Le storie superbe . SUPERBIA
Il sapore del proibito
In 30 Gennaio 2023 da Redazione Seven BlogUn racconto che ha partecipato a SevenStories – Big Babol
di Antonella Arcangeli
Una pioggerella sottile e fastidiosa lo accolse alla fine del turno di lavoro. Era sera tardi e il freddo gli penetrò nelle ossa e lo spinse ad affrettarsi a raggiungere l’auto.
La zona industriale, avvolta dalla nebbia era triste e spettrale. Alzò una mano in segno di saluto verso il collega e chiuse lo sportello. Imboccò il raccordo autostradale che in pochi minuti lo avrebbe portato all’ingresso della città. Qua e là si vedevano le insegne dei capannoni che costeggiavano quel breve tratto e da lontano, decorazioni natalizie e lucine colorate rallegravano i tristi palazzoni che riusciva ad intravedere.
Oltrepassò l’aeroporto alla sua sinistra ed infine imboccò il largo viale di ingresso città. Avrebbe potuto mettere il pilota automatico, tanto era familiare quel percorso casa lavoro, ma quella sera qualcosa distolse l’attenzione e la stanchezza che si portava appresso. Una ragazza che non aveva mai visto prima. Era insieme a tutte le altre, quelle che da anni si trovavano in quel punto di strada a quell’ora. Senza nemmeno rendersene conto, accostò accanto a lei e dopo poche parole, la ragazza salì in macchina. Rino non era un habitue di queste cose. Era un uomo di bell’aspetto e le donne non gli mancavano. Si appartarono in una via buia tra le fabbriche. Lui era visibilmente imbarazzato, nemmeno sapeva per quale motivo l’avesse fatta salire. Aveva la lingua impastata ed era incapace di proferire parola. Fu lei a prendere l’iniziativa, allungò una mano gli sbottonò i jeans, scostò i boxer, si piegò in avanti ed avvicinò la testa all’inguine dell’uomo, non prima di aver tolto la gomma da masticare dalla bocca ed averla gettata nel posacenere dell’auto. Rino la guardava come inebetito, poi fu preso dal piacere, ebbe un sussulto e si lasciò andare. Il cuore iniziò a correre, una galoppata ansimante e senza fine, in un attimo fu in balia delle sensazioni, un piacere proibito, peccaminoso, eccitante e totalizzante. Fu quasi come tornare ragazzo, fu quasi come fosse la prima volta, fu come un fiume in piena che rompe gli argini e travolge tutto ciò che incontra.
Quando i battiti cardiaci ripresero un ritmo normale, si riscosse. Guardò la ragazza, era indiscutibilmente bella e sicuramente era stato quello a spingerlo a farla salire, ma si rese conto di non averle chiesto nemmeno il nome. “Eva, mi chiamo Eva.” Disse in un soffio, con un accenno di sorriso sulle labbra. La riaccompagnò nello stesso punto in cui l’aveva fatta salire e riprese la via di casa. Un persistente profumo rimase all’interno dell’auto. Un profumo indefinito, un profumo dolciastro e leggermente fruttato, un profumo che gli era familiare ma che in quel momento non era in grado di associare a nulla. Nei giorni seguenti, il pensiero di lei non lo abbandonava. Ma il suo turno di lavoro terminava troppo presto e a quell’ora il tratto di strada dove normalmente sostavano le ragazze, era frequentato solo dagli impiegati del vicino palazzo di giustizia.
Nei mesi seguenti , ogni volta che Rino terminava il turno di lavoro a tarda sera, era diventato per lui irrinunciabile l’appuntamento con Eva. Era come drogato, non riusciva a farne a meno, ed ogni volta assaporava ogni singolo secondo di quei gesti che ormai gli erano diventati familiari. Ma soprattutto pregustava il gesto di lei di togliersi la gomma dalla bocca. Era un rituale che lo eccitava, lo mandava in estasi, quasi come quanto il profumo intenso e fruttato che lo avvolgeva come in un abbraccio e che gli rimaneva addosso come una seconda pelle. Ma una sera, lei non c’era. E nemmeno nelle seguenti. Si fece coraggio. “ehi, scusa.” Disse ad un’altra ragazza. “Ma dov’è Eva?” La ragazza lo guardò stranita, poi capì. “Parli di Big Babol! Sono giorni che non la vediamo.” La sparizione di Eva, detta Big Babol per il suo continuo masticare la gomma al sapore di fragola, rimase avvolta nel mistero ed a Rino non rimase che il ricordo di quel dolce profumo che lo avvolgeva durante tutti i loro incontri.
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