IRA . Racconti da Kepler
Una baia, un fiume e Bartolomeu
In 1 Gennaio 2021 da Il ViaggiatoreCaldo e brezza marina, onde dell’oceano che ogni tanto buttano un po’ di acqua sul ponte della caravella. Amerigo Vespucci è più indietro in questa spedizione di tre imbarcazioni comandata da Gonçalo Coelho. In redazione mi hanno sottoposto alcuni viaggi con scoperte proprio oggi e ho scelto questo: volevo vivere l’emozione del mare e dei rischi di questi temerari, altro che noi viaggiatori dello spazio. Poca disciplina, cibo pessimo, promesse vaghe e, come ho sentito da più di un marinaio in almeno tre idiomi diversi: “Niente donne!”. In effetti come dar loro torto, arruolati con l’illusione di un guadagno facile e talvolta “consigliati” a farlo dall’opportunità di evitare condanne per reati non edificanti compiuti in precedenza: denti che si cariano e vengono strappati senza troppi complimenti, il sale che si deposita in rughe precoci, cicatrici in ogni dove, alcol in pinte condivise e mai risciacquate, per poi non essere nemmeno ricordati dalla storia, perché, come sempre, tocca ad altri, a quelli che comandano.
I miei pantaloni verdi con le righe, gli stivali che quando li togli è meglio non aver vicino nessuno, la bandana per coprirsi dal sole che picchia e acceca: però, che spettacolo questo 1502 appena iniziato. Sono a bordo da due giorni, mi sono finto naufrago su una zattera, il naufragio di una nave non tanto grande e affondata: non mi hanno fatto troppe domande e gliene sono stato grato. Anzi mi hanno accolto subito in amicizia, come se fossi uno di loro e poi due braccia in più a lavare il ponte e a spostar casse fanno sempre comodo.
I libri però riporteranno Vespucci, oppure Pedro Álvares Cabral, lo scopritore di questo Paese, o Gaspar de Lemos, che comanda la caravella su cui mi trovo: nessuno saprà chi è Bartolomeu, occhi azzurri che ridono quando ti guarda e che ha perso due dita della mano destra dopo due giorni dalla partenza da Lisbona, il 10 maggio, e che per fortuna non ha avuto infezioni. Mi ha raccontato che la sua famiglia ha conosciuto solo il mare: suo padre, suo nonno, il suo bisnonno viaggiavano al servizio di qualche capitano e se ne stavano lontani mesi e mesi, talvolta anche un paio di anni; tornavano e facevano un figlio, che poi non vedevano crescere, e che, se era maschio, appena si poteva, se lo portavano a solcare le onde.
Ad agosto le tre caravelle erano qui, dall’altra parte del mondo. Anzi, Nuovo Mondo, se lo guardiamo dal punto di vista degli europei. La sua scoperta ha segnato per voi l’inizio dell’età moderna. A quel punto era iniziata l’esplorazione dal 5°s per iniziare a conoscere un Paese che diventerà tra i più importanti dell’America latina e saprà ritagliarsi uno spazio nell’immaginario per le bellezze, i prodotti e anche i risultati sportivi. Ma non si è qui per il piacere del viaggio, si è qui per la ricchezza da consegnare a un Re che vuole diventare un Imperatore e poter vantare più territori dai quali ottenere peso in Europa.
L’oceano è calmo, ma per me si balla troppo. Non soffro il mal di mare ma rispetto alla mia confortevole navicella non esiste paragone: il puzzo che sento e l’odore della salsedine rimarranno nelle mie narici ancora a lungo, così come lo scricchiolio del legno e il rumore delle vele. Il paesaggio è incredibile, una bellezza naturale che con il passare dei secoli si trasformerà diventando poi una grande città. Gaspar de Lemos ho scoperto essere di origine galiziane, di una famiglia poi trasferitasi in Portogallo, scruta l’orizzonte mentre dal pennone più alto Bartolomeu urla che c’è una qualcosa in vista. La spedizione segue le indicazioni e si trova di fronte un fiume che entra nell’oceano. In realtà siamo nella Baia di Guanabara, ma il nome del luogo sarà fiume di gennaio, Rio de Janeiro. È il 1 gennaio 1502 e ho vissuto un altro dei momenti più suggestivi della vostra Storia.
Fissato questo punto sulla carta, l’esplorazione proseguirà sempre verso sud per continuare a scoprire e conquistare, non prima di aver conosciuto i Tupi, gli indigeni locali che chiameranno quegli uomini bianchi “carioca”. Rimarrò con loro ancora qualche giorno, poi scomparirò misteriosamente: mi daranno per disperso, caduto in mare senza un vero motivo. Nemmeno io entrerò nei libri di storia, come il marinaio dagli occhi azzurri che ridono quando lui ti parla, e che è stato il primo ad avvistare la futura capitale del Brasile dal 1763 al 1960.
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