Le storie superbe . SUPERBIA
La tasca dei ricordi
In 28 Maggio 2023 da Redazione Seven BlogUn racconto che ha partecipato a SevenStories – Levi’s Strauss
di Antonella Arcangeli
Miriam guardò sconsolata l´’armadio ancora pieno di indumenti, pensando a quanti scatoloni avrebbe dovuto riempire per arrivare a svuotarlo completamente. Strappò con i denti un pezzo di scotch da pacchi e chiuse la scatola. Poi qualcosa appallottolato sul fondo attirò la sua attenzione Allungò la mano e si ritrovò un paio di jeans tra le mani. Consunti, sdruciti. Li guardò meglio. Levi´s 501 taglia xs. Subito fu riportata indietro nel tempo, negli anni ’80. Le tornò alla mente la famosa pubblicità col modello figo che con fare sensuale se li sfilava in una lavanderia.
“Come si chiamava?” Si domandò. Stava ancora cercando di ricordarne il nome quando si accorse che nella tasca posteriore c’era qualcosa. Lo tirò fuori, era un foglio ingiallito dal tempo, una lettera. Era scritta a mano, l’inchiostro un po’ sbavato, ma ancora ben leggibile. ¨Caro Eugenio…¨ iniziava così. Erano gli anni dell’adolescenza, della spensieratezza e delle pene d’aamore un mix di struggi-mento e batticuori, di lacrime e di risate pazze.
Eugenio, bello come il sole aveva ricci castani, occhi blu che penetravano fino al cuore ed un sorriso bello e luminoso. Miriam era bella, intelligente, spigliata, piena di amiche. Un modello per le altre, che spesso la invidiavano.
Consapevole di questo suo fascino che la avvolgeva da sempre.
Era come il canto delle sirene, i ragazzi ne era-no ammaliati, incapaci di resisterle. Non si era mai preoccupata di calpestare sentimenti o spezzare cuori. Il senso di sconfitta, la sofferenza del rifiuto, l’inadeguatezza non le appartenevano, non erano ancora entrati a sconvolgere la sua adolescenza.
Eugenio era entrato nella sua vita un giorno di fine marzo, la sua famiglia si era trasferita da poco in città e lui aveva cambiato scuola. Miriam per la prima volta sentì qualcosa che le si rimescolava dentro, uno struggimento, un tuffo al cuore. Quando se lo trovava davanti diventava incapace di parlare. Proprio lei, che aveva sempre avuto chiunque ai suoi piedi, non riusciva a spiccicare parola.
Si era innamorata.
Perdutamente.
Quel giorno di fine aprile si era vestita e truccata con cura, aveva indossato i Levi’s che le facevano il culo bello, decisa a conquistare il cuore di Eugenio. Varcò la soglia della classe, il cuore batteva forte, ma cercò di mascherare la sua emozione indossando la solita maschera di sicurezza a cui tutti erano abituati. Non era affatto preparata a quanto avrebbe visto di lì a poco. Eugenio era seduto al suo banco, e seduta sulle sue ginocchia aveva Giada. Parlavano fitto, a bassa voce, guardandosi fissi negli occhi, mano nella mano incuranti del chiasso e delle risate sguaiate degli altri compagni. Miriam si sentì mancare la terra sotto i piedi. Giada. La piccola, insignificante, timida Giada. Una di quelle che la seguiva come un cagnolino, che aveva sempre bramato la sua amicizia, ma che Miriam non aveva mai considerato. Avrebbe voluto urlare, piangere ma l’orgoglio glielo impedì. Indossò la sua maschera migliore e fece finta di niente.
I giorni passavano, il peso che aveva sul cuore non accennava a diminuire. Una mattina si svegliò e prese una decisione. Af-ferrò un foglio ed iniziò a scrivere. Una lettera piena di pensieri, sentimenti, amore in cui lei si metteva a nudo, per la prima volta. Arrivò in classe presto e mise la lettera sotto il banco di lui che quando arrivò, notò subito la lettera. La prese, ed iniziò a leggere. Miriam lo osservava, il cuore in subbuglio. Lui finì di leggere, alzò un attimo lo sguardo, senza proferire parola e la posò di nuovo sotto il banco.
Miriam piegò con cura i jeans e li mise in una scatola: “Come stiamo messi con l’armadio?”. La familiare voce maschile alle sue spalle la fece per un attimo trasalire. I capelli erano imbiancati ed i riccioli si erano un po’ diradati ma gli occhi blu ed il sorriso erano quelli che l’avevano con-quistata tanto tempo prima. “Non immaginerai mai cosa ho ritrovato.”
Disse Miriam tirando fuori la lettera, sorridendo a suo marito.
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