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Andria
In 14 Aprile 2022 da Giorgio BinnellaCome in cielo così in terra. Questa è Andria. Una brutta copia in miniatura dell’infinito. Parte di una parte di una preghiera. E così, a guisa di chi non vede la luna ma segue il dito, voi che ci abitate non leggete più le stelle, e le orazioni vi cadono sulle scarpe. Vi appoggiate alla ringhiera a studiare le strade, gli incroci, le biforcazioni, per conoscere il futuro. Si resta o si parte? Che giorno mi aspetta, chi mi sorriderà, toccherò il fondo o la vetta? Ma alle domande non segue mai una risposta. Così, mentre voi restavate immobili a contarvi le dita, io ho preparato la valigia e domani vi lascio. Sono stanco di aspettare che vi stanchiate di aspettare un segno. Sono stufo dello stufato riscaldato, del passo fermo in attesa che qualcuno o qualcosa vi suggerisca un nuovo abito o un altro tetto. Alla voce non date fiato, le parole le tenete in un fazzoletto, e la sera sperate che qualcuno ve le tiri fuori, che le pronunci al posto vostro e vi liberi dalle decisioni. E nell’attesa che vi consuma, Andria muore. Come fate a non vedere che la vostra bella città è un cumulo di spazzatura, di incuria e alberi spogli. È un continuo inverno, anzi, un inferno freddo e sospeso, dove anche l’alito cade sull’asfalto. I desideri li bruciate per paura che vi conducano su una strada diversa. Io, invece, non temo di cambiare percorso, non me ne starò ad ascoltare cieche letture e consigli riciclati, ridicole fatture di improbabili fattucchiere. Della vita voglio bermi tutto, non accontentarmi di un sorso. Molto meglio una stalla, ma che sia mia, a una minestra divisa con qualcuno che pretende di dirmi come io sia. Preferisco il canto effimero di una sirena al russare monotono di un rospo. Sono il frutto del mio sangue, il calore del mio corpo, e non mi inchino per una mancia, qualche mollica o un po’ di legna per il camino. Giocate pure con i miei giocattoli, ve li lascio. Restate a lucidare le vostre sbarre. Per un po’ vi ho creduto, ma ora ho capito che non è il posto mio. Peccato, avevate un bel sorriso…
Addio!
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