IRA . Racconti da Kepler
La Tour Eiffel
In 31 Marzo 2017 da Il ViaggiatoreChamp de Mars, domenica 31 marzo 1889. Cammino tutto orgoglioso con il mio bastone da passeggio e tuba in testa, con ancora il dolce sapore degli éclair degustati in una pasticceria non lontano da qui, e guardo verso l’alto: Parigi è in fermento, sta per essere inaugurata la Tour Eiffel. Ho appena dato 15 centesimi a un garçon urlante per una copia de Le Figaro che sfoglio e leggo con grande curiosità. Siamo nella VI legislatura della Terza Repubblica francese sul finire di un secolo di (vostre) grandi invenzioni, anzi quasi tutte quelle che permeano ancora l’era nella quale ho deciso di trasferirmi. Il Presidente della Repubblica è Sadi Carnot e la politica è in fermento non solo per le elezioni in alcune parti del Paese: i boulangisti sono forti e il loro leader ex generale ed ex Ministro ora Deputato Georges Boulanger è accusato di voler attuare un golpe: le ferite del conflitto con la Prussia sono ancora forti come è altrettanto forte il dibattito sul ruolo che la Francia deve recitare in Europa. Egli si è adoperato moltissimo per la rivincita e questo gli ha dato una pericolosa popolarità. Il Consiglio dei ministri ieri ha deciso di farlo arrestare ma Boulanger in gran segreto sta per scappare e lo farà proprio domani.
Il cielo è coperto, si superano ma non di molto i 10 gradi. Le nuvole mi negano quella luce rosa che tra qualche anno verrà celebrata in una canzone e al cinema. I giardini, le coppie che passeggiano, le carrozze e la nutrita presenza di gendarmi per l’inaugurazione. Mai opera fu così contrastata, così intuisco qui, dove una torre di 324 metri tutta in ferro si dice che deturpi il paesaggio parigino. Persino Guy de Maupassant e Alexander Dumas figlio si sono esposti, firmando un appello a che non venisse costruita. A dire il vero qualche giornalista, seppur critico, intuisce che forse si tratta di una costruzione destinata a stupire il mondo e a diventare un simbolo. Lo Stato, intanto, ne blinda qualsiasi emulazione dichiarandola un bene demaniale. Comunque alla fine ha vinto lui, Gustave Eiffel, l’ingegnere dei ponti e delle ferrovie come lo chiamano i detrattori: ha dato retta a due suoi ingegneri, Maurice Koechlin e Émile Nouguier che progettarono la torre quando cinque anni fa venne assegnata l’esposizione internazionale a Parigi.
Eiffel è stato contrastato, spesso non sostenuto, talvolta deriso. Il contratto non veniva firmato e alla fine si è ritrovato a capo di un’opera da 5 milioni di franchi di cui solo 1,5 erogati dallo Stato. L’architettura però ha fatto passi da gigante, il ferro nelle costruzioni viene sempre più utilizzato e la scelta di come festeggiare i 100 dalla Rivoluzione francese e quale simbolo perl’Esposizione internazionale di quest’anno alla fine è caduta su questa costruzione. Eiffel ha ingaggiato persino un fotografo, Eduard Durandelle, che dal 26 gennaio 1887, data di inizio lavori, ha immortalato i vari passaggi della costruzione: le fondamenta, i quattro piloni del dicembre dello stesso anno, il primo livello nel marzo dello scorso anno, l’inizio del secondo livello iniziato a maggio e completato ad agosto, l’ultimo livello sul finire di dicembre e la cupola terminata solo 15 giorni fa.
Mi siedo su una panchina e continuo a sfogliare la mia copia di quotidiano in una lingua che ho scoperto piacermi molto: Parigi, domenica mattina, un’inaugurazione storica. Ne avrò da raccontare quando ritornerò su Kepler. Dal mio panciotto estraggo l’orologio a cipolla che segna le 13.00. Non manca molto e lo si intuisce anche dai movimenti dei militari a cavallo. Si annuncia la presenza non solo del Presidente del Consiglio Pierre Emmanuel Tirard, un Radicale al suo secondo governo, ma pure di un buon nutrito numero di Deputati e pure di conseilleirs municipaux e, come scriverà domani Le Matin, “un grande nombre de dames”. Ah, le dames parigine, così charmantes e seduisantes, come ho imparato dalla Divine Comtesse sempre prodiga di consigli quando si tratta di Francia.
Nel volgere lo sguardo a questa costruzione che talvolta sarà pure nell’ultima parte coperta dalla nuvole, dopo aver fatto l’elenco di chi inaugura, ripenso ai 300 operai che tra tanta fatica e diverse difficoltà hanno costruito una torre da 10mila tonnellate. Avevano freddo e ottennero cappotti adeguati, chiedevano più soldi e talvolta vennero accontentati.
Sotto la torre stanno confluendo le autorità e si intravedono sia Tirard che Eiffel. Una stretta di mano e il corteo inizia la salita: sono le 13.30. Tutti ci proveranno e pochi scalatori arriveranno in cima, secondo il resoconto de Le Matin saranno solo 11 che alle 14.35 isseranno il tricolore da 7,50 metri di larghezza e 4,50 di altezza. Oltre a Eiffel ci saranno Jean Compagnon, il capo dei lavori e Georges Berger, il direttore dell’Esposizione internazionale che si inaugurerà il 6 maggio prossimo.
Al 4 piano, invece, ci sarà la cerimonia con i due discorsi che si terranno nel lato che guarda il Trocadéro e con i diversi tavoli apparecchiati anche per gli operai, invitati al pranzo e assoluti protagonisti, come segno di gratitudine.
Nei discorsi ufficiali Eiffel ringrazierà tutti, a partire dai collaborati più fedeli Maurice Koechlin e Émile Nouguier e si dirà convinto che “Tout le monde aussi gardera ce souvenir” mentre il Presidente Tirard, oltre a fare ammenda per i suoi iniziali dubbi sull’opera, non mancherà di elogiare gli eroi della costruzione: gli operai. Per loro parleranno Rondell e Aillatru, che si diranno orgogliosi di raccontare ai figli e un giorno ai nipoti di aver partecipato a una costruzione così importante e molti felici di un premio di 1000 franchi per ognuno di loro deciso dal comune di Parigi. Eiffel verrà insignito della Croce da ufficiale dell’Ordine della legion d’onore e la Francia ha appena inaugurato un monumento che la renderà unica.
La Torre sarà ufficialmente aperta al pubblico alle ore 11:50 del 15 maggio 1889 e il funzionamento non perfetto degli ascensori non sarà un deterrente per i visitatori curiosi di ammirare la Ville lumière da una visuale all’epoca impossibile. Vedo il tricolore francese sventolare ed è ora di tornare. Prima, però, passo nella pasticceria per gli éclair in compagnia di Élise Victoire Amélie de Médagonne, contessa di Bérger. Ah, les femmes françaises…
À la prochaine!
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