
AltreStorie di Neó
Una madre ingombrante
In 15 Maggio 2023 da Redazione Seven BlogUn racconto di Simonetta Borghi
L’aggettivo che meglio descrive mia madre è ingombrante, non me ne viene in mente uno più espressivo di questo.
È una donna iperattiva, in questo non ho di sicuro preso da lei, mi accusa spesso di essere svogliato e una volta ha tirato pure in ballo la parola accidioso che, a parte nei Promessi Sposi, io non ho mai sentito dire a nessuno.
Sono un tipo tranquillo, poco appariscente e che ama starsene per i fatti suoi, anche a vegetare per ore sul divano. Non vedo il problema.
Lei, ex miss ragioneria per due anni consecutivi -1985 e 1986-, gran bella donna a detta di tutti, è mia madre.
La cosa della miss è un argomento che in realtà è caro soprattutto alla nonna; mia madre di rado ne parla, ma la sua bellezza è un dato di fatto, che riempie ogni luogo in cui lei entra. È ingombrante, appunto, perché quando c’è lei, tutto il resto scompare.
L’episodio più clamoroso fino a oggi è avvenuto circa un mese fa, quando le mostrai il mio ultimo acquisto da shopping online.
Mi sorprese, perché, al posto della solita occhiata distratta, fui sommerso da una valanga di parole che disse illuminandosi proprio come le luminarie a Natale.
Non smise di parlare per oltre mezz’ora accarezzando l’etichetta dei jeans.
«Levi’s Strauss! Un mito!, capisci, Edo? Costavano un sacco di soldi negli anni ’80 ma non potevi non averli!».
Continuò poi con un pippone da farmi rimpiangere le peggiori ramanzine della mia non brillante carriera scolastica, nominando a più riprese un tizio di nome Nick Kamen e, tra mito e figo, mi stordì di aneddoti degli anni ’80.
In mezzo a quel fiume di parole, capii che indossava proprio i Levi’s la sera in cui venne incoronata miss.
Non mollò i miei nuovi jeans nemmeno cercando la foto che la ritraeva a sedici anni con un fisico da paura –parole sue-, iniziando a raccontare di quanto fossero sexy da slacciare i bottoni invece della zip e di quando un tizio, che non era mio padre, fece lo spogliarello davanti a lei imitando Nick Kamen.
Proseguì imperterrita il suo resoconto dove Nick sembrò diventare uno di famiglia e il tizio dello spogliarello divenne invece il mio peggior incubo: era con lui che mia madre fece sesso per la prima volta.
Ripresi imbarazzato i miei jeans e me andai. Accidenti a me per quell’acquisto vintage.
Appena riuscii a superare e ad archiviare in fondo alla mente le rivelazioni della miss, mi venne una gran voglia di vedere la faccia di quel Nick.
YouTube mi restituì subito un video ambientato in una lavanderia americana: niente a che vedere con quella del centro commerciale dove avevo assistito al lavaggio tappeti in compagnia di mia madre.
Il tipo era belloccio davvero, cantante discutibile con canzone melensa, ma di sicuro effetto, e io, se mi abbronzassi un po’, potrei pure somigliargli.
Non abbiamo mai più riparlato della faccenda, né le ho mai detto di aver cercato online il suo beniamino. Ho però notato che a differenza degli altri jeans, per i Levi’s ha un occhio di riguardo, escono dal bucato più morbidi e profumati.
Suonano al campanello ma non muovo un muscolo, tanto c’è mia madre in giardino, ma poi mi apposto alla finestra perché in realtà sto aspettando un pacco.
Troppo tardi: lei lo già in mano.
«Cosa hai comprato, Edo, stavolta?». Ha già lo sguardo che brilla.
«Niente di che, faccio da tramite per un amico». Ho la risposta pronta perché non ho proprio voglia di sorprese.
Nel pacco in realtà c’è un giubbotto della Levi’s Strauss che mi calza alla perfezione, lo vedrà poi appeso all’attaccapanni, chissà cosa sarebbe capace di tirare fuori dai suoi ricordi se glielo mostrassi ora.
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