AVARIZIA . FrammentiAvari
Il prezzo della libertà
In 10 Gennaio 2017 da Fabio MuzzioQuattro ore di viaggio e dal finestrino del mio scompartimento è un susseguirsi di paesaggi impagabili. Il treno è silenzioso quanto basta per non disturbare l’incanto. Di fronte a me, una donna: si sposta dal PC allo smartphone. Vestita firmata, impeccabile non distoglie lo sguardo dai due monitor. Risponde, sbuffa, digita, digita, digita. Mentre sciolgo in bocca un cioccolatino artigianale, lei beve un sorso di acqua naturale. Nello stesso scompartimento è come se vivessero due velocità mentre il mondo fuori scorre scandendo il tempo.
Il capotreno annuncia che stiamo arrivando. Io mi godo il convoglio che rallenta, la donna inizia a sistemare lamentandosi che non è riuscita a completare ciò che voleva.
Non resisto e le rivolgo per la prima volta la parola: Mi scusi, posso farle una domanda? Mi dica. – risponde senza staccare gli occhi dalla borsetta nella quale sta cercando chissà cosa.
Quanto costa? Costa cosa? Il PC? Lo smartphone? Ah, la borsetta! Deve fare un regalo?
Le volevo chiedere: quanto costa la libertà?
L’opera è di Jean-Léon Gérôme, Vente d’esclaves à Rome, 1884, olio su tela, Hermitage San Pietroburgo
(ADV)
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