AltreStorie di Neó
Cuore di carta
In 19 Febbraio 2024 da Redazione Seven Blogdi Cristina Biolcati
Ho capito l’errore quando il padrone dell’impresa funebre ti ha restituito. In modo irriverente, tu viaggiavi sul cruscotto del suo furgoncino. E lui teneva la radio a palla, con la testa che andava su e giù per assecondare il ritmo. L’ho sorpreso nel parcheggio del condominio, prima che suonasse il campanello. Così non ha potuto aggiustare il tiro. Né improvvisare una faccia contrita.
Ho pagato col bancomat, ti ho preso e non ho battuto ciglio.
Sei morto il giorno di Natale, che te lo dico a fare? Mica potevi essere banale o ordinario. Dovevi proprio fermare il mondo! D’altra parte, ti ho amato per questo. E va bene così.
Al momento del trapasso, ho dovuto decidere in fretta cosa fare del tuo corpo scheletrito. Ho subito pensato alla terra dura che riserva l’inverno, che non sarei riuscita a bucare. Al poco spazio che mi resta in cortile, che da quando te ne sei andato appare infinito. E alla decomposizione, per la quale ho provato un istintivo moto di pena.
Ma quale pietà, se poi ho fatto di peggio?
Adesso, quando ti osservo, mi assale il dubbio. Feroce si fa strada nel petto e sono doppiamente infelice. A chi ti ho consegnato? Sei davvero tu, lì dentro?
Abbandonato in un angolo, in una nicchia romita che spesso in vita ti ha accolto. Non avrei dovuto toccare il tuo corpo, permettere che nessun estraneo protraesse lo scempio. Dove sei stato?
La morte è orribile, come la malattia e tutta la sofferenza patita. Non avevi bisogno di altro.
Ci sei, nella cenere. Eppure manchi mille volte di più che se ti andassi a cercare nel ricordo, senza più niente di materiale a disilludermi.
Sei in quella maledetta scatola, ancorato alla quotidianità e agli oggetti di casa.
Ma è come se vagassi in silenzio, senza poterti mai tacitare.
Il colore dell’urna che ho scelto è blu di Prussia. Piace a me, all’egoista che sono.
C’è scritto sopra il tuo nome, con un cuore argentato stampigliato in un angolo del coperchio di cartone. Non assomiglia neanche vagamente al tuo cuore ballerino, inutile cercarti.
Di te resta un pacchetto, misero. Vorrei avere una seconda possibilità.
Ma ormai è tardi. Non posso più pensare che tu stia bene.
Dell’amato cane, solo un cuore di carta.
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