
Appunti di viaggio . IRA
L’attesa
In 30 Settembre 2022 da Matteo RosielloLe pagine satinate del libricino che Mary teneva in mano erano profumate di nuovo e stampate con colori sgargianti che invogliavano la partenza all’istante. Accanto a lei Gio, amica di una vita, giocherellava su un famoso social guardando video brevi, alla ricerca di ispirazione. I quasi 40 gradi centigradi afosi di Milano avevano portato le due a incontrarsi in un’agenzia viaggi, con il fine di prenotare una vacanza il più lontano possibile dall’ondata di calore anomalo che avvolgeva la città meneghina dal mese di maggio. Il 27 giugno faceva apparire le ferie così lontane, ma il sogno di fresco, cocktail sulla spiaggia e passeggiate al chiaro di luna con la brezza marina le distraeva.
In attesa di un colloquio con la consulente di viaggi, sognavano a occhi aperti. La voglia di scappare era talmente tanta che erano arrivate con 40 minuti di anticipo all’appuntamento preso giorni prima. L’aria condizionata mitigava l’attesa, rendendola quasi piacevole.
Il primo catalogo che Gio aveva preso in mano era quello del Messico. L’immagine di copertina riportava il fotomontaggio di un’altissima piramide Maya dietro ad un bel mare blu. Aveva in testa un documentario visto poco tempo prima sui cenotes: grandi occhi blu scuro che si aprono all’interno delle foreste, delle risorgive all’interno di cavità improvvise. I tuffi che aveva immaginato erano stellari, così come i prezzi riportati: nulla da fare, avanti il prossimo!
Mary era stata catturata invece dal candore delle spiagge maldiviane. Lingue bianche di sabbia che miracolosamente non sprofonda nell’Oceano Indiano, rimanendo fuori dal pelo dell’acqua pochi centimetri. Giornate intere distese su morbidi lettini in attesa del prossimo pasto, drink o bagno in acqua. Mica male!
Le due continuavano a sognare. Era il turno delle Hawaii. Una decina di isole disperse nell’Oceano Atlantico settentrionale ricoperte di fitta vegetazione. Il verde si unisce all’azzurro del cielo e al nero della roccia vulcanica tra tiki bar e surfisti che praticano questo sport proprio nel luogo dove è nato.
In seguito, il Sudafrica. Si può di certo unire un po’ di relax mentre si osservano animali selvaggi nell’ocra delle savane, in uno dei più celebri parchi al mondo, il Kruger. Oppure farlo tra le sabbie rosse della vicina Namibia. Mmh, no. Forse troppo movimentato per i loro gusti.
Cambiando completamente continente, la mente di Mary si soffermò sul bianco delle case mediterranee. Del resto, perché non andare un’altra volta in Grecia, magari alle Cicladi, oppure a Ibiza, in Spagna? Quando si è un po’ in difficoltà, il caro vecchio Mar Mediterraneo accoglie come un vecchio genitore i suoi figli dispersi! Gio le ricordò le estati “nefaste” del periodo universitario. Discoteche, serate, feste e peripezie si erano succedute negli anni, in nome del divertimento estivo. No, non era il caso di ripeterle… il fegato voleva restarne fuori! E anche questo sogno svaniva nel nulla.
Erano le 18:30 e lo stranissimo orologio color malva con lancette a zig-zag appeso allo studio dell’agenzia viaggi, la Indaco travel di Porta Garibaldi, segnò con un tocco di campana lo scoccare del loro appuntamento. Le due amiche si sedettero sulle sedie gialle poste di fronte ad una scrivania rossa che sosteneva pile enormi di carta e uno schermo dai cui led uscivano mille colori. Anche la tastiera era illuminata come gli strumenti da gaming e la consulente, una rossa con occhi verdi ed occhiali trasparenti inforcati sul naso, sembrava proprio una di quelle nerd dedita a giochi online alle due di notte. Il mouse verticale sembrava confermare questa opinione. Un cartellino ciano sulla t-shirt lilla riportava il suo nome, Giusy. Non avesse avuto una quindicina di anni in più di loro sarebbe stata un’ottima compagna di bagordi: lo avevano pensato sin dal primo viaggio prenotato anni prima e la fidelizzazione si era cementata nel tempo! Del resto i tatuaggi variopinti in ogni dove erano molto eloquenti: chiari segnali di divertimento in giro per il mondo!
Con molta pazienza vagliò ogni più colorita idea di Mary, pazientemente riportata sulla terra da Gio. Prese appunti sul suo taccuino rosso porpora e stabilì che forse aveva qualcosa che poteva fare per loro.
Le domande si accavallavano. “America?”, “Forse l’Australia?” o ancora “Sarà mare o oceano?” “Terraferma con escursioni da brivido o atollo paradisiaco?”. Non avevano la più pallida idea di cosa le avrebbe attese quell’estate. L’unica certezza era un nuovo appuntamento, dopo sette lunghissimi giorni, in cui la fidata Giusy avrebbe svelato loro l’ambita meta. E nel frattempo? Un turbinio di pensieri magici, tra paillettes rosa di qualche vestito da serata, rossetti e ombretti, cappellini neri con orecchie tonde, sombreri e ombrellini colorati da drink su spiagge assolate.
La magia del viaggio comincia quando lo si inizia a immaginare. Ed è proprio quello che stava accadendo a Gio e Mary. Intente a sognare mete caraibiche azzurre e gialle o vallate montane marroni e verdi, erano salite inconsapevolmente su un arcobaleno di emozioni che le avrebbe portate al tanto desiderato relax. Un mezzo di trasporto alquanto insolito il cui arco all’inizio sembra sempre infinito. I colori si susseguono e si viene trasportati in un attimo sulla cima dell’Everest, in una spiaggia di Miami, poi ai piedi del Kilimangiaro, sulle dune del Maranhao, poi ancora a godersi l’alba sul monte Fuji. L’unico limite è la fantasia. Gio lo sa, Mary un po’ meno…
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