INVIDIA . Lector In Invidia
Voglio-ma-non-posso e l’erba-del-vicino:
In 14 Luglio 2016 da Attilia Patri DPLA MINIGUIDA PER LE VACANZE
Carissimi lettori invidiosi,
sappiamo che per voi questi sono tempi duri, anzi durissimi: c’è crisi, fa caldo, agosto incombe mangiandosi luglio e voi, per natura, in questo periodo invidiate ancora di più e senza alcun ritegno. Il vostro mantra h24, più che un disco rotto, è diventato un chiodo fisso, una eco sempre più martellante e amplificata, un tarlo divoratore al ritmo del “tutti partono”.
Eccoci qua, allora, a rispondere con qualche linea guida prima che ai nostri malcapitati scoppino del tutto i fegati e la bile andata a male travasi in ogni dove e far sì che possano sopravvivere a questo girone infernale fatto di bauli, valigie e beauty, prenotazioni alberghiere a sette stelle superior, biglietti aerei e navali, graziosi chalet alle porte del paradiso, resort che neanche la lampada di Aladino, sabbia e palmetta con yacht al seguito, colonie di pinguini per i più arditi. A tutto ciò vanno aggiunti anche la tartaruga per lui (“perché agli altri si e a me no?”) e la cellulite e le smagliature per lei (“perché alle altre no e a me si?”).
Ligabue direbbe “Niente paura” e ve lo dico anch’io: niente paura!
Procediamo!
Intanto, per prima cosa, dovete stabilire a quale gruppo di invidiosi appartenete; vale a dire: se siete del primo gruppo “Invidioso su base economica” detto anche “Voglio ma non posso”, oppure del secondo gruppo “Invidioso a prescindere” detto anche “L’erba del vicino”.
Fatto? Bene! Allora non vi resta che seguire il vostro “profilo invidia” di appartenenza e far vostri questi consigli mirati.
INVIDIOSO VOGLIO MA NON POSSO
Se appartenete alla schiera dei “Voglio ma non posso”, sicuramente vi sarete già informati fino all’inverosimile su almeno cinquecento itinerari appetibili, escursioni comprese, ma nessuno rientra nel vostro budget strizzato all’osso ma, probabilmente, il vero problema è un altro. Per voi il vero dramma non è tanto il rimanere a casa quanto, piuttosto, quello di non aver nulla di particolare da raccontare a settembre e niente da postare sui Social e queste due cose più che un indice di riservatezza rappresentano per voi, inequivocabilmente, indice e fonte di disagio psichico e sociale.
In questo caso fate così: rimanete a casa facendo credere a tutti, però, di essere partiti felici e contenti per le tanto agognate vacanze.
Per ottenere un risultato infallibile agite in questo modo: qualche giorno prima dell’ipotetica partenza andate a fare la spesa e acquistate generi alimentari che non richiedano cottura e riempite frigo e dispensa in modo da potervi nutrire senza che alcun profumo esca dalla cucina e infili le scale condominiali (mi spiace per il caffè ma fate conto di essere in una SPA disintossicante) e altre cose per la vostra sopravvivenza (qualche libro, cuffie per la TV, pattine per il pavimento). Spargete pure la voce che andate via, ma avvertite i vicini che avete fatto installare nell’impianto elettrico di casa dei sensori in modo che le luci si accendano alla sera per evitare l’intrusione di eventuali ladri.
Il giorno stabilito per la partenza vi barricate in casa, abbassate le tapparelle (che tanto fa caldo) e, senza far rumore, potete leggervi i libri che non siete mai riusciti a leggere; ascoltare musica e guardare la TV in cuffia; mangiare prosciutto e melone, caprese (perché mozzarella e pomodoro non è abbastanza snob), scatolette di tonno o quant’altro con insalatina già pronta in busta, gelati; spostarvi da una stanza all’altra con le pattine con il duplice risultato di non far rumore e di lucidare il pavimento; dormire a volontà così recuperate la stanchezza una volta per tutte; postare, in orari strani (per via del fuso orario, altrimenti vi sgamano) foto (prese dal Web) di tramonti; buttare via l’immondizia verso le 00,40 (orario dove, in linea di massima, chi del vostro condominio doveva uscire è già uscito e chi deve rientrare non è ancora rientrato); stesso orario anche per utilizzare bagno e doccia.
Per chi abita in una casa singola il tutto è molto più semplificato ma, come voi mi insegnate, nella vita non si può avere tutto.
Terminato il periodo che a voi sembra congruo per dire “sono stato in vacanza”, riattivatevi nei rumori in modo che si capisca, senza ombra di dubbio, che siete tornati.
Per due giorni consecutivi lavate e stendete roba fuori dal balcone, perché si sa come vanno le cose al rientro. A chi vi chiederà come mai siete, nonostante tutto, un po’ palliducci, potete sempre rispondere che avete privilegiato la sfrenata vita notturna con rientro all’alba e conseguente risveglio all’ora dell’apericena (che fa tanto uomo/donna di mondo e come testimoniano le foto dei tramonti). Se vi chiedono (perché la gente chiede, altrimenti voi non avreste avuto di questi problemi) il luogo di vacanza potete rispondere, con fare noncurante, che siete stati ospiti sull’isola privata (talmente privata che neanche le carte nautiche) di un vostro cugino di quinto grado che voleva conoscervi meglio prima di chiedervi l’amicizia su Facebook, così potrete vantare anche parentele altolocate e origini miliardarie.
INVIDIOSO L’ERBA DEL VICINO
Se appartenete, invece, alla serie “Erba del vicino” è tutto più semplice. Procedete così: fatevi dire dai vostri invidiati la loro meta di vacanza (destinazione e hotel o altra soluzione abitativa). Quando tutti i dati saranno in vostro possesso prendetevi un po’ di tempo e, cercando su Internet, calcolate le distanze in chilometri delle destinazioni e rilevate il numero di stelle delle varie strutture prescelte dai vostri amici. A questo punto, prendete la più lunga e aggiungete almeno trenta chilometri (cento se temete che la faglia delle placche tettoniche si sia spostata a vostro sfavore) e almeno una stella all’albergo e il gioco è fatto: siete quelli che saranno andati più lontano di tutti e, naturalmente, nella struttura migliore di tutti.
Visto quanto poco ci vuole per ristabilire la felicità interiore?
E con questo non mi resta che augurarvi buone vacanze!
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