IRA . Racconti da Kepler
Una vecchia storia
In 24 Giugno 2016 da Il Viaggiatore“Mi racconti ancora quella storia?”
“Ancora, ma la conosci a memoria…”.
“Dai, ancora…”.
“Va bene… Eravamo in viaggio esplorativo da quasi un anno, alla ricerca di nuovi mondi da catalogare. Casa ci mancava molto, perché non potevamo portarci le nostre famiglie. Ci mancava l’aria pura, i paesaggi, il cibo fresco. I contatti con le famiglie erano sporadici, non avevamo la tecnologia perfetta di oggi. Tra l’altro l’angolo di galassia che ci avevano assegnato non aveva dato grandi frutti: cinque pianeti, di cui solo due quasi abitabili, colonizzabili sì ma con un dispendio di risorse troppo grande. I turni erano studiati affinché ci fosse un’alternanza tra il giorno e la notte, forse ciò che ci faceva sentire più nella vita di tutti i giorni. La nostra missione era giunta a metà del suo percorso, tra non molto avremmo iniziato la strada del ritorno. La giornata era da poco iniziata e tra non molto saremmo entrati in un altro sistema con una stella e otto pianeti. Avevamo indicazioni sul terzo di questi, molto simile al nostro. Le navi erano diventate nove, una si era distrutta per colpa di una cometa quasi subito dopo la partenza ma erano state progettate per accogliere più viaggiatori quindi non si notava la presenza di due passeggeri in più. Se guardo le vecchie immagini di quelle navi, piatte e lunghe mi viene da sorridere, rispetto a quelle di oggi più tecnologiche e strutturate, con propulsori esterni e con tutte le comodità. Il pianeta non aveva ancora sviluppato il volo spaziale e nemmeno la messa in orbita di satelliti, quindi si poteva navigare tranquillamente. Ascoltando e traducendo i messaggi dei mezzi di comunicazione avevamo capito che erano appeni usciti da una guerra ma la pace non aveva ridotto le conflittualità, anzi le aveva rese ancora più forti. In fondo era un mondo ancora arcaico, che non valeva troppo la pena di osservare e studiare. Una volta che avevamo aggiunto alle mappe qualche informazione in più potevamo ripartire tranquilli. Qualcuno però aveva la curiosità di attraversare l’atmosfera e vedere ancora più da vicino un mondo abitato, come lo era il nostro. I diversi comandanti mi avevano convinto, visto che la decisione finale spettava a me, che ero a capo della spedizione.
La discesa nell’atmosfera avrebbe richiesto poco tempo: avremmo sorvolato un paio di continenti, gli oceani e saremmo risaliti con la raccomandazione di stare attenti a non farci notare. Qualcosa non aveva funzionato per diverse turbolenze e la rotta era stata corretta più volte. Nulla di grave se non fosse stato per l’avvistamento che avevamo rischiato: non lontano da un vulcano dormiente infatti era presente un velivolo in ricognizione. Avevamo intercettato le comunicazioni radio: si trattava di un pilota civile che stava collaborando alle ricerche di un aereo militare andato disperso. Saremo stati visibili pochissimo tempo quindi era andato tutto bene. La prudenza consigliava però di risalire e la decisione fu quella. Era ora di riprendere il viaggio”.
P.S. Questa storia mi è stata raccontata più volte da mio nonno. Da lui ho preso il piacere del viaggio e del conoscere nuovi mondi. Quello che non ha mai saputo è che la sua formazione di navi è stata veramente avvistata da quel pilota civile: Kenneth Arnold. Quando sono arrivato da Kepler mi sono documentato: il 24 giugno 1947 nonno viaggiava a circa 3000 metri e a quasi 2000 km/h vicino al Monte Rainier nello Stato di Washington D.C.. I riflessi del Sole e lo spirito di osservazione di Kenneth fecero tutto il resto. Malgrado i dubbi, i tentativi di non divulgare la notizia, non aveva mentito. A Yakima fece rapporto all’Areonautica civile ma a rendere pubblica la notizia fu la chiacchierata a Pendleton durante un rifornimento e il tutto finì sulla stampa. Ovviamente venne più volte interrogato ma la descrizione rilasciata era molto veritiera anche se spesso molti insinuarono il dubbio che si fosse inventato l’avvistamento. La sua sfortuna era stata quella di non avere una macchina fotografica. Per il vostro mondo è stato considerato da molti il primo avvistamento di una civiltà aliena. Vi posso assicurare che, in realtà, altri prima di noi ci sono stati nei secoli e millenni precedenti…
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