Valdrada

Valdrada

Due città vivono in una. Sopra e sotto uno specchio d’acqua, che altrove ne farebbe di una l’immagine dell’altra. Ma non a Valdrada. Qui, ognuna vive la propria vita, fatta di passi, parole, pensieri, pentimenti. Di ogni abitante si compone l’immagine che poi vive giorni riflessi ma diversi.

Fra questi, di due amanti si ripete la storia, quando è notte, quando per una strada risuona il tonfo lento di un incontro segreto, e nell’altra che le fa da specchio, riecheggia il suono liquido di una pozzanghera contaminata. In una Valdrada si sono incontrati e amati, complice un velo di nuvole spesse, fino all’alba, e poi lasciati con i corpi arrossati dalle promesse. Nell’altra Valdrada le nuvole si sono diradate e la luna li ha scoperti e lui è fuggito e lei è morta per mano del padrone. E nell’una si sente ancora ridere, e nell’altra sono lamenti e parole strozzate.

Così, a Valdrada, due verità si tengono per mano, una sopra e l’altra sotto, ma senza un verso, come piantate dentro una clessidra, che si gira continuamente.

In una l’amore ha trionfato. E nell’altra, si è spento. Sta alle vostre dita scegliere il finale. Non c’è sabbia da rimestare, non c’è giustizia che prevalga, non c’è morale. Ognuno di voi può decidere il loro destino capovolgendo le città. Quale Valdrada vi piace? Potete scegliere quella che si consuma ancora nel sudore di un amplesso appassionato, o piuttosto l’altra, dove il seme è rosso e il diritto del padrone ha trionfato.