Amatorius Secretum . LUSSURIA
Lettera alla ragazza Ics
In 24 Ottobre 2015 da Fabio MuzzioMi sono chiesto se fosse giusto parlare di noi. Noi nel senso di blogger. O se fosse giusto parlare di te. Lo faccio e mi prendo questa responsabilità.
Del resto ti ho conosciuta anche attraverso questo libro. Anzi, forse me lo hai donato anche per questo. Il resto lo sappiamo io e te.
Il gioco è stato ritrovare la scrittrice nei personaggi: un uomo e cinque donne. E una di queste è la co-protagonista. Da una parte un uomo, si direbbe, di mezza età, goffo, un passato con qualche segreto, probabilmente un incompiuto; un presente con quella sensazione di sospensione, alla ricerca negli altri del talento solo in parte espresso in se stesso, ma con la certezza che in qualcun altro possa sbocciare; e poi un futuro, che è tutto da decifrare. Dall’altra una ragazza con un po’ di storie alle spalle e una fissa che è ormai solo rifugio per paura del nuovo, con un talento artistico che potrebbe sbocciare, ma persino difficile da accettare. Sullo sfondo una città, che sembra quasi alla ricerca di se stessa.
Milano trattiene la pioggia. Sembra una Londra un po’ più timida che ha una sorta di crisi di identità.
L’ho riassunto troppo? Non è questo il vero senso del libro? Io e il Dottor Zeta, la ragazza Ics ed io edito da Montag è questo per me ed è un romanzo sospeso tra malintesi e la ricerca di intesa. Quando il Dottor Zeta va a casa della ragazza Ics per comprarle le opere, lei lo studia.
Gli poso gli occhi addosso un istante e mi accorgo che lui li ha abbassati in modo fulmineo. Cosa stava guardando? Il mio corpo? Il mio seno? Le mie labbra. Mi bagno le labbra con la lingua senza rendermene conto e noto, immediatamente dopo, un sorriso appena accennato sul suo volto.
E quando invece propone di comprarle i suoi quadri, lei comincia ad amarlo. Inconsapevoli, lei, lui e il lettore.
Adesso mi dice che fanno schifo, non sa come dirmelo, lo stronzo, e mi mette in ansia. Ma cosa ne capisce quello lì di arte? E perché è venuto qua per farmi le sue critiche miserabili e viscide come lui?
Comprerà le opere considerate più brutte, quelle che valgono meno, perché è forse un messaggio sottinteso, “compro il tuo peggio per farti capire quanto vali”. E il pensiero del Dottor Zeta è un punto di domanda.
Questa donna in particolare, però, per me è un grande punto di domanda. Non l’ho capita, non ho nemmeno capito il suo rapporto col suo essere donna. Ha una certa femminilità, ha una certa carica sensuale, ma sembra essere una cosa a parte perché è un’artista. Un’artista che peraltro stenta a riconoscerlo.
Il malinteso si spingerà talmente avanti che per lei acquistare il peggio è avere ben altro, anche se passare da una camera d’albergo le darebbe una nuova consapevolezza.
Andiamo a bere un po’ di vino e mangiare cibi piccanti. Andiamo a fare l’amore per soldi in una camera d’albergo. Anch’io ne ho voglia in fondo e tu l’hai capito. Mi piace la tua maturità, che tu lasci intravedere appena dietro la palese timidezza. Ma ciò che è palese crollerà facilmente, perché io stasera voglio cogliere le ombre. Mi piace quello che col tempo potrai insegnarmi. Sono una scultura che non ha ancora incontrato il suo scalpellino. Voglio essere la tua creazione. Sia quel che sia.
Il Dottor Zeta, invece, analizza altro, pensa ad altro.
C’è una grande differenza tra di noi. Lei trattiene le sue emozioni, io cerco di combattere la mia apatia.
Sarà la macchina fotografica a essere rivelatrice, scoprirà le carte e farà sfumare i malintesi. E la nudità del corpo, offerta e non richiesta, seppur desiderata e immortalata in un ritratto, nulla è al confronto di quello delle due anime.
– Non mi farai credere che in fotografia il nudo non sia la massima espressione del ritratto. Sarà come in pittura, no?
– Va bene, mi piace. Hai un bel corpo. E una bella pelle, molto chiara.
Così come sarà la notte, nella quale non accade nulla di quello che sembrava nelle premesse, a regalare le risposte che entrambi cercavano; e quello che è nato dall’incontro verrà lasciato all’immaginario del lettore.
Lo so, non ho parlato di Marina, di Serena e di Ingrid, che nel suo non esserci è forse la più presente, anche in te come donna. Ma il tuo Io e il Dottor Zeta, la ragazza Ics ed io lo volevo raccontare così, vive di suggestione in un lettore come me, che si identifica in una X e in una Z, senza cogliere del tutto il presente, perché scivola continuamente dalle mani, e proprio per questo ci rende tutti un po’ l’uno e un po’ l’altra.
P.S. Ho parlato di cinque donne. La quinta è quella che non si trova nel libro. Oppure è l’unica.
Alcune curiosità sul romanzo:
-
Io e il Dottor Zeta, la ragazza Ics ed io si è aggiudicato il Premio Le Fenici nel 2013.
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L’autrice l’ha scritto in una notte, pochi mesi prima di candidarlo al concorso letterario.
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Il booktrailer lo trovate qui
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Qui la scheda del libro e dell’autrice.
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