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