AltreStorie di Neó
Proletari coi Levi’s
In 29 Maggio 2023 da Redazione Seven BlogUn racconto di Giorgio Rinaldi
«Stavolta me l’hai messa facile: dodici all’angolo destro!» Il colpo anticipa di una frazione di secondo il suono sordo della palla che, velocissima, scompare nella buca. Poi Luca, detto Fischio, si raddrizza, prende il gessetto dal bordo del tavolo e lo passa sulla punta della stecca. «Che siluro eh? Sembrava quello che ho rifilato a quel fascio di merda stamattina!»
«Fischio, pensa a giocare e abbassa il tono! Ci stanno troppe guardie in giro dopo quello che è successo. Nove al centro!» Andrea, detto Strauss, si sistema i capelli dietro l’orecchio e con un colpo vellutato indirizza la palla verso la buca ma è troppo lenta per caderci dentro.
«Ho controllato, stiamo al sicuro, siamo tutti dei nostri. Ma, a proposito, tu dove stavi quando ci siamo staccati dal corteo? Di’ la verità, non volevi sporcare di sangue i tuoi jeans americani eh? Quella merda imperialista che indossi tutti i giorni. Dieci in fondo a sinistra!» La palla non entra.
Strauss è molto riservato e di lui si sa poco. Pare che abbia finito il liceo da due anni e che sia iscritto a Scienze Politiche alla Sapienza. È alto, magro, con un naso pronunciato su cui appoggia un paio di occhiali da sole alla John Lennon. Indossa sempre un paio di Levi’s.
«Sì vabbè, i jeans… ora torniamo indietro di dieci anni. Undici all’angolo destro!» La palla rimbalza prima su un angolo della buca, poi sull’altro ed esce.
«Eh sì, proprio i jeans!» fa Fischio avvicinandosi a pochi centimetri dal viso di Strauss. «Io tra dieci anni la penserò allo stesso modo e così tra venti, nel 2000. A me preoccupano quelli come te che predicano il proletariato e razzolano nel capitalismo. I proletari coi Levi’s so’ più pericolosi dei fasci».
«Ma che stai a di’? Ma lo sai che erano i pantaloni dei minatori, il simbolo della working class americana, delle lotte pacifiste, di Woodstock?»
«E che fine hanno fatto tutti quanti? Minatori: fottuti. Working class: fottuta. Pacifisti: fottuti. Di Woodstock non ne parliamo. Gli Americani prima ti fottono e poi ti rifottono sfruttando la tua immagine per soldi. Se…. »
Fischio viene distratto dall’insistente suono di clacson sulla strada e dall’ingresso di Giada nel locale. Lui è uno che piace molto alle ragazze per il suo aspetto fisico e per il suo carisma da leader. Abbastanza alto, con i capelli neri ricci e gli occhi celesti, ha lineamenti perfetti e una discreta capacità oratoria. Un leggero diastema tra gli incisivi frontali gli provoca quel difetto di pronuncia da cui nasce il suo soprannome. Anche lui ha una specie di divisa, un eschimo verde e una tolfa sempre a tracolla. «Ciao bella! Che succede di fuori?» Giada si avvicina, gli sussurra qualcosa all’orecchio e gli dà un bacio «Ma che ne so! C’era un’Alfa 75 in doppia fila con due tizi dentro e il traffico si è bloccato». Fischio guarda Strauss per alcuni secondi, poi si china sotto il tavolo da biliardo, tira fuori una mazza da baseball evidentemente sporca di sangue e corre verso l’ingresso del locale.
«Allora? La finiamo sta partita?» sbuffa Strauss impaziente. La vista di quella mazza non lo fa stare tranquillo. Giada si è seduta su uno sgabello, mastica una gomma e osserva quel suo improvviso nervosismo che sembra confermare delle sue supposizioni. A Strauss non piace Giada; sarebbe anche carina con gli occhi verdi e quel seno prorompente, ma è troppo sciatta, troppo zecca per i suoi gusti. Neanche a Giada piace Strauss, anzi oggi è venuta in bisca proprio per parlare a Fischio delle voci che girano sul suo conto. Un confidente, una spia delle guardie, ecco chi sarebbe in realtà.
«Ecco, ecco! Vuoi finire la partita eh? Cos’hai, fretta?» fa Fischio tenendo ancora in mano la mazza.
«Tocca a te, ho sbagliato l’undici» risponde Strauss.
«Hai sbagliato proprio tutto!» esclama Giada brandendo sulla sua testa una stecca da biliardo.
Il colpo arriva forte e inaspettato. Strauss cade a terra sotto gli occhi soddisfatti della coppia, mentre le sirene delle volanti già sovrastano i rumori della strada.
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