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Sciamani. Téchne, spirito, idea
In 18 Dicembre 2023 da Redazione Seven BlogNegli spazi di Palazzo delle Albere a Trento e del Museo etnografico trentino a San Michele all’Adige dal 17 dicembre 2023 al 30 giugno 2024 è prevista una mostra che esplora uno tra i temi più affascinanti della storia umana da punti di vista diversi e complementari: lo sciamanismo.
L’esposizione propone un approccio multidisciplinare e punti di vista innovativi tra maschere inquietanti, installazioni immersive, artigianato e opere d’arte.
Sciamani è un progetto originale nato dalla collaborazione di tre musei trentini: MUSE – il Museo delle Scienze di Trento; Mart, il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, e METS – il Museo etnografico trentino San Michele. Ogni istituzione ha curato una sezione di mostra, affrontando il tema secondo le proprie specificità e competenze e contribuendo alla definizione di un percorso eterogeneo, inclusivo, adatto a tutti i pubblici.
Partner della mostra è la Fondazione Sergio Poggianella (FSP) da cui provengono oltre cento reperti e manufatti originari della Cina, della Siberia e della Mongolia.
Lo sguardo del MET.
Qui la mostra Sciamani. Comunicare con l’invisibile, è dedicata alle tecnologie popolari e si intitola Téchne, spirito, idea.
Nelle sale – Agricoltura, Bosco, Mulino, Carri e Slitte, Segheria, Fibre Tessili – e nel Chiostro sono esposte opere di undici artisti contemporanei: Adolf Vallazza, Luca Pojer, Pietro Weber, Denis Riva (Deriva), Andrea Marinelli, Federico Lanaro, Bruno Norbu Griparich, Piermario Dorigatti, Andrea Tagliapietra, Paolo Dolzan e Elias Grüner. In dialogo con le opere alcuni oggetti della collezione di arte sciamanica della Fondazione Sergio Poggianella provenienti dall’Asia centrale. Il chiostro ospita una yurta di provenienza centro-asiatica completa di arredi originali.

Tamburo con mazzuolo
Prima metà XX secolo
Repubblica di Tuva (Siberia meridionale), Hövsgöl Aimag (Mongolia settentrionale)
Cuoio di yak selvatico (Bos mutus) e legno
L’intento è quello di tessere occasioni e orizzonti di dialogo dentro e fuori il museo, di sperimentare una strategia della trasversalità. L’unico fondamento a cui ci si affida è la prospettiva dell’object-specific, approfondimento che ci permette di portare su uno stesso piano le collezioni di tecnologie popolari trentine (ricostruzioni dedicate alle pratiche agricole, alle macchine idrauliche, al bosco e alla segheria, alla tessitura), i corredi rituali sciamanici eurasiatici (amuleti, tamburi, abiti e copricapi, fino a una yurta con i suoi arredi) e le opere di artisti contemporanei. In questo modo “si ripensano tutti gli oggetti, dentro il museo, come impermanenti, esseri passeggeri affinché il loro portato, la loro capacità evocativa non si risolva esclusivamente nelle rispettive biografie, nella memoria di una funzione, al contrario si plasmi anche attraverso l’esperienza contemporanea degli sguardi”.
La sezione curata dal MUSE prova a dare qualche risposta utilizzando gli straordinari reperti sciamanici della Fondazione Sergio Poggianella, provenienti dalle culture mongole, siberiane e cinesi che ancora oggi praticano lo sciamanismo.
I focus affrontati in questa parte della mostra intrecciano archeologia, antropologia e scienze cognitive. L’approccio concettuale del percorso espositivo utilizza una scala che va dal singolo alla pluralità, partendo dallo sciamano come individuo per poi collocarlo nella società di appartenenza e nel contesto paesaggistico.
Più di cento reperti originali, tra cui costumi rituali, maschere, copricapi, bastoni, strumenti per la divinazione e per la cura, guidano visitatrici e visitatori in questo viaggio antropologico. Uno sguardo viene rivolto anche al tempo profondo: in mostra sono presenti alcuni reperti archeologici datati al Paleolitico superiore europeo, che rappresentano figure umane con maschere animali e riportano alla dimensione del sacro dei nostri antenati, molto spesso associata, a torto o a ragione, al tema dello sciamanismo.
Si torna poi a esplorare, tramite un’esperienza sensoriale immersiva, la dimensione individuale dello stato alterato di coscienza, elemento centrale dello sciamanismo che oggi può essere studiato, interpretato e anche riprodotto grazie alla tecnologia applicata alle scienze cognitive.

Pietra dipinta con figura animale o astratta
Riparo Dalmeri (Trento)
Paleolitico superiore, 13.200 anni fa ca.
MUSE – Museo delle Scienze
Infine, il documentario “Dialoghi con l’antropologo Sergio Poggianella” (regia di Nicolò Bongiorno, Allegria Films, 2023, 20 Min.) ripercorre le tappe che hanno portato alla nascita della collezione sciamanica della FSP. Sergio Poggianella racconta i suoi viaggi in Asia Centrale, gli incontri con sciamani e studiosi, alla luce del suo personale approccio che unisce antropologia, arte e ricerca spirituale.
Nella terza sezione della mostra al Mart il contributo dell’arte contemporanea si pone in continuità con la narrazione scientifica ed etnoantropologica. Tra stili eterogenei e media diversi (pittura, scultura, video, fotografia, installazione), il percorso indaga la dimensione spirituale e terapeutica delle pratiche contemporanee. In mostra circa 40 opere prodotte da 26 artisti e artiste internazionali negli ultimi 70 anni, selezionate dal curatore Mart Gabriele Lorenzoni e dall’antropologo Massimiliano Nicola Mollona.
In alcuni lavori il dialogo con lo sciamanismo è dichiarato o lampante: gli artisti recuperano oggetti materiali o gesti rituali; in altri casi è possibile riconoscere un’ispirazione o la contaminazione tra prassi culturali, in altri ancora la correlazione è ravvisata dai curatori. Il filo rosso che si dipana lungo il percorso espositivo è la questione ambientalista, tema di assoluta attualità. Partendo infatti dall’opera manifesto Difesa della natura di Joseph Beuys, artista sciamano per eccellenza, la mostra suggerisce una convivenza rispettosa e consapevole nella quale gli esseri umani non vivono al di fuori o in antitesi ai mondi animali, naturali o spirituali ma ne sono parte.
Artisti e artiste in mostra: Marina Abramović, David Aaron Angeli, Joseph Beuys e Buby Durini, Alighiero Boetti, Chiara Camoni, Ramon Coelho, Claudio Costa, Jimmie Durham, Bracha Ettinger, Angelo Filomeno, Hamish Fulton, Allan Graham, Louis Henderson, Karrabing Film Collective, Suzanne Lacy, Mali Weil, Attilio Maranzano, Si On, Anna Perach, Ben Russell, María Sojob, Daniel Spoerri, Alexandra Sukhareva, Alisi Telengut, Franco Vaccari.
(ADV)
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