IRA . Racconti da Kepler
Più famosi di Gesù
In 4 Marzo 2022 da Il ViaggiatoreIl venerdì esce il pezzo, qualche giorno dopo la mia incursione nella casa di Weybridge, la Kenwood in St.George’s Hill (bellissima abitazione di diciassette camere disegnata dall’architetto T. A. Allen).
Ero nella camera da letto, per la precisione. Oh, no, non è come pensate, mi ci sono trovato per caso. Si suonava, si beveva, si faceva chiasso. John Lennon era già John Lennon, aveva il potere di far sembrare tutto normale e straordinario allo stesso tempo. E poi c’era l’amica Maureen Cleave, amica o amante, o entrambe le cose. Li ho lasciati che era già quasi l’alba. Quello che è successo in quella camera non lo posso sapere, nonostante io sia un alieno. Ma un alieno non è che sia onnisciente, non passa mica attraverso i muri, non ha uno schermo magico dove tutto è visibile contemporaneamente.
Ci pensa Maureen a togliermi ogni dubbio, questo venerdì 4 marzo 1966.
Il London Evening Standard esce. Posso immaginare, anzi sentire, la rotativa eccitata, l’inchiostro che prende forma sulla carta, la stampa in serie. I piccoli gesti dei giornalai nelle tenebre. I scrasch, e stuc, e wosh, e pum. Prendi la pila, tagli le corde, stacchi la carta fresca di stampa, impili i giornali. E poi li vendi al primo che si ferma a leggere la civetta, e ti chiede, con lo sguardo sul titolo: Ma che diavolo ha detto?, e intanto ti porge i centesimi di sterlina.
Che diavolo ha detto l’hanno scritto, pensato, ribadito in molti, poi.
«Christianity will go. It will vanish and shrink. I needn’t argue about that; I’m right and I will be proved right. We’re more popular than Jesus now. I don’t know which will go first, rock ‘n’ roll or Christianity. Jesus was all right but his disciples were thick and ordinary. It’s them twisting it that ruins it for me». (Il Cristianesimo se ne andrà. Svanirà e si restringerà. Non ho bisogno di discuterne; ho ragione e mi verrà dato ragione. Adesso siamo più famosi di Gesù. Non so quale dei due finirà per primo, se il rock ‘n’ roll o il Cristianesimo. Gesù era un tipo tosto, ma i suoi discepoli erano ottusi e ordinari. Sono loro che me l’hanno fatto cadere).
La tournée americana è a un soffio, e la frase non è piaciuta. Il lettore inglese legge e passa oltre. Il lettore americano legge e si indigna. La Bible Belt si ribella, i Beatles saranno sul punto di cancellare le date.
John Lennon avrebbe poi osservato, durante una conferenza stampa a Chicago, il 12 agosto dello stesso anno, che si sarebbe volentieri nascosto in patria pur di non dover sopportare quell’odio feroce per lui e per la band. E in effetti, quando mai sono stati abituati ai fischi? Erano davvero più famosi di Gesù.
Ma la frase che i più non hanno memorizzato quel giorno è: «Non riuscivo a ricordare di averlo detto. Non riuscivo a ricordare l’articolo».
A volte penso alle conseguenze di una frase raccontata a letto, nella tua comfort zone, all’interno della bolla di persone come te, che ti capiscono, che credono in te, che ti amano, anche. E poi ci sono gli scrittori. Parlare con uno scrittore è pericoloso. Soprattutto parlare con uno scrittore ambizioso e pure intelligente, perché non tutti quelli intelligenti sono ambiziosi e soprattutto non tutti quelli ambiziosi sono intelligenti, e Maureen Cleve è ambiziosa e intelligente.
Parlare con uno scrittore è un po’ quella cosa lì. Ti ritrovi sbattuto su una pagina, in piccoli pezzi di corpo fuori contesto, in frasi rubate, e vita che solo tu credevi di aver vissuto. E poi c’è una cosa ancor più pericolosa. Essere scrittore e parlare con uno scrittore. È una corsa contro il tempo per detenere i diritti d’autore.
Ma ora sono ancora qui, davanti al giornalaio che stacca corde e posiziona carta stampata. Le luci dei lampioni sono ancora accese, le strade deserte, antiche come sempre, sanno di bagnato, di una primavera che stenta ancora a mostrarsi. Raccolgo il giornale nella pila. Frugo in tasca per recuperare le monete. Il futuro, devo essermelo immaginato. O forse no, e questa frase sarà più famosa di Gesù.
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