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CattiviConsigli . IRA
Estrema perizia
In 7 Giugno 2024 da Gianluca Papadia“Devo sistemare casa perché se viene improvvisamente qualcuno poi che figura faccio” è il ricatto più meschino che ti possa fare una donna.
Lo subiamo da quando siamo venuti al mondo.
Nel passato, forse, quando non esistevano i telefoni, qualcuno poteva presentarsi a casa tua senza preavviso.
Ma oggi?
Con WhatsApp che scandisce i secondi della nostra giornata, a chi salterebbe in testa di piombare all’improvviso a casa tua?
Ma tanto lo so che è solo una squallida scusa che usa mia moglie per non ammettere che è una maniaca paranoica fissata dell’ordine e della pulizia.
“Aiutami a fare i letti che stamattina potrebbe venire qualcuno…”
“Stasera laviamo questi quattro piatti che domani mattina qualcuno potrebbe suonare al citofono…”
“Togliamo i panni dallo stendino che qualcuno potrebbe presentarsi fuori alla nostra porta…”
Sono solo alcuni esempi di questa infame messinscena.
Solo i ladri potrebbero intromettersi nella nostra casa senza preavviso! E a quel punto, tanto meglio, se gliela facciamo trovare come se ci fosse stata da poco una scossa di terremoto di 4.4 gradi di magnitudo.
E noi, purtroppo, lo sappiamo bene in quale stato si trova una casa dopo un evento sismico del genere.
Durante la scossa del venti maggio, tutto ciò che c’era sui mobili è caduto a terra rompendosi in mille pezzi. Sul pavimento c’è ancora uno strato di calcinacci e vetri.
Sembra un campo di battaglia.
E, dopo una settimana, la nostra casa è ancora in questo stato perché abbiamo ancora paura di rientrare e stiamo dormendo in macchina.
Tutte le mattine, saliamo per usare il bagno e fare una doccia veloce prima di ritornare nella tendopoli allestita dal comune.
«Oggi voglio sistemare un po’ la casa» dice mia moglie quando varchiamo la porta d’ingresso.
«Hai ragione» rispondo prontamente e inizio a raccogliere i cocci da terra. Mi rendo conto solo adesso di quanti suppellettili inutili c’erano sui nostri mobili.
Cercando di non ferirmi, riempio una busta grande di immondizia di pezzi di ceramica, vetro, legno e porcellana. Forse è meglio così, però, tutte quelle cianfrusaglie non le sopportavo più.
«Potremmo usare la folletto» suggerisce mia moglie mostrandomi la polvere provocata dalla caduta dei calcinacci.
E così, spinto dalla voglia di rendere la nostra casa di nuovo abitabile, imbraccio la famosa aspirapolvere e ripulisco tutti i mobili.
«Che fai?» chiedo a mia moglie quando vedo che inizia a sfoderare i divani.
«Approfitto della bella giornata di sole. Faccio un lavaggio rapido così tornano come nuovi. Tu, intanto, passa lo swiffer sui lampadari».
Eseguo il nuovo ordine senza fiatare.
Ormai sembriamo i dipendenti di una ditta di pulizie e mentre io pulisco a fondo i bagni lei lava i vetri e li asciuga con la carta di giornale.
Dopo un’ora ho la schiena a pezzi, la sciatica mi morde ferocemente il gluteo destro e non sento più le dita del piede destro.
Ma sono felice.
Il fatto stesso di essere sopravvissuto a un evento così potente mi impedisce di accusare la fatica. Fare le faccende domestiche è una cosa che ho sempre detestato ma oggi non mi pesa affatto. Anche mia moglie battaglia senza batter ciglio e, tra un ordine e un altro, prende la spatola da muratore e – con estrema perizia – inizia a pulire lo spazio bianco tra le mattonelle.
«La cera mi sembra un po’ troppo» accenno timidamente dopo che mia moglie mi ha obbligato a cacciare i materassi fuori al balcone. Dopo che li ho battuti per venti minuti adesso pretende che passi la cera sul pavimento.
Ho perso l’uso del collo per colpa della cervicale ma non mollo di un centimetro: inforco le pattine e lavoro alacremente.
Mia moglie non è da meno e restituisce una nuova vita – a colpi di ferro da stiro – alle fodere dei divani, le lenzuola, le federe e i copriletti appena usciti dall’asciugatrice.
Quando mancano pochi minuti alle tre, la casa brilla che è una bellezza.
«Forse abbiamo un tantino esagerato,» protesto leggermente, «se fa un’altra scossa come quella, siamo punto e a capo».
Alle quindici in punto, suona il campanello di casa.
“Se viene qualcuno all’improvviso” mi rimbomba nella testa.
Mia moglie spruzza altro deodorante per gli ambienti e apre la porta.
«Buongiorno signora, siamo i tecnici della protezione civile. Siamo qui per il sopralluogo» e quattro operai con le scarpe piene di polvere invadono il nostro salotto.
«Puntualissimi» risponde mia moglie mostrando fiera la casa splendente.
“Se qualcuno suona improvvisamente alla porta” è un chiodo fisso nel mio cervello.
«Avevi appuntamento con questi signori?» chiedo incredulo mentre le vertebre fiammanti C2 e C3 mi provocano un capogiro.
«Certo» risponde il capo delegazione mentre i suoi colleghi iniziano a fare le foto delle lesioni che abbiamo su tutte le pareti della casa.
«Per fare una perizia come si deve, adesso dovremmo spicconare un po’» aggiunge l’uomo e, senza nemmeno darmi il tempo di protestare, la squadra di tecnici della protezione civile inizia a prendere a martellate tutte le nostre pareti.
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