GOLA . RicetteColte
Gli spaghetti alla scoreggiona per Venticello
In 26 Maggio 2021 da Fabio MuzzioOggi faccio gli spaghetti alla scoreggiona.
Perché, vie’ pure zia Fernanda?
Perché la gola può essere un vizio di famiglia
Squadra antitruffa è il terzo capitolo della serie “squadra”, preceduto da quella “antiscippo” e “antifurto” da cui abbiamo estrapolato rispettivamente il sugo di Filotto e il Gin Fizz del Coccodrillo.
Girato nel 1977, sempre con regia di Bruno Corbucci, tornano alcuni dei personaggi storici, tra cui Tozzi, Ballarin e Gargiulo, la squadra romana che indaga sui diversi reati. Un ruolo fondamentale, che diventa asse portante delle migliori gag della pellicola, è quello di Franco Bertarelli detto “Venticello”, complice negli anni giovanili del Maresciallo Nico Giraldi, passato poi dalla sponda dei ladri a quella delle guardie. Il soprannome di “Venticello” deriva dalla sua particolare reazione in caso di emozione, molto in linea con la ricetta per intenderci, ed è un truffatore a volte pasticcione e che, soprattutto, rappresenta la vittima dei tanti schiaffi e non solo di Giraldi con il quale, però, non si è mai interrotto il rapporto di amicizia e affetto. Come più volte ribadito, queste pellicole giocano sulla simpatia e romanità sorrette da un torpiloquio dalla facile risata. È risaputo che siano considerati dei B-Movie ma forse anche per questo sono diventate negli anni pellicole veramente di culto e sempre replicate nei canali televisivi. Sono convinto che in molti avrete visto più volte queste serie (oltre alle “Squadre” ci sono i “Delitti”). Se non vi fosse mai capitato o siete rifuggiti, non siate troppo snob, sono pur sempre uno spaccato del nostro vissuto, in particolare degli anni Settanta. Questa volta, più che sul “cubano de Roma” Milian, il film lo considero un omaggio a Franco Lechner, a cui si possono attribuire due ricette e questa sarà la prima. Lechner è stato a prescindere un delizioso e amato caratterista del nostro cinema e sarebbe un peccato non ricordarlo.
In Squadra antitruffa, un po’ come spesso è capitato pure nelle pellicole di genere, fossero più o meno drammatiche, appare molto forte l’ironia grossolana e fuori luogo sul tema dell’omosessualità, che renderebbe oggi la sceneggiatura assolutamente improponibile. Il tema, infatti, viene trattato in modo macchiettistico ma risulta figlio dei tempi, seppur la nostra società ancora oggi talvolta evidenzi giudizi non troppo discostanti.
Tre note: la prima è Leo Gullotta, che propone pillole miracolose come carburante per l’auto, ma si tratta di una piccola parte; la seconda riguarda l’attore non protagonista che condivide l’inchiesta sulla truffa: Robert Clayton dei Lloyd’s di Londra, interpretato dall’inglese David Hemmings e che, doppiato in italiano, finisce per parlare a metà strada tra Ollio e Don Lurio; infine, la ragazza protagonista e che fa coppia con il Maresciallo Giraldi: Anna Cardini, attrice attiva in quegli anni, e della quale non si conoscerà mai il nome. Sapremo però dichiaratamente femminista e che lavora come cassiera in un cinema d’essai mentre frequenta la Facoltà di Lettere.
Da questo film estrapoliamo una prima ricetta: gli spaghetti alla scoreggiona, un piatto tipico della cucina romana e che la madre di “Venticello” si propone di preparare per “l’una” ma non per Zia Fernanda.
Ingredienti per 2 persone:
- Spaghetti 200g
- Salsicce di maiale 2
- Puntine (costine) di maiale 200g
- Cotica di maiale 100g
- Fagioli borlotti 200g
- Pomodori 500g
- Cipolla piccola
- Sedano 1/2 gambo
- Carota 1
- Vino bianco bicchiere1
- Olio E.V.O.
- Peperoncino
- Sale
- Pecorino
Procedimento:
Intanto avrai capito che questa ricetta, da considerarsi piatto unico, non è certo né dietetica né amica delle analisi del sangue, tuttavia se te la puoi permettere (o ti vuoi concedere una eccezione) puoi gustarti qualcosa che appartiene alla cucina popolare e molto ricca, in particolare originaria del Lazio.
Gli spaghetti (o i bucatini) completeranno le parti del maiale che compongono il sugo. Se hai voglia di cucinare puoi utilizzare pomodori maturi e profumati, che scotterai per eliminare facilmente la buccia per poi ridurli in passata. In alternativa potresti già partire dai pelati oppure ancor più velocemente da una passata già pronta. Stesso discorso per i fagioli borlotti, che potrebbero essere secchi e quindi da reidratare, oppure acquistati in scatola già pronti.
Una volta stabilita la parte del pomodoro e dei fagioli, occupiamoci della carne: salsiccia, costine (che a seconda del luogo nel quale abiti si potrebbero chiamare costolette, puntine o puntarelle) e la cotica (anche qui a seconda del luogo chiamata cotenna). Quest’ultima è da raschiare bene e, nel caso si voglia rendere già più morbida e meno priva di grassi, si può cuocere per una ventina di minuti.
Prepara il soffritto: la cipolla tritata fine fine e taglia a quadretti sia il sedano che la carota.
In una padella antiaderente versa l’olio di oliva e una volta caldo fai soffriggere i tuoi ingredienti a fuoco medio. Quando il profumo inizia a farsi sentire aggiungi la salsiccia (meglio se avrai tolto la pelle e l’avrai sbriciolata), le costine e la cotica. Rimesta così da insaporire la carne e aggiungi il vino bianco, che farai evaporare. Abbassa la fiamma, aggiusta di sale, rimesta bene e aggiungi il pomodoro e se ti piace un peperoncino. Il tuo sugo deve cuocere a fuoco medio/basso almeno trenta minuti, prestando sempre attenzione a che non si asciughi troppo: nel caso aggiungi un mestolo di acqua. Passata la prima mezz’ora, versa i fagioli e continua ancora per una ventina di minuti, facendo in modo che la carne prosegua a cuocere in modo uniforme e i fagioli non si sfaldino.
In acqua salata porta a cottura gli spaghetti, nel caso un mestolo potrebbe tornarti utile nel caso il sugo si stia asciugando troppo. Colali e versali nella padella con il tuo sugo in modo da insaporirli.
Per completare puoi aggiungere del pecorino grattugiato o, in alternativa, del parmigiano.
Il resto, nel caso, verrà da sé.
(ADV)
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