Letti Nuovi . LUSSURIA
Strega
In 16 Settembre 2023 da F.G. SimonPer un istante eravamo una collezione di bambole che sbattevano gli occhi ciechi. Rex ci guardò. Gridò qualcosa. Sentimmo dei passi per le scale e Toni arrivò di corsa nella stanza. Ci fissò e noi fissammo lei. Nei suoi occhi aleggiava una domanda. Noi tacemmo. Quell’istante parve eterno. Sentimmo l’acqua scorrere nei tubi. Sentimmo scricchiolare il pavimento. Vedemmo uno spirito malvagio attraversare la sala. Toni fece uno strano sorrisetto e si passò la mano sugli occhi. La voce era pungente e sgraziata: Cosa ne avete fatto di Cassie? (pag. 98)
(Johanne Lykke Holm, Strega, NNE, 2023)
Appena entrata in libreria, ho notato questo romanzo, una luce in mezzo alle altre che brillava e brillava grazie anche alla copertina fucsia. Così l’ho acquistato. E non me ne sono pentita.
Strega di Johanne Lykke Holm, pubblicato per l’Italia da NNE e inserito nella collana Le fuggitive, è stato anche finalista al premio Strega Europeo 2023.
Strega rappresenta un piccolo mondo, isolato, silenzioso, onirico. Si vede un albergo, si vede un monastero, ci sono Rafaela e le sue compagne, ci sono le responsabili dell’hotel Olympic, ci sono i compiti da svolgere, più che altro faccende domestiche.
Come nell’Overlook di Shining , un’assenza maligna vive nell’hotel Olympic.
L’albergo che si trovava in una valle isolata , circondata da montagne nere che si stagliavano da una vegetazione cupa e umida, accanto a un laghetto d’acqua azzurra gelida, un tempo era stato un luogo famoso e molto frequentato , un luogo di banchetti nuziali e sport invernali, un luogo che sembrava magnetico, scintillante di rosso in mezzo a tutto quel verde. nessuno ricordava quando aveva iniziato a cambiare, quando aveva cominciato ad apparire ripugnante a qualunque persona sana, come se possedesse una forza intrinseca, qualcosa di malvagio e malato che teneva lontana la gente. (pag. 34)
Tutto è visibile, tutto ha odore, tutto ha un suono, aria acqua terra vibrano all’interno di una bolla gotica costruita grazie a figure retoriche e accostamenti stilistici ben dosati.
Appoggiai la fronte al finestrino e spalancai gli occhi. Di colpo tutto lì fuori parve artefatto. Le montagne sembravano illuminate dal basso da un potente faro. Ai loro piedi gli alberi erano perfettamente allineati, come modellati nella cera e ricoperti di brillantini. Dai petali dei rododendri gocciolava rugiada di silicone. Una cascata rumorosa, che sembrava congelata nel tempo. Guardavo le montagne e loro guardavano me. Senza dubbio un posto malvagio travestito da qualcos’altro. (pag. 11)
Le immagini, attraverso gli occhi della protagonista Rafaela, sono sospese tra iperrealismo e allucinazione.
I capelli di Alba mi sventolavano davanti alla faccia e tentai di afferrarli con la bocca. Aprii gli occhi e la guardai nell’oscurità. Uno scorpione le si era posizionato tra gli occhi come un gioiello. Dalla sua gola si levava un fumo denso verso il soffitto. Distolsi lo sguardo e osservai il volto della suora che mi fissava, dritta davanti a me. I suoi occhi si fecero verdi e neri e poi di nuovo verdi. Allungai la mano e le passai un dito sulla guancia. Rimase un segno. Lei sorrise. Ancora una volta i miei occhi si rivolsero verso l’interno. Vedevo tutto in una luce elettrica. Il mio corpo venne illuminato da dentro come la camera autoptica di una facoltà di Medicina. (pp. 152-153)
Si sta dalla parte delle nove ragazze, si tifa per loro, non ci si capacita del fatto che abbiano accettato di sottomettersi a altre donne, nonostante i loro desideri di realizzazione personale.
Eravamo nove giovani donne con un lavoro stagionale in montagna o nove giovani donne messe al sicuro sul versante più riparato dalla montagna o nove giovani donne che vedevano le proprie mani messe all’opera, le vedevano sollevare fino al volto tessuti rinforzanti soltanto per poi farli ricadere a terra, le vedevano versare vino forte da grosse caraffe, come mani di una statua, infilate dritte nella terra arida, come per saziarla. Venivamo da posti diversi, ma avevamo la stessa età e gli stessi pensieri. Nessuna di noi voleva fare la domestica e nessuna voleva diventare moglie. (pag.33)
Per dirla alla Seven, in una storia immobile come un quadro è responsabilità del lettore valutare quanto e come le donne siano vittime degli stereotipi che le vedono incapaci di spezzare certe catene. Spesso accade che sono le donne stesse a mettersele a causa delle tante forme di sottomissione interiorizzate. Alcune donne vivono in prigioni mentali, che poi diventano anche prigioni fisiche perché trasformano il loro corpo, (e cito l’autrice) in una scena del crimine, dove il crimine è già avvenuto. Si odia l’autorità ma nello stesso tempo non la si vuole combattere e si rimane soffocati dalle sue regole. Allora, chi è l’assassino? Lei stessa. La donna. Per fortuna, Rafaela troverà il coraggio di liberarsi da una condizione che la soffoca e la opprime.
Nota: Johanne Lykke Holm (1987) è una scrittrice e traduttrice svedese. Strega è il suo primo romanzo, vincitore dell’English PEN Award e selezionato per il Nordic Council Literature Prize e per lo European Union Prize for Literature. È considerata una tra le più promettenti scrittrici emergenti svedesi.
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