Coccodrilli ad Artem . IRA
Ciao Sean
In 31 Ottobre 2020 da Fabio MuzzioLo scrivo un attimo dopo aver saputo che non ci sei più. Nella tua Scozia ci sono stato troppo poco e ormai da troppo tempo. E sono stato nella tua natia Edimburgo.
Caro Sean, avevi compiuto 90 anni lo scorso 25 agosto, con te ci lascia pun’altra leggenda del cinema. Tutti parleranno di 007, quel James Bond che dicono essere stato, il tuo, il più amato dai fan.
Ti immagino in un castello, quello di Mac, mentre da grande ladro ti confronti e diventi il mentore di Gin, che ti regala una bottiglia di wisky invecchiato e sinuosa si muove tra i fili di lana per un Natale diverso: quello dei ladri che preparano un colpo da fine millennio. “La tua vita è tutta davanti a te, la mia dietro le spalle“.
Oppure quando da comandante di un sommergibile, l’Ottobre rosso, diserti e nell’uniforme di Marko Ramius ascolti i tuoi marinari intonare l’inno sovietico mentre sognano le ragazze cubane per una meritata licenza.
Sei stato nella foresta di Sherwood per un Robin Hood stanco e invecchiato con la tua Lady Marian in una versione più da conti con la vita che di avventura.
Sei stato impareggiabile Highlander a ricordarci che nessuno alla fine è eterno e deve confrontarsi con il proprio destino.
Jim Malone insegna a fare il poliziotto ad Eliot Ness, perché tu, eri poliziotto di strada e sfido chi non si sia commosso a vederti strisciare sul pavimento rosso del tuo sangue. Quel ruolo ti ha dato un meritatissimo Oscar® come Miglior attore non protagonista.
Il Tenente Colonnello Alan Caldwell usa solo il pollice destro con chi non rispetta i gradi e l’età. Ma il punto debole nel Presidio sono un amico e soprattutto una figlia ribelle, che prima per farti dispetto si mette con un agente con cui hai avuto problemi in passato e poi se ne innamora e ti farà cambiare idea su di lui.
La tua chierica è diventata il volto sul grande schermo di William von Baskerville alla scoperta cinematografica di un libro straordinario.
E come dimenticare il Professor Henry Jones, che si ostina a chiamare Junior un figlio che in quell’avventura scoprono l’importanza uno dell’altro.
Lo so, ne ho tralasciati tanti, qualcuno obbietterà, ma la scelta è stata sui miei ricordi affiorati e raccontati.
Voglio chiudere con Barley, l’editore inglese che vive a Lisbona e viaggia spesso in Russia. In quel film dici a Katya che è facile riconoscerti: “Sembro un letto sfatto con una valigia sopra“. Un amore maturo, quello per una Michelle Pfeiffer alla ricerca della felicità in una Russia in declino. E questo è forse il tuo ruolo che amo di più.
Ciao, leggenda.
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