GOLA . RicetteColte
I tortellini al ragù di Alberto
In 1 Giugno 2022 da Fabio MuzzioPeppino io ho visto, hai capito… ho visto e adesso non voglio più guardare e sai perché? Perché non bisogna mai guardare quello che gli altri non vogliono che tu veda.
Alberto Catuzzi
Perchè la gola è aprire gli occhi
Luciano Salce rappresenta una delle figure artistiche più importanti del nostro panorama dagli anni Cinquanta agli Ottanta: attore, scrittore e regista ha firmato diversi capolavori tra cui, per esempio, Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue. Vittima di un ictus nel 1983 (morirà nel 1989) dovrà rallentare la sua arte e, nel 1984, torna dietro la macchina da ripresa proprio con il film Vediamoci chiaro. La commedia, pur annoverando due attori tra i più importanti per il botteghino in quegli anni, Johnny Dorelli ed Eleonora Giorgi, non ha riscontrato né un grande successo negli incassi, piazzandosi nell’anno di Flashdance e La chiave solo al posto numero cinquanta, né dalla critica, non particolarmente entusiasta di una trama forse un po’ scontata.
La sinossi racconta di un imprenditore televisivo, Alberto Catuzzi, che ha la necessità di salvare dai debiti Rete 99 Tele Italia Network. Un incidente frontale con un camion, mentre è alla guida della sua spider e causato da una foglia che gli impedisce la visuale, lo rende cieco. Questa condizione lo porterà a confrontarsi con la vita mentre la ritrovata vista mantenuta segreta gli farà aprire gli occhi, in tutti sensi, sul mondo che lo circonda: la moglie Geneviève, una Janet Agren meno protagonista rispetto ad altre pellicole, che lo tradisce con il miglior amico e delegato alla gestione del canale privato Gianluca, quell’Angelo Infanti che più volte abbiamo visto nei film con Bud Spencer e Carlo Verdone. C’è una figlia, Monique, interpretata da Milly D’Abbraccio, allora ventenne e in prossimità di intraprendere la carriera nel genere pornografico, che più essere impegnata nello studio è più interessata a frequentare carnalmente i compagni di scuola. C’è un maggiordomo, Peppino, che bara a carte ma è il punto di riferimento per fedeltà: chiamato a vestirne i panni è Giacomo Furia un caratterista delle nostre commedie. E se Geoffrey Copleston interpreta Mercalli, colui che sta cercando di sottrarre la rete televisiva, all’elenco manca lei, Eleonora Bauer (Eleonora Giorgi), l’agente dell’assicurazione inviata dalla compagnia svizzera per verificare se debbano essere sborsati i 5 miliardi di risarcimento.
L’incontro con Alberto è volutamente casuale ma l’insidia è data dall’amore. Come copione la verità uscirà e l’apparente inganno porterà al lieto fine e nella falsa dichiarazione all’assicurazione. Tra le curiosità c’è quella che nel ruolo del Direttore e capo di Eleonora c’è Michele Mirabella in una delle sue presenze sul grande schermo ma conosciuto soprattutto per le sue presenze televisive.
E la ricetta? L’ho estrapolata dalla cena di Natale dove c’è la resa dei conti: dopo aver distribuito con Suor Carlona (Fiammetta Baralla) regali veri e non quelli di pessima qualità delle Dame di carità all’Istituto dei ciechi dove aveva iniziato il percorso per imparare a gestire la sua cecità, Alberto prima canta Santa Notte (Silent Night) insieme agli amici conosciuti lì, poi recupera i regali di seconda mano e li porta a casa iniziando a distribuirli ai commensali. Dando man mano i particolari, che rivelano che la sua condizione cambiata e le verità conosciute, comunica di voler partire per Parigi dove ripartirà da zero. In realtà all’aeroporto ci sarà una doppia sorpresa ad aspettarlo: Eleonora e la lettera del bonifico di cinque miliardi. A questo punto il piano sarà un viaggio miracoloso a Lourdes per giustificare il ritorno alla vista.
La canzone dei titoli di testa e di coda è Mezzanotte Chiara, interpretata dal cantante napoletano Franco Barbato che la portò al disco per l’estate di Saint Vincent proprio nel 1984 (il film arrivò nelle sale il 19 aprile di quell’anno).
INGREDIENTI PER 6 PERSONE
Il ragù
- Carne macinata (manzo e suino) 800g
- Passata di pomodoro 600ml
- Cipolla 1
- Sedano gambo 1
- Carote 2
- Alloro 2 foglie
- Vino rosso 1 bicchiere
- Olio E.V.O.
- Noce moscata
- Sale
I tortellini
La ricetta dei turtlén bolognesi, magari lo sai, è stata ufficialmente depositata: per questo motivo metto il link dal sito della Dotta confraternita del Tortellino, che ti indicherà ingredienti e procedimento. In alternativa puoi acquistarli già pronti.
PROCEDIMENTO
Per la preparazione del ragù, ho graduato le dosi per sei persone, quelle che sono a tavola per il pranzo di Natale, parti dal soffritto: taglia finemente cipolla, sedano e carota che verserai nell’olio E.V.O. rosolando a fuoco dolce. Aggiungi la carne, il macinato misto di manzo e suino che farai insaporire girandola insieme al soffritto per un paio di minuti. Aggiungi il bicchiere di vino, mescola e alza la fiamma per far evaporare la parte alcolica.
Aggiungi la passata di pomodoro e un po’ di acqua (potresti metterla nella bottiglia del pomodoro così da recuperare tutta la salsa. Metti l’alloro, una macinata di noce moscata, Alberto sottolinea che ne percepisce l’inconfondibile odore perché ne viene messa “un chilo”, per cui non esagerare. Aggiusta di sale e continua la cottura per circa un’ora: non alzare troppo la fiamma, fai asciugare ma non troppo il pomodoro così da avere la giusta consistenza del ragù.
Segui le istruzioni per la cottura dei tortellini e, una volta, colati e versati nella zuppiera, versa il ragù, mescolando con cautela e non ti resta che preparare i piatti da servire ben fumanti.
(ADV)
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