
DiarioXY . LUSSURIA
Lorenza Pellegrini
In 24 Settembre 2016 da Chiara Menardo
Sbronza. Sono decisamente sbronza.
E sono bella, sono l’Alfa e l’Omega, con i capelli lunghi e biondi, i tacchi, gli occhi con il mascara sbavato e il seno grande: lo so che voi, tutti voi, vorreste solo toccare me.
Guardo gli uomini che passano nella mia vita: mi ronzano attorno come mosche che volano sempre più strette intorno a un fico maturo, alla goccia trasparente che esce dalla mia buccia crepata.
Volete nutrirvi di quella goccia dolce e vischiosa, poi volare via.
Il nobile eterno mi chiama con nomi strani, Ennoia, Johanna, Sophia, mi svela segreti di mondi arcani e di magie, mi ha già incontrata nelle sue tante vite, dice.
Il pittore strafatto mi tocca il culo. Lui, con la barba incolta e la puzza di tabacco e di gin che gli fodera le mani e la pelle.
Il ragazzo perbene mi guarda come un diabetico guarderebbe una torta di panna e ciliegie esposta nella vetrina di una pasticceria: vorrei, ma non posso.
Poi c’è quello che dice di amarmi, che mi prende per un braccio e mi porta via dalle luci e dal fumo, voltandosi verso la sala e salutando con un “Chicchiricchì”. Ecco.
Nel mezzo di tutto ci sono io, Lorenza Pellegrini, la puttana, la santa, la sbronza, la stronza.
Mi aggiro leggera in un mondo di carta e lusinghe, lascio che credano che non sappia leggere gli sguardi e i segnali, i gonfiori sospetti e le punte delle lingue che percorrono l’interno delle labbra mentre ballo, accavallo le gambe o gioco a flipper con piccoli e precisi movimenti del pube fasciato dai jeans. Forse, solo con il flipper faccio davvero l’amore.
Li guardo mentre si baloccano nei labirinti delle loro astrazioni e parlano, parlano, parlano… blandita, sfiorata, accarezzata da nomi e aggettivi, lo so cosa vogliono. E ci casco.
Alla fine ci credo.
Credo davvero che l’intellettuale mi ami sul serio, che il nobile eterno mi abbia incontrata in chissà quale vita. Credo davvero che il pittore barbuto si ispiri a me, alle mie cosce e al mio spirito alto per le sue tele e che il ragazzo perbene si trattenga solo perché è, appunto, perbene.
Io sono l’Alfa e l’Omega, la puttana, la santa, la donna dispersa che vaga sperando di innamorarsi di qualcuno che, semplicemente, non faccia di lei qualcos’altro.
Ho solo voglia di essere Lorenza.
Ma è così dannatamente bello sentire quella sensazione sulla pelle, la trasformazione da donna mortale a entità eterea tra gli inferi e l’alto dei cieli, che non riesco a resistere.
Lassù, sugli altari dell’ego, io preda e cacciatrice indosso il mantello di broccato rosso come una madonna in processione. Poi lo scosto di colpo, che vedano il leggero abito di garza che mi ricopre le forme mostrando tutto, tutto quanto. Non c’è spazio per l’immaginazione, nel mondo di favole in cui mi hanno portata.
Doppia, tripla, innumerevole… una.
Sono Lorenza, Lorenza Pellegrini.
Ho bisogno di amare senza capire, di essere amata senza l’alone di storie e leggende, senza bagagli.
Non sono una prostituta o una santa. Non sono nemmeno una stronza.
A loro piace pensare che lo sia, e a me pure. Ma poi, quando appoggio il capo a un vetro freddo in una giornata di pioggia e penso, con in mano una tazza di tè, a chi sono, beh … in fondo, non sono nessuna, non sono granché. Sono una donna dalle tette grandi, dai capelli lunghi e dall’animo buffo, uno specchio che riflette quello che gli uomini vogliono vedere.
Una creatura in un vaso di vetro.
Finirà male, per me. Finirò vecchia e sola abbandonata nei racconti di altri, o forse cadrò giù da una scala, ubriaca, inciampando nella coda di un abito lungo di seta? Circondata di libri mai letti, di storie mai scritte, che mi riguardano tutte.
In fondo però, io sono il qui, sono l’adesso. Sbronza, con ancora la sensazione della mano del pittore sul culo, tra i ricordi di un baciamano e i fumi dell’ultimo bicchiere di vino frizzante, trascinata per un braccio da un uomo triste che mi ama nella disperazione cinica di uno squillo di tromba e si volta verso la sala fumosa mormorando “chicchirichì”.
Il libro…
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Titolo: Il pendolo di Foucault
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Autore: Umberto Eco
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Prima edizione: Bompiani, 1988, pp. 509, ISBN 88-452-0408-1
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