GOLA . RicetteColte
Il margarita a ostacoli per Jake Epping
In 22 Marzo 2023 da Fabio MuzzioChi è lei?
Qualcuno che ha conosciuto in un’altra vita
Jake alla donna con cui sta ballando
L’assassinio di John Fitzgerald Kennedy rappresenta uno degli episodi più discussi, dibattutti, raccontati e contornati da un alone di mistero mai del tutto chiarito per il segreto di Stato.
Film, romanzi, inchieste giornalistiche hanno raccontato più volte i protagonisti e gli intrecci che si sono spinti talvolta alla fantapolitica.
Nel 2016 una sceneggiatura di Bridget Carpenter, ispirata dall’omonimo romanzo di Stephen King, diventa una serietv: 22.11.63, la data nella quale J.F.K. cade vittima di un cecchino in Elm Street a Dallas in Texas.
Se non vi è capitato ancora di vederla ve la raccomando per la suggestione del viaggio del tempo e delle possibili conseguenze quando si cambia la linea temporale. James Franco è Jake Epping un Professore di letteratura di Lisbon nel Maine, brillante e inclusivo che nel privato soffre per la separazione dalla moglie Christy e che ha in Al Templeton, il proprietario del ristorante Al’s Diner, nel quale mangia spesso, un amico con il quale ha instaurato un rapporto speciale.
E sarà proprio lui a reclutarlo svelandogli la verità e sottoponendogli un’opportunità: salvare JFK e cambiare in positivo la storia degli Stati Uniti per una missione che lui, ormai malato, non è riuscito a completare. E così, vi svelo lo stretto necessario: grazie a un portale del tempo, dentro la dispensa, ritorna alle 11:58 del 21 ottobre 1960 a Jodie, una piccola cittadina del Texas per vivere tre anni in quel decennio e ricostruire tutti gli intrecci che portano all’assassinio del Presidente Kennedy.
Jake si metterà sulle tracce di Lee Harvey Oswald del quale viene ricostruita la vita e la personalità, inserendo anche il rapporto con la madre e soprattutto la moglie russa Marina, nata a Arkhangelsk Oblast e conosciuta durante la diserzione e l’asilo politico in Unione Sovietica, Paese scelto per le sue simpatie comuniste.
Enteranno in gioco personaggi realmente esistiti, come Jack Ruby, che sappiamo essere colui che ucciderà proprio Hoswald o Georgij Sergeevič de Morenšil’d o, ancora, agenti della CIA e dell’FBI come James Patrick Hosty, Jr.. E ci saranno personaggi inseriti nella narrazione, da Deke Simmons un Preside brillante con un amore mai vissuto seppur corrisposto nel sentimento per Mimi Corcoran, Bill Turcotte, un giovane sbandato con cui affrontare la dura missione, i viaggiatori del tempo con i loro tentativi di cambiare la loro storia personale e, soprattutto, Sadie Dunhill, una donna che si dimostrerà unica e indimenticabile.
Il gioco del ritorno indietro nel tempo, tempo che cerca di evitare il cambiamento degli eventi ingannando o cercando di mettere ostacoli, le difficoltà di celare la propria identità di un viaggiatore nel tempo, i consigli, il materiale e le indicazioni dell’amico Al, oltre agli imprevisti che inevitabilmente segnano la realtà quotidiana saranno le trame che vi porteranno all’interno degli otto episodio con una ricostruzione di quanto accadde e completata da un finale davvero azzeccato.
Nel primo episodio, La tana del Bianconiglio, ci ho trovato una ricetta, un cocktail famosissimo che vi ripropongo: il margarita, che Jake ordina al ristorante messicano El Conejo, secondo Al il miglior “TexMex” della città, incontrando parecchie difficoltà tra lampadari che cadono, piccoli incendi, rumori di sottofondo, che rendono difficile ascoltare Georgij Sergeevič de Morenšil’d o e due agenti della C.I.A., perché il tempo cerca di non farsi cambiare.
Prima degli ingredienti e lasciare chi non ha ancora visto la serie con la curiosità di sapere se Jake riuscirà a fermare Haswald, vi lascio una domanda che da Professore nell’aula nella scuola della cittadina di Jodie rivolge agli annoiati studenti “Se poteste tornare indietro nel tempo cosa cambiereste?“.
INGREDIENTI
- Tequila 8cl
- Triple sec 3cl
- Lime 2
- Sciroppo di zucchero 4cl
- Ghiaccio tritato 250g
- Sale kosher o marino
PROCEDIMENTO
Non sempre si ha la certezza della primogenitura dei cocktail, anzi, il fatto che a reclamarne l’invezione siano diversi locali e in Paesi diversi, ognuno con una storia da raccontare, ne rafforza per così dire il prestigio e il richiamo talvolta anche turistico, perché rimanda ai sapori e agli aromi di distillati e di ingredienti provenienti da ogni dove.
Il Margarita, che nella stragrande maggioranza dei casi, lo attribuiamo al Messico, si racconta creato in una cantina non ben identificata lo Stato di Chihuahua potrebbe essere stato realizzato in Texas (che comunque era pur sempre un suo vecchio territorio). E se non è dedicato a una sposa di nome Margherita o realizzato da un barman per una attrice che ama solo la tequila lo si potrebbe attribuire a una barlady di nome Margaret a cui si dovrebbe pure l’idea del sale sul bordo del bicchiere. Comunque siamo tra gli anni Trenta e i Quaranta del Novecento e ognuno tra coloro che ne reclamano la prima realizzazione ha utilizzato una ricetta parzialmente differente.
Ma procediamo: intanto per degustare il Margarita si utilizza la coppa da champagne o quella detta sombrero, ulteriore testimonianza del legame con il Messico.
Partiamo dallo sciroppo che servirà per più cocktail o altre ricette: fai sciogliere 240 grammi di zucchero bianco in 240 ml di acqua e portalo a ebllizione per un paio di minuti. Lascialo raffreddare prima di preparare il cocktail. In alternativa puoi acquistarlo già pronto.
Su un tagliere schiaccia il sale grosso marino o, meglio ancora, quello kosher che ha il vantaggio di non essere troppo salato e mettilo in un contenitore che avrà un diametro più grande rispetto alla tua coppa.
Spremi un lime e mezzo e tieni da parte il succo; l’altra metà ti servirà per ricavare una fettina per decorare e per bagnare il bordo della coppa.
Dopo aver tritato il ghiaccio versalo nello shaker insieme al succo di lime alla tequila che preferisci e al triple sec, un liquore aromatizzato all’arancia. Shakera con energia e fino a quando vedrai formarsi la patina di freddo sulla superficie esterna. Prendi la tua sombrero, inumidisci il bordo con il lime, appoggia il bordo nel sale e versa, filtrando dallo shaker il margarita e decora con una fetta. Anche se Jake lo consuma da solo, o almeno ci prova, meglio goderselo in buona compagnia, per cui basterà raddoppiare le dosi.
La Divine Comtesse ama molto il Margarita: le vacanze ad Acapulco e una fiamma del mondo del cinema lì in vacanza l’hanno portata a confessare avventure che non vi posso riportare.
Come sempre il consiglio è quello di un consumo consapevole.
(ADV)
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